Ragazzi in giostra per un novel Pidì- basta con i matusa- richiamare il giovinotto Bertinotti maestro sfasciacarrozze.
Il vangelo secondo Matteo fiorentino, detto “Il Renzi”, si sostanzia di cospicua aria fritta e cela, sotto l’ansimante vecchio e molto partitico anelito a primati personalistici, la voglia di disarcionare alcuni mezzi busti cui peraltro si deve l’esistenza stessa del Partito Democratico.
Il tutto potrebbe essere il prezzo da pagare nel momento in cui la sconvolta debolezza politica dell’avversario, più che la propria forza, indica nel PD il probabile vincitore delle prossime elezioni (sempre che non ecceda nell’ormai tradizionale autolesionismo).
Il tentativo di una maggiore presenza in mezzo al popolo sovrano è sperimentalmente in atto : l’invenzione delle primarie è finalizzata a provocare il riavvicinamento tra cittadini, elettori e partito, problema comune a tutte le rappresentanze politiche in regimi di democrazia formale.
Sennonché, al di là di una dialettica da organigramma interna alla logica partitocratica, il movimento personalistico del Renzi deborda in attese e chiamate dalle quali risulta intorbidito il comune denominatore politico che deve, pur sempre, unire le parti concorrenti all’interno di un unico movimento. Perché non si può affermare che si cerca di raccogliere i voti degli elettori berlusconiani delusi senza conclamare, contestualmente, che la loro delusione sarà vieppiù rafforzata da una vittoria che si prefigge di annullare tutti gli obbiettivi del berlusconismo, quelli raggiunti e quelli in fieri.
Altrimenti i berlusconiani delusi sarebbero legittimati a credere che i novelli democratici siano lì per fare quello che… “Lui” non è riuscito a fare!
Non si può concludere, come ha fatto il Renzi in TV da Fazio ( in “Che tempo che fa” di lunedì otto ottobre), che vanno bene le parole d’ordine di Bersani, che tutto quello che dice e fa Bersani va bene ( in più, ha aggiunto, il “merito”, categoria da chiarire) e poi combatterne e volerne sostituire la designazione, ottenendo –sotto l’implicita minaccia di sfasciare il partito- la doppia candidatura alle primarie per poterci entrare anch’egli. Noi non vogliamo dire che la modifica dello Statuto per consentire detta doppia candidatura per il Pd , nell’ambito della coalizione con gli altri partiti, sia stato un atto di debolezza ma, certamente, costituisce una contraddizione, perché svilisce la “coalizione” facendo assumere al PD una posizione oggettivamente privilegiata., facendo quindi delle primarie un fatto interno al PD.
Ma di tutto quanto sopra non sembrano preoccuparsi i giovanili formettatori dei gruppi di sostegno ai due candidati, pullulanti nella nostra sorridente plaga savoningauna.
Scrive su “Il Secolo XIX” di lunedì scorsa Dario Freccero di scontri a colpi di “frecciate” (che Freccero scriva di frecciate ci pare ovvio) le quali, però, ci sembrano più battute da bar alla Minetti che proposizioni di valenza politica.
“Se si votasse oggi per le primarie prenderebbero (i sostenitori di Bersani) una gran tranvata!” (sic!)
Ora, non sappiamo se Dario Freccero abbia fatto una qualche ricerca sulla parola “tranvata” , noi però abbiamo consultato il volume “Nuove parole italiane dell’uso” di Tullio De Mauro – UTET 2007- e non ce l’abbiamo trovata.
E con questo, ci si potrà dire, forse che non si capisce? Ma certo, per capire si capiscono anche i grugniti però, insomma, vi sembra un linguaggio consono a chi si prefigge di governare il paese? Se è derivata da tranvai, come è probabile, sarebbe come affermare una sconfitta simile all’arrotamento da parte di un tram .
Volgare o tragicomica che la si voglia considerare, la parola resta comunque sintomatica di una sconsolante puerilità.
Ma allora, giovanotti, figgieûx, provvedete a “richiamare”e incorporare il Faustino! Egli, più Berti-rotti che Bertinotti, in una situazione del genere potrebbe darvi una bella mano. E poi del suo spirito giovanilissimo non v’è da dubitare, altro che il Renzi: non potreste assumere nessun miglior rottamatore di lui.
Intanto, se incontrate il vetero-compagno Pistarino cercate di scansarlo, è un provocatore: si è fatto due saccocciate di ciappellétte per offrirvele alla prima occasione, si è preparato anche la frase da dirvi: Vegne chi, mattettô, süssite due ciappellétte e ti vegghiâe che ti pêu côrrī anche se ti è persô ô tranvai.
BELLAMIGO