Savona – Gli esposti firmati, un’informativa della Guardia di Finanza, ora l’inchiesta della Procura della Repubblica sfociata in una raffica di avvisi di garanzia. Falso in bilancio e false comunicazioni sociali? Sarebbero questi i pilastri accusatori (da dimostrare) issati contro i vertici del precedente Cda di Opere Sociali Servizi Spa, nata nell’aprile 2007. Per il 68% di proprietà delle Opere Sociali N.S della Misericordia e il 32% della mega cooperativa ligure C.RE.S.S che fornisce servizi di personale fatturando il 70% dei ricavi aziendali della partecipata Spa.
E’ prematuro e azzardato descrivere su quali elementi precisi reggano le tesi degli inquirenti e quali siano i documenti fino ad oggi acquisiti. E’ prassi che solo quando sarà il momento degli interrogatori e del deposito degli atti, di eventuali richieste di rinvio a giudizio, delle memorie difensive, si scoprono tutte le carte.
Tra le ipotesi più accreditate c’è quella che siano state ‘nascoste’ nel bilancio, con marchingegni contabili, le perdite (fino a 10 milioni il giro d’affari) creando un potenziale danno patrimoniale alla comunità. A suffragare l’ipotesi esisterebbero più segnalazioni di un revisore addentro alle Opere Sociali e che si è ‘ribellato’ alla mala amministrazione.
Diciamo subito che tra riservatezza e complessità del caso non è facile esporre i fatti con l’auspicabile trasparenza, completezza. Da una parte si sostiene che siamo in presenza di reati, dall’altra di criteri interpretativi, lana caprina insomma. In mezzo l’autorità giudiziaria chiamata a far rispettare la legge, i legittimi interessi dei cittadini tutti, a verificare chi (politici, pubblici amministratori, professionisti, controllori e controllati) non abbia fatto il proprio dovere. O abbia operato ai limiti della malgestione.
Certo in una città dove non mancano notizie di inchieste di spessore e rilevanza sociale (tra le ultime i colpi di scena su possibili distrazioni di beni dai conti della Centrale del Latte, per anni fiore all’occhiello della città), la vicenda passata inosservata delle Opere Sociali Servizi crea ulteriore incredulità, stupore, interrogativi in attesa di risposta, malessere.
Il bilancio contestato, probabilmente da parte di un tenace e diciamo pure coraggioso cittadino, è quello relativo al 2008. Non è dunque accaduto ieri. Le prime segnalazioni, secondo il tam tam, sono arrivate già nel 2010 anche in Regione, all’ufficio Affari Istituzionali e Legislativi. Non solo, ne sarebbe stato messo a conoscenza, sempre per iscritto, il sindaco di Savona. Con quali risultati? L’allora Cda della società partecipata ed il collegio sindacale avrebbero, a loro volta, cercato di dimostrare la totale infondatezza degli addebiti. Accuse, dunque, infondate e fantasiose? Da rispedire ai mittenti. Ai ‘farneticatori’?
Un altro tassello del complesso mosaico indica che il presidente dell’A.P.S. Opere Sociali, Donatella Ramello, non sia rimasta a guardare. La conseguenza? Il bilancio della partecipa Opere Sociali Servizi Spa pur essendo già stato approvato venne modificato e riapprovato una seconda volta.
Non è finita. Emerge un interessamento della Procura della Corte dei Conti che ha preceduto l’apertura del fascicolo a Palazzo di giustizia. Qualche macchia pare attinga il bilancio 2009. Vedremo. Si tenga conto che nel dicembre dello stesso anno, le cronache locali annunciavano l’insediamento del nuovo Cda delle Opere Sociali Servizi Spa. Con Ruggero Basso presidente, Franco Costantino e Nadia Ravera consiglieri di parte pubblica, in sostituzione del presidente uscente Mario Tassinari, di Umberto Firpo e Silvia Cerulli. Confermati invece due consiglieri di parte privata-cooperative: Laura Genco e Sara Vaggi, nominate dal Cress (Consorzio regionale servizi sociali).
In quella occasione il presidente delle Opere Sociali, Ramello, dichiarava: “Avevo già incontrato i nuovi membri del Cda e li ho trovati molto disponibili a portare avanti il disegno delle Opere Sociali, migliorare i servizi ed ampliarli. …Ringrazio i consiglieri uscenti che hanno superato momenti difficili tipici di una nuova società”. Poi un cenno al neo Cda. Basso, diabetologo dell’Asl, livornese di famiglia, ma da 43 anni a Savona, consigliere comunale di maggioranza. Franco Costantino, socialista, responsabile nazionale dell’area Diasagio mentale dell’Aics (Associazione nazionale cultura e sporto), Nadia Ravera, Rifondazione comunista, ostetrica.
Dalle stesse cronache ancora qualche nota: “Il mandato delle Opere Sociali Servizi è scaduto a fine novembre, ma già ad inizio ottobre il sindaco Berruti aveva concordato con la Ramello i nomi dei nuovi mebri del Cda.”
All’atto dell’insediamento, per quanto emergeva, nessuna voce sulle asserite criticità del bilancio 2008, nei confronti dei vecchi componenti del Cda, col presidente Mario Tassinari, figura di spicco nel mondo professionale di Savona. Di recente gli organi di stampa hanno riferito dell’adesione al Comitato savonese per la candidatura di Matteo Renzi. Molti gli incarichi importanti ricoperti, come quello tra i sindaci di Eco Savona, società pubblico-privata salita alla ribalta della cronaca lo scorso anno.
Tra le figure di primo piano che hanno approvato il bilancio 2008 c’è Sara Vaggi. Dal luglio 2011 primo presidente donna dell’Ata, dopo aver raccolto il record di preferenze nella lista Berruti e subentrata allo ‘sfortunato’ Livio Giraudo.
Va da se che gli accertamenti della procura della Repubblica, gli avvisi di garanzia (con i quali si informa il destinatario dell’indagine in corso e l’invito a nominarsi un difensore di fiducia) investano il primo consiglio di amministrazione. E a dar fuoco alle polveri come si suol dire – impossibile tuttavia avere conferme – sarebbe stato un giudice tributario, revisore contabile e dottore commercialista. Lo stesso, secondo voci di palazzo, ad essere interrogato dalla Guardia di Finanza. Da qui è scaturita l’informativa-denuncia, assai particolareggiata, trasmessa alla Procura della Repubblica.
Tra le ‘note dolenti’ sarebbero confermati, perlomeno in questa fase, le peripezie di far quadrare conti ballerini, ‘addolcire’ il passivo. Stranamente non emerge traccia di contestazioni a livello politico, ne a Palazzo Sisto. Insomma ha prevalso il ‘doveroso’(?) riserbo. Non sarà l’unico caso, seppure significativo e dirompente tenuto conto di chi è chiamato in causa. In attesa di eventuali sentenze. Diranno se a torto o a ragione qualcuno ha gettato del ‘fango’ o ha contribuito a scoperchiare la penatola.
Un altro aspetto, ancora trasparenza tanto auspicata di questi tempi drammatici a livello nazionale. Un peccato non aver mai letto di criticità sullo stato di salute economico-finanziario di un’azienda pubblico-privata partecipata. Su quanto covava da due anni.
Con qualche interrogativo. Ci sono stati i controlli? C’è chi sostiene di sì. Perché non sono emerse le ‘denunciate’ zone d’ombra? E’ vero che il deficit di gestione ha assunto aspetti preoccupanti, denaro dei cittadini, con un giro d’affari sui livelli di oltre 10 milioni di euro, di cui il 70 per cento circa, fatturati dalla C.RE.SS, socio di monoranza nelle Opere Sociali Servizi Spa.
E che fondamento ha un’altra critica alla sfera pubblica. La società partecipata avrebbe a lungo ostacolato il flusso di informazioni agli uffici dell’ A.S.P. Opere Sociali di Nostra Signora della Misericordia. Erano obbligati? Quale è stata la reazione? Cosa è successo per non aver innestato la pur minima polemica sul piano politico e della pubblica amministrazione?
La bufera e col tempo si potranno conoscere contorni più precisi, investe attività di primaria rilevanza nella vita sociale di Savona. Le Opere Sociali Spa, ora sotto indagine per i bilanci, gestiscono i cosiddetti “bisogni di assistenza, cura e riabilitazione, oltre che educativi e ricreativi dei propri clienti”.
I responsabili della società, dal presidente del consiglio di amministrazione, all’amministratore delegato, ai coordinatori dei servizi si sono dati l’obiettivo-mission di “operare con efficacia ed efficienza nell’ottica di un miglioramento continuo delle prestazioni e dei servizi”. Sarà così. Bilanci a parte?
C’è l’area anziani: Casa M. Bagnasco, l’RSA Santuario, l’RP Santuario, l’RP Valverde di Giustenice, RP Valverde di S. Bartolomeo, l’RP Villa Rosa, Villa Noceti. C’è l’area minori: Asilo nido Il Paguro e il Centro Infanzia Chicchi di Riso. Infine la Comunità Casa Rifugio L’Isola che c’è.
Il ‘braccio operativo’ della trasformazione aziendale delle Opere Sociali era stato individuato, si scrisse, con un bando di gara aperto alle cooperative sociali o loro consorzi e che dovranno dimostrare di possedere ‘certificato di qualità, esperienza almeno quinquennale nella gestione delle strutture sociali, presentare un progetto di gestione migliorativo rispetto a quello posto a base di gara. La durata società è ventennale ed il primo contratto avrà la durata di cinque anni”.
Le note stampa concludevano (settembre 2006): “Sulla base di queste prospettive le Opere sociali non solo torneranno a gestire direttamente le strutture di accoglienza di proprietà dell’ente, che oggi per un centinaio di posti sono affidate a gestioni esterne, ma aumenteranno l’offerta per gli anziani con due nuove case di riposo grazie ai progetti di Ponticello e di Villa Pizzardi in via Nizza, per un totale di 120 posti letto”.
E’ mancato all’appuntamento il capitolo, non proprio secondario, dei pubblici i bilanci, a partire dal 2008. Far conoscere all’opinione pubblica le relazioni dei revisori. Come è stato utile e corretto far sapere, a tamburo battente, che al suo insediamento il Cda delle Opere Sociali, già dal novembre 2009, non aveva atteso il vento della crisi nera per tante famiglie e l’onda lunga dell’antipolitica per ridursi lo stipendio.
I consiglieri passati dai 12 mila euro a 8 mila euro lordi l’anno. Motivo di orgoglio per la riconfermata presidente Donatella Ramello, Massimo Fantoni (vice presidente), Piero Astengo, Vincenzo Catalano, Lorenzo Prando (tutti nominati dal sindaco di Savona), Antonella Brandone (scelta dalla Regione). Direttore facente funzione Francesco Cazzato in sostituzione di Antonella Moretto che ha lasciato l’incarico.
Peccato, oggi le nebbie che si addensano sulla società partecipata (nell’immediato passato) non possono lasciare indifferenti. Non siamo di fronte a lettere anonime. Né ad una società privata che non deve rendere conto (in certi limiti).
C’è ancora chi ha la forza ed il coraggio di ribellarsi, magari in solitudine (e contro i mulini a vento?). A Savona non è la prima volta che accade.
Luciano Corrado