Savona – Taccuino, penna, l’ufficio è sobrio e ‘silenzioso’. Intervista in un momento di grandi turbolenze nella sinistra di Savona e non solo. A Palazzo Sisto. Domande, risposte, riflessioni a getto, senza ‘paracadute’, senza condizioni a priori. Spaziano sui ‘dominus’ e casta. Interessi, progetti, imprenditori, cooperative, professionisti. Ricordi.
Roberto Decia, per 5 anni (1995-2001) componente della segreteria savonese Pds. In politica a 26 anni, eletto nel consiglio comunale di Finale ai tempi del sindaco Pier Paolo Cervone. Prima ancora, per 5 anni, segretario provinciale Fgci. Ha frequentato (unico savonese) la scuola Palmiro Togliatti delle Frattocchie, la leggendaria ‘università comunista’.
Assessore a Savona nella giunta del sindaco Ruggeri, infine consigliere comunale e l’addio alla politica nel 2011.
Il ‘caso premi produttività’ a Palazzo Sisto. Beneficiati 8 dirigenti e 33 funzionari. C’è chi osserva che accade mentre la giunta non ha soldi per coprire servizi essenziali…
Sono stato in giunta e a mio modo di vedere i premi erogati in quel modo non hanno alcun senso. Si basano su autovalutazioni. Poi c’è troppa disparità tra la responsabilità dei dirigenti e gli stipendi dei dipendenti che tengono in piedi la struttura. Occorre più equilibrio e soprattutto sulla base dei risultati.
Il ‘caso Pesce’, il doppio impegnativo incarico Comune e Ata…
Non avevo già capito, all’inizio, il doppio incarico. Era evidente che la Corte dei Conti poneva problemi…Nessuno è superman ed avere contemporaneamente due lavori si corre il rischio di farli male, scivolare…Ma se debbo farmi una ragione, il sindaco Berruti è incline a circondarsi di amici fidati. In privato nulla da dire, nella pubblica amministrazione occorre molta più cautela e rispetto delle regole.
L’annosa e vivace disputa sulla piattaforma di Vado e centrale Enel…
Giudizi da esprimere con grande umiltà, pacatezza, senza estremizzazioni. Sulla piattaforma che incontra legittimi avversari, non sono contrario a priori. I porti commerciali devono allargare le proprie aree per sopravvivere. Il problema è come praticarlo, attuarlo. Ovvero un passo fondamentale è senza dubbio ridurre l’impatto ambientale, la merce deve utilizzare prioritariamente il treno.
Sulla centrale Tirreno Power, invece, la posizione è netta. Sono contrario al progetto di potenziamento come viene concepito. Perché si può ottenere lo stesso risultato cambiando combustibile. Il carbone, suvvia, è una scelta antiquata, vecchia, lesiva della salute dei cittadini e non dico nulla di nuovo. Assai diverso è bruciare metano.
Savona, il suo Puc, lunghi anni di cementificazione, con quali risultati in termini sociali, di sviluppo economico non effimero. Le prospettive future…
Non ci sono dubbi. Il Puc in vigore è nato vecchio già nella prima impostazione. Il problema reale, qual è la funzione, il ruolo che Savona deve avere in Liguria. Non vorrei che non si dicesse che ci sono alcuni progetti senza senso e potrebbero essere accontonati. Esempio? Così come è disegnato Binario Blu. Un’operazione da rivedere senza se e senza ma. Non è funzionale alla città, alle sue esigenze. E’ solo un altro agglomerato di case e finto commercio. Non c’è nulla di nuovo.
Sulle cosiddette grandi problematiche aperte andrebbe rivista la ‘questione’ Legino. Dando prima di tutto una maggiore omogeneità. Forse sbaglio, non credo di essere isolato a sostenere che manca una visione complessiva del quartiere. Penso al campus universitario, allo stadio. Dico ancora ciò che moltissimi cittadini condividono e testimoniano. La gente in quel quartiere vive male perché non ha una vera struttura. Non c’è l’’anima’ in grado di collegare, unire, campus, aree dello stadio. E gli interventi devono essere attuati a bassissimo impatto ambientale, con l’obiettivo primario di incrementare le funzioni dell’Università.
Il nuovo-vecchio ospedale San Paolo a Valloria. Demolirlo? Dove ricostruirlo?
Non ho dubbi. Occorre spostarlo. Un ospedale provinciale e non dico nulla di nuovo, deve avere almeno due requisiti. Primo, facilmente raggiungibile. Secondo, una concezione più moderna nel suo insieme.
Più vicino ad un’uscita autostradale e direi che la cosa più semplice sarebbe un’area di Legino. Un nuovo ospedale significa razionalizzare spazi, a beneficio di tutti.
Viabilità, parcheggi. Chi legge le cronache locali…chi vive i disagi…si è davvero toccato il fondo, il punto di non ritorno. Come finirà?
Si dice che sia un assessorato ad altissimo rischio. Chi tocca muore. Io non pretendo di possedere ricette particolari. Ci sono persone assai più competenti. A caldo potrei dare un’indicazione di cui sono convinto. La soluzione? Aree di parcheggi esterne al centro storico e a basso costo; incremento dei servizi pubblici con strade riservate. In altre città, dove si è posto mano al problema, a quanto mi risulta hanno seguito con successo questa impostazione. Certo, ci vogliono scelte coraggiose che, a Savona, non si sono fatte. Non è con una rotonda in più che affrontiamo la questione viabilità…Allargo le braccia, chi ha ricette diverse, si faccia avanti.
Discariche, chiusura di Cima Montà, inceneritori, monopoli, costi…
La discarica è uno strumento antiquato e da tempo superato. Si è chiuso Cima Montà e non commento, e si è lasciato aperta un’altra, privata, che opera in regime di monopolio. E’ tutto detto. Perché è stato fino ad oggi impossibile fare in modo che i rifiuti diventino una risorsa concreta? Perché non riusciamo a realizzare ciò che viene fatto positivamente all’estero ed in qualche caso in Italia? Più differenziata e gassificatore. Col rifiuto organico si può, inoltre, abbassare i costi complessivi. Non intendo per questo fare lezioni, c’è chi è assai più competente e qualificato. I sistemi che io valorizzerei sono due. Con la gassificazione produciamo metano attraverso la sostanza organica che produciamo. In Olanda, ad esempio, hanno scelto di ‘inertizzare’ i rifiuti. Credo sia una scelta ottimale.
Crociere a Savona, critiche e consensi, qualche delusione di troppo per le aspettative?
Suvvia, l’arrivo di un milione di persone non è un’invenzione. Una promessa. Detto questo Savona non offre turisticamente le potenzialità di Barcellona. I croceristi che arrivano a Savona vorrebbero e dovrebbero trovare qualche polo attrattivo capace di ‘far ricordare’ la città. Non credo sia sufficiente il Primar o alcuni vecchi palazzi. Come facciamo ad assimilarli maggiormente al tessuto cittadino? Se il Priamar è il fulcro deve offrire qualcosa di più di un museo archeologico.
Il depuratore consortile ha tenuto banco (inchieste giudiziarie e diatribe politiche) per anni. E’ finita in gloria?
Non può finire così. Si è calcolato che i savonesi (interessati dal servizio comprensoriale) hanno speso 17 miliardi delle vecchie lire. C’è un peccato originale: errori progettuali. E’ risaputo, è un impianto sovradimensionato. E’ stato semplicemente copiato perché doveva essere installato in provincia di Milano. Non può sfuggire che prevedeva anche i reflui dell’Acna, ai tempi della chimica.
Occorre rifare un investimento, facendo spazio a soci e capitali privati, anche se può sempre avere un ruolo una società pubblica.
Il tribunale da demolire? Una proposta che sta accrescendo i consensi.
Sono d’accordo. Ammetto, ero entusiasta del disegno, dell’estetica. Poi si scopre che nella grande vela non ‘funziona’ nulla. L’alternativa più logica è il Palazzo della Provincia. Spero spariscano finalmente le province, ma sbaglio perché invece saranno solo accorpate.
Un tema meno sentito dai cittadini, la politica, le sue alchimie? Il destino del Pd, i giochi di potere a Savona….
La mia modestissima opinione è che il Pd così come è oggi abbia vita breve. A Savona si sceglierà un segretario che non dia fastidio a nessuno. Non sarei neppure in grado di pronosticare un nominativo.
Esiste un ‘dominus’ che a Savona comanda, tiene le redini. Magari non è una sola persona…
Certo che esiste ed ho ben presente quali interessi tutela e quali persone ne fanno parte. Ma non penso ad interessi oscuri, da piduisti. No, i giochi avvengono alla luce del sole. Penso a quando si presenta un progetto e viene votato ‘democraticamente’.
Credo che alla lunga sia uno dei problemi seri di Savona. Il “cerchio di potere”, consolidato e rafforzato, ha reso statici politica e mondo economico.
Posso sbagliarmi, questo ‘dominus’ è al di sopra delle forze politiche. E’ composto da uno o più gruppi di interesse. Si è arrivati così al congelamento, chi fa impresa ed non ne fa parte, ha difficoltà ad operare. Lo stesso discorso penalizza i professionisti giovani e meno giovani. Se non sei funzionale al ‘sistema del dominus’ sei costretto a trovare lavoro fuori zona.
Se, come accade, un imprenditore trova molte difficoltà a lavorare e creare posti di lavoro a Savona, questo è uno degli elementi principali del ritardo e del mancato sviluppo. Riparlo di monopolio. Dove esso è presente, pur legittimo, si crea una situazione di ingessatura. Il monopolio non ha interesse ad evolversi, ad aprirsi.
Da Savona, da ex militante di scuola comunista, riscriverebbe la storia del Pci, Pds…
Posso solo commentare…è stata una storia, dalla mia visuale, contradditoria. Con errori pesanti. Non ci tengo a glorificare il passato. Non posso dimenticare e va detto: è stata una storia di grandissimo impegno militante. Oggi la politica, salvo rare eccezioni, è diventata quasi un club…
Quale spazio è ancora riservati ai giovani, quali speranze contro l’emarginazione?
I giovani che hanno avuto un ruolo si sono dovuti adeguare ed ‘invecchiare’ precocemente. Cioè essere cooptati. Adeguarsi alle strategie dei più anziani. Attenzione. Non parlo solo di politica, ma anche del mondo delle imprese. Sono obbligati ad ‘invecchiare’ altrimenti vengono espulsi.
La frase più ripetuta a chi propone qualcosa di nuovo? “Ma non l’abbiamo mai fatto”. Anzichè prevalere la sana ambizione di fare proprio qualcosa di diverso, innovativo.
A Savona restano politici inamovibili. Al di là di meriti e demeriti. Ruggeri, i due Zunino….
Non trovo corretto fare graduatorie, gli interessati non si nascondono. Hanno una vita e ruoli pubblici. Dunque preferisco parlare solo per me. C’è un momento della vita che ci si dovrebbe domandare se la propria funzione in politica è ancora utile. Io l’ho fatto e mi sono dato una risposta. Ho cambiato lavoro, ho lasciato la politica.
L’Ente porto, ambitissimo centro di potere. Chi comanda lo sappiamo?
Farò arrabbiare i savonesi. Sono convinto ci debba essere un solo ente porto in Liguria. C’è Rotterdam che ha 45 chilometri di banchine…Un solo ente. I tre maggiori porti liguri messi insieme non equivalgono a quello scalo. Non capisco perché bisogna avere 3 entità separate. Anziché una sola che deve confrontarsi col territorio. Siamo campanilisti e ci facciamo del male. E in tre, ci facciamo pure la concorrenza. Magari facendosene vanto.
Come ridurrei a due le aziende pubbliche dei trasporti della Regione.
La ‘casta’ è all’ordine del giorno, imbattibile, si direbbe.
Parlo per Savona. Ci sono tre caste. 1) C’è chi della politica si approfitta per grandi e piccoli vantaggi personali. E succede non solo nel capoluogo, anche nei piccoli comuni. 2) Un certo tipo di mondo economico-imprenditoriale che ha congelato la città e la ragnatela si sta allargando. 3) I magistrati, oggettivamente. Credo che nel nostro Paese la difesa conti assai meno rispetto all’accusa.
Che ne pensa del mondo dei ‘grillini’? Un movimento che si fa sentire, un po’ meno ascoltare. C’è troppo marciume in giro… Parlano da soli come sostiene La Repubblica?
Sono convinto che avranno successo. Il grillismo è tuttavia il sintomo, non la malattia. Avrebbero bisogno di qualche lezioni di approfondimento, mi sembrano abbastanza ingenui.
Di Pietro e i suoi in provincia di Savona.
Io quel partito non lo voterei neppure fosse l’unico sulla scheda. Non è tanto Di Pietro che mi preoccupa, ma certi personaggi che gli stanno attorno. Qualche esempio pratico è emerso anche in Liguria, nella stessa provincia di Savona.
Si sussurra del potere o strapotere delle cooperative. Dalle rosse in poi…
Premetto. Hanno un ruolo di grande rilevanza. Ma si è inceppato il motore della ‘produzione’: stovigliai, edili, metalmeccanici. La stessa Edilcoop da segni di cedimento. Oggi sono rimaste le coop commerciali, di servizi alla persona. Non c’è una cooperativa che produce. E’ una mancanza di grande spessore sociale, economico.
Torniamo alla politica, come ha vissuto la Di Tullio story?
Si possono fare delle riflessioni, su cosa sta realmente succedendo. E soprattutto c’è l’esigenza di dire la verità, sforzarsi di farlo. Perché è successo? L’allenatore credo si cambia per due ragioni: si gioca male o si punta ad un nuovo modello tattico.
Il sindaco Berruti si è posto il problema di tutelare meglio (non credo affatto che l’avvocato Gaggero abbia giocato male in squadra) interessi legittimi. Non mi piace parlare ed additare i ‘poteri forti’. Sussistono sul territorio interessi economici, diciamo interessi ventennali. Di Tullio è più incline a tutelare questo tipo di interessi legittimi. Se si comportano in modo legittimo, anche se, diciamolo senza perifrasi, non sempre è avvenuto. Chi sono? Persone, gruppi che vogliono guadagnare.
Con l’arrivo di Di Tullio, sono sicuro, cambierà pure il ‘gioco di squadra’. Credo che la sinistra (Sel e Rifondazione) si trovino ora sotto scacco.
Se escono gli fanno un favore (al gruppo Berruti-Di Tullio); se non escono devono per forza alzare il tono della polemica e dello scontro.
Ho una perplessità. Non so se Berruti, ne era consapevole. Lo erano invece quelli che hanno promosso la svolta.
In questa città gli equilibri economici, da almeno 20 anni, ruotano attorno all’urbanistica, agli interessi legati al porto, nomi e cognomi sono evidenti, solari.
I prossimi obiettivi? Rifacimento di via Nizza, Binario Blu, spostamento del tribunale. Solo per citarne alcuni. Non credo che il Comune abbia i soldi per finanziare, penso ancora a Legino, alla sua espansione. Qualche intervento può essere condiviso, valutando caso per caso.
Il nodo o snodo fondamentale: ci vuole qualcuno a palazzo Sisto e dintorni che tuteli i gruppi economici ‘interessati’. Il problema è che si tratta di progetti non ancora ‘indirizzati’ e si corre il rischio delle calende greche. L’immobilismo suicida. E’ necessario trovare l’uomo (il gruppo) che può accelerare, farsi garante.
Resto del parere che l’unico a non aver fatto bene i ‘conti’ della partita (a scacchi?) sia proprio Berruti. Rischia di andare incontro ad una rottura istituzionale, ma anche in campo economico e sociale. Forse non poteva fare altrimenti.
E finirà che tra 3 anni le forze politiche attuali saranno trasformate, rivoluzionate. C’è il rischio dell’implosione del Pd a livello nazionale ed il Renzi (nazionale) potrebbe essere l’acceleratore.
Ultimo accenno alle dimissioni dell’avvocato Gaggero. Molti lo prevedevamo. E’ stato costretto a lasciare. A lui l’onore delle armi, per l’operazione Di Tullio. Da tre mesi, a Savona, c’è chi sapeva. L’avvocato Gaggero ha fatto una scelta di disimpegno prima di essere obbligato a subirla. Io in politica non riuscivo più trovare soddisfazione. Oggi nella mia nuova attività imprenditoriale quando finisco un impianto sono una persona felice ed appagata. Trovo tante soddisfazioni.
Luciano Corrado