Qualcuno sgrana gli occhi quando sente raccontare la storia e le vicende di Noli, la sua orgoglioso resistenza alla ben più potente Genova, la perfetta organizzazione militare e navale di una repubblica che difendeva il suo territorio da ogni attacco.
La città era diventata cosi famoso nel Medioevo da essere ricordata anche dal sommo Dante in un canto del Purgatorio. Fantasie, leggende, esagerazioni? Non, è tutto vero e lo splendido borgo che ha saputo conservare – almeno nel centro storico – il fascino e le dimensioni di un tempo, ha molto da insegnare agli amanti della storia.
E’ difficile capire, ad un primo sguardo, per chi si affaccia da Capo Noli, quale sia l’opera dell’uomo e quale quella della natura. Le mura delle fortificazioni, i ruderi del castello, le rosse torri in mattoni si integrano cosi bene con l’ambiente cirostante da creare un unico scrigno di bellezza.
Imprendibile dall’entroterra, Noli si affaccia timidamente sul mare, ma in modo cosi suggestivo e poetico da far pensare ad un’unica mano per un progetto che preservasse nel corso dei secoli questo scorcio di paradiso.
Nel Duecento, l’epoca d’oro di Noli, qui si contavano ben 71 torri, erette una accanto all’altra in una gara di ambizione e di bellezza architettonica. Basta osservare le 5 rimaste in piedi e giunte fino ai giorni nostri in buono stato per capire quanto fossero curati questi simboli di potenza delle casate locali.
Per erigere una torre, infatti, bisognava essere in grado di offrire all’amica-nemica Genova una galea armata. La Repubblica marinara di ponente, “federata” a quella della Superba (dalla quale verrà definitivamente assorbita nel 1787) ha da raccontare almeno sei secoli di libertà, costruita attraverso un fiorente commercio sui mari ed un’avveduta tattica difensiva, sia diplomatica, sia militare.
Sulla cima del Monte Ursino, che domina il paese, sono ancora ben visibili i resti del grande castello dei Marchesi del Carretto, a lungo signori del Finale. Intorno al poderoso mastio di affollano ora gli ulivi, ma un tempo qui era il fulcro della vita sociale, prima che gli interessi commerciali spostassero abitazioni e famiglie in riva al mare.
Il maniero era collegato alla città dalle lunghe ed alte mura interrotte solo dalle tre porte, che ancora oggi è possibile visitare; particolarmente bella è quella di San Giovanni.
Dalle porta partivano stretti assi viari e vicoli tentacolari, quasi tutti diretti al porto. Una città ricca, che comincia a perdere potere ed imponenza proprio dopo essere stata assorbita da Genova in seguito all’invasione napoleonica.
Visitare oggi Noli e pensare a questo piccolo centro come ad uno dei più forti “policommerciali” del Medioevo sembrerebbe impossibile. Ma basta passeggiare tra le vestigia medioevali rimaste per capire come e perché la gente di Noli fosse riuscita ad affermarsi, specialmente in oriente, facendo concorrenza a Venezia e nel Mar Tirreno, opponendosi a Pisa.
Al Medioevo risalgono, tra le altre, la casa Pagliano, massiccia e al tempo stesso elegante con la splendida merlatura, le sue finestre a trifore e bifore, nonché la casa Repetta col triplice porticato e la casa Vivaldo.
Tra le torri quella del Papone è ancora praticamente intatta (quante furono invece quelle abbattute o semplicemente ‘mozzate’ in seguito ad una sconfitta o alla perdita del potere). Mentre bellissima è anche quella dei Quattrocanti.
Forse la strada meglio conservata, dal punto di vista storico, è via Colombo con edifici del XII- XIII secolo, tra i quali spiccano le case Garzoglio e Moglia.
Le cattedrali di San Pietro….ma tra le edifici sacri di Noli il più celebre è sicuramente “fuori le mura” : si tratta di San Paragorio, risalente all’undicesimo secolo, ma che rappresentava il simbolo di Noli anche nell’alto Medioevo.
Ma torniamo nel centro storico in quel dedalo di viuzze tipicamente irregolari, gioia di turisti a caccia di souvenir nei caratteristici negozietti che hanno preso il posto delle botteghe artigiane e delle sedi di mercanti dell’epoca d’oro della città.
Se, vista dall’alto, Noli sembra un tappeto fitto di mattoni rossi, “vivendolo” dall’interno se ne scopre la trama, i fili tessuti nel corso dei secoli lasciando filtrare un po’ del sole della Liguria e tanto del sudore di questa gente operosa.
Mentre le navi dei mercanti erano lontane, magari in un porto del Medio Oriente, c’era già chi pensava alla successiva spedizione, agli utensili e all’olio da spedire per ricevere in cambio gioielli, tessuti e spezie. Quando la galea giungeva in porto tutto il paese era in festa, si svuotavano le stive, i malati ed i feriti venivano curati e lo scafo risistemato.
Tutto questo accadeva nella repubblica di Noli, pugno di case ai piedi di quelle 71 torri che oggi non ci sono più.
Lelio Alfonso
Nota: testo parzialmente ripreso dalla guida telefonica distribuita in tutta Italia nel 1992, con pagine riservate ad alcune storiche città anche della nostra provincia.