Sono pagine di storia locale che le nuove generazioni dovrebbero conoscere. Famiglie loanesi che hanno dato lustro e non meritano di essere dimenticate.
Loano – A quanto ne so, Ignazio Domenico Mazza approdò per primo a Loano con la sua famiglia alla fine del ‘700. Era sposato con Catherine Paget, della famiglia a cui appartenne Henry William Paget (1768-1854) nominato Marchese di Anglesey il 23 giugno 1815, cinque giorni dopo la battaglia di Waterloo dove aveva avuto il comando di 13.000 cavalieri, dove era stato vice di Wellingon e dove aveva perduto una gamba. Ignazio morì a Loano nel 1819, sua moglie Catherine nel 1832.
Ignazio Mazza aveva con sé almeno due figli: Giovanni nato a Nizza nel 1785, e Luigi Francesco nato a Loano nel 1800. Giovanni sposò un’Antonetta Ghiglione, ebbe nove figli e morì a Loano nel 1856. Il più noto dei figli fu Ignazio Alessandro Cesare, più noto come l’avvocato Alessandro Mazza, il quale fu segretario generale della Provincia di Genova, proprietario del teatro Paganini a Genova in via Caffaro e amico personale di Giuseppe Verdi che, a Genova, passò molti inverni alloggiando alla villa Doria di Fassolo (quella a fianco della Stazione Principe).
Alessandro Mazza fu consigliere comunale a lungo, ma l’unico merito di cui ho sentito parlare è la creazione della passeggiata a mare con i due filari di palme attuali, oltre a un contributo che diede all’asilo. Ebbe quattro figli, tra cui i più noti a Loano furono Jelin (che fece costruire la Villa Niny, poi trasformata in Hotel Savoia) e Margherita, mia nonna, moglie del generale Filippo Bonfiglietti. Gli fu dedicata una strada (oggi via Carduccci), rinominata chissà perché, come se la dedica a poeti estranei a Loano fosse meno provinciale di quella a loanesi più o meno illustri.
I Mazza acquistarono a Loano molte proprietà, alcune delle quali derivanti dal fallimento dei Rocca. Tra queste potrebbe esserci anche il palazzo all’estremo levante di Loano, quello che inglobava il bastione. Non so quando sia stato acquistato, né da chi. Secondo una vulgata di famiglia fu Ignazio Domenico, molto prima, quando arrivò a Loano. Secondo un’altra versione fu Alessandro, molto tempo dopo. Mia nonna raccontava che a un certo punto dovette decidere se acquistare il castello oppure quel palazzo: e che optò per il secondo perché era più comodo e più vicino al mare. Io preferisco credere a questa seconda versione, dunque ipotizzo che l’abbia acquistato verso il 1880, più o meno quando acquistò anche l’orto del Fossato con annessa la casa dove abito tutt’ora.
So per certo che le decorazioni del palazzo sono dovute ad Alessandro Mazza, che lo trasformò in castello, completo di torre e di merli, e che dotò il bastione della garitta tutt’ora esistente. Per qualche ragione il bastione fu parzialmente privato della sabbia che conteneva, e nel farlo si scoprì una bomba inesplosa che si fece risalire alla battaglia di Loano. I pini furono piantati da Margherita. Qualcuno li tagliò per ignoti motivi verso gli anni ’60 ed evidentemente qualcun altro lo obbligò a piantarli di nuovo, tant’è che i pini – pur non essendo più quelli originali – sono ancora lì.
Alla morte di Alessandro il palazzo andò in eredità al figlio maggiore, Giovanni. E alla morte di Giovanni passò a suo figlio Alessandro (Punin) che aveva sposato la marchesa Claudia Litta. Punin trasformò il palazzo in albergo, lo gestì per qualche tempo, poi lo diede in gestione a Isoardi che lo tenne fin dopo la guerra e alla fine lo cedette a un Vaccarezza che lo ribattezzò Hotel Miramare e lo gestì in proprio fino a quando fu trasformato in condominio e gli appartamenti furono venduti.
Filippo Bonfiglietti
26 luglio 2012