Ecco arrivato il momento; sento forte il dovere di scrivere una lettera aperta perché è giunto il tempo che qualcuno alzi la testa e urli al mondo la propria indignazione e quella di chi, come lui, vive di passione! Altra notizia, di altro tenore, la Regione Liguria, con l’assessore alla Sanità Sonia Viale, annunciava l’arrivo di un nuovo chirurgo alla prestigiosa ‘Chirurgia della Mano’ di Savona: Antonio Brando, 37 anni, laureato nel 2004 a Catanzaro in medicina e chirurgia. Ha studi a Lamezia Terme, Domodossola e Valdossola. Se n’è andato, quasi nel silenzio, con ripetuti articoli di questo blog, il prof. Igor Rossello che aveva di fatto preso lo scettro dal compianto prof. Renzo Mantero, non senza qualche scintilla nel corso degli anni. La Viale esulta e parla di potenziamento complessivo dell’Asl 2.
Mi spinge una frase di una mia assistente, di quelle che ringrazi il cielo di avere al tuo fianco, di quelle che, come te, hanno alimentato la loro vita con il fuoco della Chirurgia, di quelle che studiano sempre, di quelle che amano i loro pazienti, li supportano e li accompagnano, una dottoressa che gratifica e interroga il “tuo ruolo di primario” semplicemente osservandola. Lei mi ha detto: è giunto il momento in cui debbo riflettere se sia ancora tempo di fare questo lavoro. Uscivo dal mio studio dopo dieci ore ininterrotte di sala operatoria e ho sentito i brividi corrermi sulla schiena e, mentre la mia macchina trascinava verso casa il mio stanco corpo, la mente ritornava continuamente a quelle parole pronunciate dopo l’ennesima richiesta di risarcimento e conseguente causa (ingiusta) contro un altro componente del Reparto.
Allora ho deciso di fare qualcosa e poiché poche sono le cose che so fare bene nella mia vita e si contano su una mano e tra queste credo esserci la scrittura, ho scelto di scrivere questa lettera. Credo che ciascuno che la leggerà, sia un politico, un giornalista, un cittadino si dovrà necessariamente interrogare (ma ancora una volta sono certo di illudermi) su quanto essa contiene.
Inizierò con la constatazione che i Chirurghi Italiani sono tra i migliori, se non i migliori al mondo; osservando, infatti, i congressi internazionali, sempre più in diretta, si evince chiaramente come la mia affermazione sia vera e priva di dubbi. Il Chirurgo Italiano ovunque si trovi ad operare dimostra sempre non solo una competenza tecnica paragonabile allo straniero ma possiede sempre quella meravigliosa vena di soggettività e di genialità tipica del nostro popolo che gli permette di realizzare capolavori chirurgici laddove gli altri eseguono solo compiti tecnici ripetuti e meccanici. Il Chirurgo Italiano è conosciuto e stimato nel mondo molto più di quanto lo siano altre categorie professionali e gli viene universalmente riconosciuto il carisma del Capo Scuola, di chi cioè indica una strada da percorrere.
Purtroppo, nel nostro paese si crede ancora che l’America, gli States rappresentino la frontiera del meglio mentre nulla è più falso nel campo chirurgico. Ma, come dicevo all’inizio di questa mia lettera è giunto il momento che qualcuno alzi la voce: i Chirurghi Italiani sono stanchi di essere perseguitati (la parola rende perfettamente ciò che proviamo ogni giorno) da richieste di risarcimento e cause che nella quasi totalità delle volte si rivelano ingiuste e inique. Nessuno può comprendere cosa si provi nel ricevere una richiesta di risarcimento o un avviso di garanzia laddove ritieni di aver agito con correttezza professionale e secondo buona pratica medica. Mi si obietterà: ma molte volte è il Chirurgo a credere di essere nella ragione, quando, invece, egli ha causato un danno! E ancora: quanti errori medici e chirurgici!
Ebbene, essendo una lettera aperta appare giusto rispondere a tono: avete mai provato a correre di notte su una macchina lanciata senza pensare al Tuo pericolo personale, ma solo a giungere il più in fretta possibile perché sei chiamato in Sala Operatoria per un’urgenza che, senza Te, non avrebbe scampo? E quando giungi alla Sala Operatoria, che consideri casa Tua (non è forse il luogo dove si trascorre più ore quello che consideri casa?) e osservi i volti degli operatori che aspettano solamente Te? Provate Voi, che state leggendo, ad immaginare se il Chirurgo dovesse pensare alle linee guida, alla buona pratica medica, a tutto ciò che l’Avvocato o il Medico Legale o il Pubblico Ministero gli chiederà se eseguirà una tecnica invece che un’altra? Vorrei che provaste ad immaginare se su quel letto operatorio ci fosse Vostro figlio e quel Chirurgo avesse ricevuto la mattina stessa un avviso di garanzia! Vorrei che lo immaginaste per un’istante! Ma non preoccupatevi e non abbiate timore; quel Chirurgo opererà secondo la propria esperienza, secondo la propria moralità, conoscendo perfettamente le linee guida, ma correlandole al caso e al paziente e non ascolterà mai la vocina che dentro sussurra: Aspetta, lascia perdere, se procedi in tal senso sei contro le linee guida, potresti avere un avviso di garanzia!, non l’ascolterà mai, ma proseguirà osservando le linee guida correlate al caso e non perdendo mai di vista l’obiettivo di salvare il proprio Paziente, che è lo scopo che rende importante e degna la sua vita, la passione che lo divora fin dai tempi del Liceo e dell’Università.
E pensando a me, seguendo i miei sogni e lottando contro le ingiustizie e l’immoralità, sono riuscito a realizzare parte del mio progetto, sono divenuto Direttore di Dipartimento, ho una squadra eccezionale e avrei tranquillamente potuto tacere e dedicare questo tempo futuro all’altra grande passione: avrei potuto realizzare la salita delle sette cime considerato il mio curriculum alpinistico. O forse avrei potuto andare ad operare negli Emirati Arabi o in Qatar dove i Chirurghi Italiani sono molto considerati anche economicamente! Ed invece ho deciso, finché il mio tempo non sarà scaduto, è necessario combattere e lottare. I giovani Chirurghi Italiani stanno decidendo di mollare, le scuole di Chirurgia vanno deserte e soprattutto voi che contate state uccidendo la passione che muove i cuori dei giovani. Una giurisprudenza cieca e volgare permette la denuncia penale per i Chirurghi (solo in Italia, Messico e Polonia: vergogna!) e la barbarie delle richieste di risarcimento prive di fondamento ma cariche di voglia di denaro, riempie, ogni giorno, le nostre corsie.
Osservo i volti dei miei assistenti ed aiuti: cosa ne sarà della loro passione, dei loro desideri, del loro impegno? Cosa ne sarà di quel ragazzo (e potrebbe essere Vostro figlio) che, questa notte, avrà un incidente in moto e potrebbe non trovare più la stessa passione, lo stesso impegno, lo stesso desiderio di aiutarlo. Cosa ne sarà di quella mamma che, questa notte, o domenica o a Natale o a Pasqua (già perché i Chirurghi lavorano sempre!) arriverà occlusa e potrebbe trovare un Chirurgo che legga le linee guida (e osservandole si fermi e magari non attui tutto ciò che sarebbe certamente possibile, ma, magari, contrario alle famose linee guida) prima di operarla?
Che tristezza infinita osservare il volto del mio aiuto che geneticamente è quello che si definisce un fuoriclasse, quello che tra pochi anni sarebbe tra i migliori non solo in Italia e che ha nelle tasche e nel cuore almeno due denunce? Lo osservo ogni giorno, sempre mi ci rivedo, e scopro che il fuoco della Chirurgia riempie ancora la sua vita nonostante tutto. Lo osservo e so che, anche per lui, anche per tutti i giovani Chirurghi devo lottare e lotterò.
Non importa se, mettendoci la faccia, essa verrà infangata come, spesso, succede in questo Paese, che amo ma che non tutela le proprie eccellenze, non importa se mettendoci la faccia molti vi sputeranno sopra, importa osservare il futuro delle generazioni che verranno, importa sapere che le mie figlie avranno, un giorno, se fosse necessario, Chirurghi con il cuore simile al loro padre, senza linee guida imposte e mandatarie di assolute certezze, senza il rischio di denunce che impediscano loro di operare sereni, senza magistrati che si lamentino quando richiesti di responsabilità civile ma che addentano i chirurghi senza ricordarsi ciò che essi dicono di loro stessi, con la responsabilità civile non siamo più sereni nel giudicare! Scusate, ma la loro frase non vale forse anche per i Chirurghi?
Penso ai miliardi spesi in Medicina difensiva, spesso inutile e dannosa, per la necessità di dover tutelare qualcosa che non deve essere tutelato: il dono di operare e le Tue mani che, collegate al Tuo cervello e al Tuo cuore, cercano sempre la vita! Chiudo allora con una frase di Luciano Violante che, riferendosi alla responsabilità civile dei magistrati (badate, solo civile, mentre, per il Chirurgo, vale il penale!) afferma: Servirebbe una norma che punisca l’azione temeraria di chi ricorre ingiustificatamente contro un giudice! è esattamente ciò che chiedono i Chirurghi e lo chiedono a gran voce. Una norma che tuteli il Chirurgo contro chi abusa del proprio diritto di rivalsa, una norma che garantisca la vera giustizia, una norma che riporti la classe chirurgica al valore che gli compete, una norma che permetta al cittadino che si sente danneggiato dal Chirurgo di essere tutelato, ma senza offenderne ingiustamente la dignità e l’umanità. Non chiediamo molto, chiediamo solamente un nuovo e diverso futuro per i nostri pazienti e per i giovani Chirurghi che desiderano far propria la professione più bella del mondo!
Marco A. Zappa
Professore a Contratto Università degli Studi di Milano
SANITÀ: REGIONE LIGURIA, CHIRURGO DAL PIEMONTE AL CENTRO DI CHIRURGIA DELLA MANO DEL S. PAOLO DI SAVONA.
IL VICEPRESIDENTE VIALE: “NOSTRE ECCELLENZE RICHIAMANO PROFESSIONISTI DA FUORI REGIONE”
COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA / GENOVA. Prenderà servizio all’inizio di agosto presso il Centro regionale di Chirurgia della Mano dell’Ospedale San Paolo di Savona Antonio Brando, 37 anni, chirurgo ortopedico che fino a lunedì scorso ha lavorato presso l’ospedale di Domodossola, in Piemonte. Brando entrerà a far parte dell’equipe del Centro regionale, che ha già acquisito in pianta stabile un giovane chirurgo specializzato a Savona e vincitore di un concorso.
“Il nostro sistema sanitario regionale – afferma la vicepresidente della Regione Liguria Sonia Viale – offre prestazioni di eccellenza. Tra queste, il Centro della Chirurgia della mano dell’ospedale San Paolo di Savona è in grado di richiamare affermati professionisti anche da fuori regione. Ai due specialisti che entrano a far parte dell’equipe rivolgo il mio augurio di buon lavoro”. Grazie all’arrivo di questi due chirurghi, in sostituzione dei due professionisti andati in pensione, il Centro regionale di Chirurgia della Mano torna a pieno regime, anche per l’attività svolta dall’equipe presso l’ospedale di Cairo Montenotte.
Brando, vincitore del bando di mobilità della Asl 2 Savonese, si è specializzato nel Regno Unito (Università di Bristol) e ha conseguito il diploma in tecniche microchirurgiche alla Scuola Medica dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Nel 2014 ha depositato presso l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti d’America il disegno di uno strumento microchirurgico di sua invenzione. Il medico è autore e coautore di numerosi testi e articoli sia su riviste nazionali che internazionali è stato relatore e moderatore in numerosi congressi nazionali ed internazionali.