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Liguria e Basso Piemonte

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Chi paga per Alassio Parking Spa ?
Ecco le tappe cruciali dal 2004


L’Alto Sorvegliante, ing. Fulvio Ricci, entrò la prima volta, a gamba tesa, nel 2011, segnalando al termine di un sopralluogo la “parziale difformità nell’esecuzione dell’opera”. Poi la relazione finale indica senza mezze parole carenze nelle direzione dei lavori  (arch. Francesco Rossi), nel collaudo tecnico e soprattutto amministrativo “di cui ho già discusso -scrive- e non intendo andare oltre”. Pubblichiamo alcune tappe della ingarbugliatissima vicenda, una delle tante. Iniziata, pare, nel 2004 con Marco Melgrati sindaco, proseguita col periodo del vice sindaco Giovanni Aicardi, Roberto Avogadro, il commissario Paolo Ceccarelli e dal 2013 con Enzo Canepa, il quale sostiene di essere impegnato a ‘rimediare a quanto ricevuto in eredità’.

Leggi gli atti firmati dall’arch. Silvia Lavagno…. 1) Chi ha firmato la variante del parcheggio interrato sotto lo stadio comunale. 2) Chi è stato il proponente (in giunta) e magari è tra coloro che hanno acquistato un certo numero di box. 3) Chi ha approvato la nuova convenzione con la società di Roma ?  4) Chi ha firmato  la convenzione definitiva, compreso il segretario comunale (Passini), il dirigente (Lagasio)  e per Alassio Parking (Dedier Damseux). 5) Chi ha firmato il primo fermo cantiere nel febbraio 2011 e la seconda ordinanza di sospensione lavori nel marzo 2011.  Quando il consigliere comunale di opposizione Angelo Galtieri si fa promotore di una proposta di chiarezza e di indagine a 360 gradi: chi teme, chi ha paura, chi ha la volpe sotto l’ascella ? Nessuno, tutti, qualcuno ? La composizione della vertenza può essere un atto di saggezza purchè non serva a coprire i soliti ‘ignoti’. Alassio ha già pagato e paga, ha il diritto di sapere prima di tutto e poi sarà il consiglio comunale ad assumersi le sue responsabilità. Ma non serve ‘giocare’ a nascondino. 

La relazione dell’ingegner Ricci lascia impietriti e a quanto pare è tema di approfondimento dell’autorità giudiziaria. “Mi chiedo perchè – scrive tra l’altro nella relazione che inviò al Comune e alla dirigente dell’urbanistica –  il direttore dei lavori di un’opera pubblica si faccia parte attiva  per agevolare le richieste di un appaltatore e invece non svolga quell’attività superpartes che è suo specifico dovere….c’è un richiesta extra di oltre 5 milioni d euro ed è necessario fare le dovute considerazioni.  E’ corretto il computo metrico dei lavori di variante…ma un quadro complessivo di raffronti porterebbe alla luce parecchie anomalie, quali….serve chiarezza ad esempio a quanto ammontano le opere eseguite dall’impresa, a fronte  di una carenza di documentazione e dell’andamento dei lavori….Occorre rifarsi alla convenzione…al fatto che l’impresa SAP aveva il compito di progettare e realizzare…..doveva  seguire e rispettare  le norme sulle opere pubbliche e  edilizie… per un ammontare complessivo di 21 milioni 625 mila euro, oltre IVA.  C’è il problema della demolizione  dei vari corpi di fabbricati presenti,  della realizzazione di tutte le attrezzature necessarie per il funzionamento dell’impianto sportivo, oltre alla verifica di tutti i sottoservizi  nell’area da parte della SAP, l’impresa esecutrice non avrebbe trovato impedimento alcuno per l’esecuzione dei lavori….è previsto che non possano essere riconosciuti costi aggiuntivi….ci sono differenze evidenti  per la posa in opera di materiali, quali i cristalli antisfondamento…”.

Sul numero scorso abbiamo pubblicato (vedi) la relazione integrale di Ricci e alla quale ci rifacciamo per completezza di informazione e per evitare possibili errori di sintesi. Abbiamo pubblicato la consulenza inviata e richiesta dal Comune, del prof. Piscitelli di Genova. Restano le domande che dovranno essere pure approfondite a livello politico – amministrativo.  A chi bisogna dire grazie se Alassio, ancora una volta, è chiamata a pagare, con il denaro dei contribuenti, smaccati errori di gestione e di saggia amministrazione. Nessuno ha la pretesa di parlare di dolo, almeno si faccia chiarezza ed ognuno di coloro che si sono occupati della questione avrebbero il dovere di far sentire la loro voce, per spiegare, non per discolparsi, visto che non ci sono nomi e cognomi sul banco degli imputati. Tutti colpevoli, nessun responsabile ? La politica se ad Alassio esiste ancora batta un colpo. Più sfiducia di così! il cittadino cosa deve pensare ? C’è pure in ballo una fidejussione. C’è chi sostiene che tra le parti in causa  avrebbe avuto un ruolo il marito di un’esponente nazionale di Forza Italia, molto vicina alla famiglia Berlusconi. Su che basi il Comune di Alassio ritiene che una transazione – anzichè andare in causa, attendere anni le sentenze – corrisponda agli interessi della comunità ?


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