Il 23 luglio 2014 Il Secolo XIX, solitamente informato di vicende della Diocesi di Albenga – Imperia, ha pubblicato: “Alassio, don Brancaleoni parroco di Sant’Ambrogio. Si è dimesso da vicario vescovile…“. Sono seguiti giorni di silenzio. Nessuna reazione, strano. Mercoledì mattina trucioli.it ha contattato il monsignore interessato. Risposta: “ Notizia inventata, non è vero nulla, è destituita di ogni fondamenta…forse qualcuno si rammarica, altri si rallegrano…Resto al mio posto”.
E’ probabile che la fonte del giornalista abbia preso un abbaglio ? Oppure sia stata usata, o ancora sia rimasta nella trappola di chi diffonde una notizia (non vera) per scoprire chi sia la talpa ? L’articolo a due colonne – avrebbe meritato di più, ma visto l’epilogo meglio così – esordiva: “Il vicario vescovile si dimette e va a fare il parroco nella sua Alassio. Don Giorgio Brancaleoni avrebbe annunciato nei giorni scorsi al vescovo Mario Oliveri la sua intenzione di lasciare sia il ruolo di vicario che la guida del Seminario. La scelta di Brancaleoni sarebbe motivata dal desiderio di tornare a svolgere il suo mandato più a contatto con i fedeli che non gli uffici della Curia. L’occasione gli sarebbe stato fornita dal pensionamento di don Angelo De Canis che libera una parrocchia importante come quella di Sant’Ambrogio….. al tempo stesso svincolerebbe le sorti dell’ormai ex vicario da quelle di una curia che negli ambienti delle alte gerarchie ecclesiastiche non è certo citata a modello. E poi non c’è da dimenticare che in tanti anni di onesto vicariato, Brancaleoni non avrebbe mai avuto alcuna opportunità di fare carriera, come è invece capitato al suo alter ego, Tonino Suetta, recentemente diventato vescovo di Ventimiglia…Difficile prevedere chi sarà il nuovo vicario, anche se tra i nomi che circolano con maggiore insistenza c’è quello di don Tiziano Gubetta”.
LA PERSONALITA’ – Fin qui la asserita notizia. Don Brancaleoni, in passato, è stato al centro di una lettera attribuita al corvo (aprile 2013) in cui veniva accusato di una presunta convivenza. Allora alcuni organi di informazione parlavano di malessere radicato e divisioni profonde nella curia ingauna e dintorni. Veniva ricordato l’episodio dell’ex parroco di Ceriale ed ex vice rettore del Seminario Vescovile (fine anni ’50), don Leandro Caviglia; durante un pranzo ufficiale consegnò al vescovo Mario Oliveri un dossier contenente l’elenco di presunti scandali che avevano investito la diocesi ed alcuni suoi sacerdoti, con ampio risonanza su organi di informazione locale, regionale e nazionale. Basti pensare agli oltre 600 articoli che avevano accompagnato la ‘don Luciano Massaferro story‘, invano difeso dallo stesso vescovo e da un Comitato alassino dove primeggiava l’architetto Marco Melgrati, ex sindaco, ex organizzatore di serate con intrattenitrici seminude per la gioia degli invitati, personaggio di spicco del locale Rotary.
I più insofferenti e mortificati dalla reggenza di monsignor Olivieri sarebbero quei sacerdoti, ormai anziani, ordinati dai vescovi Raffaele De Giuli ed Alessandro Piazza. Si indica, in particolare, l’arrivo nella diocesi di Albenga di seminaristi di cui poco o nulla si conosce della loro vita, diventati preti con il vescovo in carica. C’è pure qualche sacerdote incardinato che si è trasferito dalla sua diocesi d’origine. E come giustificare un così alto numero di ‘arrivi’ che percentualmente non ha paragoni rispetto ad altre diocesi ? Si tratta effettivamente di appartenenti al pianeta gay ? Omosessuali ?
Senza aver avuto la possibilità di consultare il dossier di don Caviglia, riproniamo, a completezza informativa, un sintetico excursus dei titoli riservati agli episodi più eclatanti della rassegna stampa dal 2010 ad oggi.
NOVEMBRE 2010 : cronaca da Loano. “Un prete che non doveva essere ordinato ed un diacono che si fidanza con una catechista minorenne, salvo poi abbandonarla e trasferirsi altrove per una nuova storia d’amore. Il prete che non doveva essere ordinato si chiama Filippo Bardini, oggi responsabile per la Consulta per la pastorale della Sanità, destinato all’ospedale Santa Corona (nei mesi scorsi è esploso il caso delle condizioni igieniche della dimora…ndr). Nell’articolo si ricorda che “Come membro del Sacro Ordine del Presbiterato è stato ritenuto né preparato, né degno, da don Claudio Doglio rettore del seminario vescovile di Savona e per questo non ordinato nè dal vescovo Calcagno, nè dal successore Lupi. Ma a rimettere le cose a posto ci ha pensato Olivieri, nonostante il seminarista avesse manifestato seri problemi nel campo dell’aggressività e della omosessualità. E ancora, si accennava alla Congregazione per il clero che doveva giudicare la posizione di Marco Battistini diacono, loanese, ordinato nel 2006 e destinato al sacerdozio, ha avuto una clamorosa storia d’amore con una concittadina catechista, minorenne all’epoca dei fatti. Ora Battistini ha la residenza in Piemonte, una nuova compagna e dirige il coro della parrocchia di Garlenda. Nello stesso giorno si scrive anche che don Tirla, parroco a Poggi di Imperia, è ‘frequentatore di siti gay’.
DICEMBRE 2010 : nella cattedrale di Albenga ordinati cinque sacerdoti, tra di loro l’ex modello Julio Abalsamo, 45 anni, italo argentino che ha sfilato per molte griffe internazionali della moda. Nella stesa cerimonia hanno ricevuto il sacramento sacerdotale, don Ivan Cattaneo, 39 anni, milanese, un polacco ( Thomas Jocmermczyk, 34 anni), don Marco Veghini, veronese.
DICEMBRE 2010 : don Berto Busso celebra a Bastia d’Albenga un matrimonio tra una donna albenganese ed un cittadino straniero senza permesso di soggiorno. Lei cattolica, lui non praticante. La scelta è stata difesa da Eraldo Ciangherotti assessore ai servizi sociali (allepoca), definita legittima anche se ci sono problemi con la trascrizione nei registri del Comune. E’ stato trovato un escamotage per aggirare la legge Bossi – Fini ?
GIUGNO 2011 : Aveva 54 anni, è morto di Aids ed era stato parroco di Giustenice. Amico di don Riccardo Seppia in carcere per induzione alla prostituzione minorile ed abusi sessuali. C’era un legame ed un rapporto tra i due preti. Il sindaco, Ivano Rozzi, riportavano i media, ha scritto una lettera al cardinale Angelo Bagnasco.
GIUGNO 2011 : Il Secolo XIX, a tutta pagina, titola ‘L’irresistibile ascesa di don Suetta‘, prevedendo con largo anticipo la nomina a vescovo avvenuta nel gennaio 2014. Il quotidiano a firma di Antonella Granero riporta: “….Don Suetta è l’autentico uomo forte della diocesi. Uno dei sicuri astri nascenti della Chiesa Ligure. Carisma pastorale, molto amato dai suoi ragazzi…capacità imprenditoriali…, solide entrature in Vaticano, con un altrettanto solido radicamento nell’area politica del centro destra…Difficile non pronosticare per lui promozioni….I 17 anni della cooperativa sociale Il Cammino di Sanremo – autentica potenza di cui don Suetta è stato fondatore e presidente sino a non molto tempo fa – sono stati festeggiati con la partecipazione del Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ma anche dell’ex ministro Claudio Scajola, patron politico del ponente ligure e nume tutelare delle cooperativa sin dalle sue origini. E ancora, tra i presenti, Marco Simeon, consigliere di amministrazione Rai, ex uomo di fiducia di Cesare Geronzi, ambasciatore del Vaticano nel mondo della politica e della finanza, vicino a Sodano, Bagnasco e Bertone… Dal 2006 don Tonino Suetta è l’economo della diocesi, tiene i cordoni della borsa che, prima di lui, era stata amministrata con sagacia per decenni da don Fiorenzo Gerini..., don Tonino è rimasto la guida spirituale della cooperativa….”. Nel giugno 2011 nomina di don Suetta a rettore del seminario il cui edificio ospita ora anche la ‘casa del clero’ con 3 anziani sacerdoti.
OTTOBRE 2011 : Padre Alfonso Maria Parente, frate cappuccino, che nel 200o aveva partecipato al festival di Sanremo (32 anni) con il brano ‘Che giorno sarà‘ e che falsificò i documenti – come lui ammise – è stato chiamato dal vescovo Olivieri nella parrocchia di Pairola (San Bartolomeo), ma è scappato dopo aver ripulito la cassa (?) e nessuno immaginava un epilogo così poco cristiano.
DICEMBRE 20011 : prima pagina con tanto di foto (volto travisato) di un parroco tatuato sulle braccia e sul tronco, nonchè infilzato dal piercing su entrambi i capezzoli. Immagine, riportavano i giornali, dell’ennesimo sacerdote border line della diocesi di Albenga – Imperia. Si racconta dei 4 mesi di lavoro per tatuare il don. Un cliente come un altro lo definì l’artista retribuito regolarmente. L’inviato speciale del Secolo XIX, Paolo Crecchi, scrisse in quella occasione : ” Negli ultimi mesi ad Albenga e dintorni è successo di tutto. Prima il parroco di Bastia accusato di avere un’amante donna, sostituito da quello di Leca che avrebbe, a sua volta, avuto un’amicizia particolare con un uomo. Poi il parroco di San Bartolomeo al Mare: avrebbe frequentato un amico ed ammalato di mononucleosi, la malattia del bacio. E lui reagì scrivendo sul portone della chiesa che quell’uomo era suo cugino e comunque “ho diritto di vivere con chi voglio”. E, sempre dall’articolo di Paolo Crecchi ” La vicenda del cappellano che a bordo di una nave da crociera non avrebbe tenuto un comportamento consono all’abito talare….come non bastasse uno dei preti recentemente ordinati da Olivieri ha un passato burrascoso al punto che lo avevano cacciato….Ecco perchè – concludeva il servizio – il vescovo di Firenze ebbe a parlare di Albenga- Imperia come ‘la diocesi più chiacchierata d’Italia“?
FEBBRAIO 2013 : don Italo Casiraghi, 70 anni, sacerdote pedofilo, vive nascosto a Pietra Ligure, celebra messa in parrocchia e dalle suore. La sua presenza è nota anche al vescovo e a don Fusta.
FEBBRAIO 2013 : il sacerdote che fa il barista con la fidanzata. La storia di don Cesare Donati, il prete che dice messa la domenica e serve il lunedì in un bar della Villetta, a Savona: gestisce il locale con l’amica del cuore. Nella stesso servizio si ricorda la vicenda di don Luciano Massaferro, sacerdote di Alassio condannato a 7 anni per abusi su un bambina. Don Donati era stato amministratore parrocchiale a Vecersio e Cenesi.
FEBBRAIO 2013 : don Fabio Bonifazio ha patteggiato la condanna ad un anno, pena sospesa per aver palpeggiato, a Loano, una ventenne. In precedenza era stato vice parroco del Cristo Re di Imperia. Il sacerdote dopo il fattaccio ha trascorso un periodo di meditazione in Sudamerica.
APRILE 3013 : un corvo accusa il vescovo di Albenga: tre dei quattro diaconi appena nominati sono stati mandati via da altri seminari.
APRILE 2013 : Colpo di scena a Pietra Ligure. La Cassazione accoglie il ricorso del Pm contro l’assoluzione di don Luigi Fusta accusato di aver favorito un parrocchiano che avrebbe compiuto abusi sessuali su una ragazzina. Il Gup di Savona mandò assolto il prete ‘perchè il fatto non sussiste’.
MAGGIO 2103: dieci sacerdoti della diocesi firmano un documento pubblico contro le maldicenze. Si rovina la reputazione delle persone senza riscontri. Sono i vicari foranei don Danilo Galliani (Alassio), don Tiziano Gubetta (Albenga), don Taddeo Krasuski (Andora), don Davide Polini (Diano Marina), don Edmondo Bianco (Loano), monsignor Mario Ruffino (Oneglia), don Luigi Fusta (Pietra Ligure), don Sandro Decanis /Pieve di Teco), don Ambrogio Bianchi (Pontedassio), don Antonello Dani (Porto Maurizio). Tra l’altro era scritto ” Tutto sembra mirato a tratteggiare a tinte fosche il rapporto del vescovo diocesano e buona parte del suo clero, le scelte pastorali, liturgiche e vocazionali riferendosi a pubblicazioni basate sull’anonimato, propalando pseudo notizie, sospetti, voci, allusioni, con un potente effetto di denigrazione e discredito….il clero tutto è unito attorno al nostro vescovo in uno spirito di affetto e collaborazione…perdoniamo e preghiamo per coloro che hanno fatto ricorso in forma anonima ai giornali e alla rete per dare sfogo a risentimenti, invidie, opinioni malevole. Disinformazione, diffamazione, calunnia…”. Pare che l’ispiratore iniziale e autore dello scritto sia stato don Dani, con il dono della ‘penna facile’.
OTTOBRE 2013 : il vice parroco italo -argentino, ex modello di Prada, lascia la parrocchia di Diano Marina per la navi da crociera.
COSA E’ CAMBIATO IN CURIA NEI QUADRI DI COMANDO ?
Trucioli.it, dopo la promozione di Suetta a Vescovo di Ventimiglia, aveva dato notizia che il posto da economo era passato di fatto a don Giancarlo Cuneo ( un fratello gemello pure sacerdote in diocesi) che lasciava la parrocchia di Dolcedo. Un nomina ‘forte’ in quanto gradita all’arcivescovo di Genova da dove i Cuneo provengono. Se Brancaleoni avesse ‘liberato’ il posto di vicario generale, il nome più gettonato era quello del canonico Tiziano Gubetta, pro vicario generale e cancelliere. Parroco di Leca d’Albenga, don Gubetta proviene dalla provincia di Novara dove ha studiato da seminarista, infine ordinato sacerdote dal vescovo Olivieri. Fa parte di quel gruppo dei cosiddetti ‘foresti‘ di cui gli stessi confratelli della diocesi, in gran parte, sanno poco o nulla. Don Gubetta ha la licenza in diritto canonico. Titolo accademico che non ha monsignor Brancaleoni al quale viene riconosciuto un notevole bagaglio culturale. Non solo, è alassino come il predecessore. Il canonino don Domenico Damonte, classe 1922, oggi il più anziano sacerdote della diocesi. Negli anni ’50 e ’60 è stato padre spirituale in seminario, parroco della cattedrale e vicario generale dopo la morte di monsignor Nicolò Palmarini. Don Damonte appartiene alla vecchia guardia sotto ogni aspetto, tanto per cominciare non è mai stato coinvolto in fatti disdicevoli come uomo e come prete; rafforza la convinzione di quanti continuano a sostenere che tra il clero ci sono tanti pastori eccellenti. Le mele ‘marce’ che hanno offuscato l’immagine nella diocesi di Albenga – Imperia sono una vera e propria disgrazia. Una maledizione di cui bisognerà liberarsi.
Salgono, tra i bene informati, le quotazione di don Antonello Dani, tra i primi segretari di monsignor Mario Oliveri . E un personaggio controverso ed estroverso, di recente trucioli.it ha ricevuto la testimonianza – protesta di una pensionata parrocchiana di Piani (Imperia) che si era già rivolta al Secolo XIX Imperia, al sindaco, alle autorità per denunciare, a suo dire, il comportamento irriverente a proposito di problematiche causate dal campo giochi gestito da don Dani e che provocherebbe gravi disagi notturni all’anziana e al quartiere popolare. Ma pare, almeno questa, una questione ‘particolare’, rispetto ad altri comportamenti discussi e discutibili. Incluse alcune prese di posizione definite ‘coraggiose e controcorrente’. (vedi altro articolo del Secolo XIX a fondo pagina)
Lo staff curiale attuale, oltre a Brancaleoni e Gubetta, include mons. can. Battista Gandolfo, vicario episcopale per l’Evangelizzazione, la cultura e le comunicazioni sociali. Vicario episcopale per la pastorale scolastica, mons. can. Mario Ruffino, seppure della ‘vecchia nomenclatura’ ha cercato di adeguarsi al ‘corso del vescovo’ , ai figli della restaurazione anticonciliare. Don Gallo e don Balletto, ad esempio, erano angosciati da certi giovani sacerdoti, smaniosi di mettersi un elegante talare ed andare in giro con essa, magari in bicicletta. Visibilmente troppo compiaciuti di esibire quel marchio di appartenenza dentro il quale pare esaurirsi in una scelta del sacerdozio nata da debolezze personali più che dal coraggio della fede. Chiusi nel loro abito d’ordinanza e in una rappresentazione del Vangelo come recinto identitario, spesso noisi e senza anima nelle loro prediche gremite di luoghi comuni.
I ‘corvi’ tuttavia sbagliano sia nell’anonimato, sia nel dare in pasto all’opinione pubblica vicende di cui nessuno, fino a prova contraria, ha accertato la veridicità. Non è un metodo onesto, saggio, né di libera e corretta informazione. Nessuno, comunque sia, potrà negare l’evidenza della diocesi di Albenga- Imperia di aver accolto, nell’era Olivieri, con troppa facilità e per ragioni non sempre di carità, seminaristi e preti quantomeno di dubbia morale.
Il professore, Vittorio Coletti, ordinario della Lingua Italiana all’Università di Genova, accademico della crusca, imperiese, gioventù nell’Azione cattolica, stretto collaboratore del compianto don Bellocchio, firma prestigiosa dell’edizione ligure de la Repubblica, premiato “Ligure dell’Anno’, ha citato in uno dei suoi articoli il vescovo Olivieri per aver detto: ” Tutto ciò che sminuisce o altera il ruolo del Ministro sacro facendolo assomigliare a quello di un animatore o di una guida…è da evitare con la massima attenzione “.
LEGGI L’ARTICOLO DEL SECOLO XIX IMPERIA: LA LEZIONE DI DON DANI AI RAZZISTI