Il prof. Mario Lorenzo Paggi, già presidente dell’Azienda di Soggiorno, della Fondazione Sant’Antonio, docente scolastico ‘comandato dal Ministero al Comune di Savona (anni’70 e ’80), pensionato, già candidato alle comunali, lasciando il Pci nel 1983, è tornato sul tema della valorizzazione dello storico Castello di Monte Ursino. Con un articolo ha ribadito quanto va sostenendo dallo scorso anno in modo costruttivo, moderato, propositivo, con alcuni concetti chiave. Un accorato invito a scongiurare la prosecuzioni di interventi che deturpano, oltre che superflui e costosi (ascensore esterno, accesso per disabili in una zona non primaria della struttura). Il vecchio cronista, da 45 anni testimone dei tanti scempi compiuti ai danni del patrimonio storico dei nostri avi e della sua potenzialità non sfruttata come meriterebbe, denuncia nel caso Noli la scelta scellerata di esponenti eletti in liste di sinistra, estrema sinistra, coadiuvati da verdi savonesi.
Non si tratta di pregiudizi, ma del più elementare buon senso. C’è una legge che del 1936 che consente interventi di restauro, recupero e riqualificazione del castello rispettato la configurazione architettonica ed urbanistica della collinacircostante. Nel 2009 il Comune di Noli (sarebbe opportuno rendere noti i nomi dei tecnici, funzionari e di quanti hanno approvato il progetto) vara un ‘elaborato’ di albergo diffuso. Bloccato dalla Regione Liguria nel 2012. Ma restano in vita altre opere quali l’ascensore esterno e l’accesso ai disabili ai quali deve sempre andare tutta l’attenzione della scienza e della coscienza, ma non a discapito della comunità nel suo insieme. Come accade in questo caso, siamo di fronte ad un immobile di ‘elevato pregio storico ed architettonico’. E perchè non intervenire, rinunciando all’ascensore, sulle mura esterne e ricostruire la ‘porta du scin’. Perchè dopo il primo intervento delle Colombiane, si è finito per sposare la ridefinizione di piazza del Maschio con una spesa suddivisa tra Comune e Regione (1 milione e mezzo di euro, di cui 750 di contributi comunati) ?
ECCO L’ARTICOLO SCRITTO DA MARIO LORENZO PAGGI , inviato a giornali e web savonesi
Il progetto, approvato dal Comune di Noli è in fase di realizzazione. Il recupero e la riqualificazione funzionale del castello di Monte Ursino ha aperto il dibattito sulla necessità di un ascensore panoramico da incastonare nel torrione di Sud-Ovest e sulla opportunità di richiudere lo squarcio aperto alla sua base.
«Il progetto nasce dall’esigenza del Comune di Noli di definire un riassetto del bene monumentale che caratterizza fortemente l’immagine del territorio comunale: il complesso monumentale di Monte Ursino». Così inizia la relazione descrittiva del relativo progetto esecutivo che così prosegue: «… in particolare il progetto ne prevede il recupero e la riqualificazione ed adeguamento funzionale…». Ubicato sulla collina a levante, questo castello con il suo possente maschio circolare, le sue mura che scendono fino al centro storico di Noli e, a levante, a strapiombo sul mare delimitate da quella che veniva chiamata “a porta du scin” e che fu abbattuta nel 1964 perchè pericolante (ma poteva essere consolidata e restaurata), fu costruito a partire dal XII secolo. L’aspetto e la forma attuale è databile al rifacimento del 1551 su consiglio della Repubblica di Genova di cui il comune di Noli faceva parte con tale autonomia politica, amministrativa, giuridica ed economica, da apparire una piccola repubblica marinara indipendente e alleata della Superba. La stessa collina conserva i segni e i resti di antiche costruzioni (le cosiddette “casazze”) dell’originario insediamento di Noli del secolo XII quando era sotto il dominio della famiglia dei Del Carretto. Quell’area archeologica caratterizzata dai resti e dai segni di abitazioni medioevali avrebbe dovuto divenire la sede di un albergo diffuso secondo un progetto previsto dal piano particolareggiato del centro storico adottato dal Comune di Noli nel 2009 e successivamente bloccato dalla Regione Liguria nell’autunno del 2012. L’accesso al castello è possibile, se pur per sentieri disagevoli, da quello che sale dal Vescovado e da quello che lo lega con la strada provinciale per Voze attraverso uno storico passaggio nelle mura. Questa la situazione attuale di un monumento e di una collina tutelati da numerose leggi che discendono da quella del 1939. L’attuale progetto approvato dal Comune di Noli e dalla Soprintendenza ai beni architettonici della nostra regione prevede un intervento sull’intera area della piazza del Maschio delimitata dalla cinta muraria dotata di camminamenti di ronda, due porzioni di territorio esterno alle mura dove sono previsti il recupero dell’attuale sentiero di accesso e la realizzazione di un secondo percorso “fruibile anche da persone con limitate capacità motorie” recita la precitata relazione.
Il Maschio non rientra tra le opere da restaurare mentre il torrione posto sul lato Sud-Ovest della piazza che ha già subito alcuni interventi conservativi agli inizi degli anni ’90 in occasione delle Colombiane è recentemente stato oggetto di uno squarcio alla sua base per permettere l’accesso ad un costruendo ascensore panoramico (Vedi foto). L’area interna del castello prevede una serie di interventi sul predetto torrione (adibito originariamente agli alloggiamenti dei suoi abitanti) mirati ad attrezzarlo per ospitare il precitato ascensore panoramico che arriverà in altezza fino ai camminamenti di ronda. Si prevede, poi, la ridefinizione della piazza del Maschio da dedicare a platea per spettacoli a cui potranno accedere 75-80 persone, la costruzione di un palco per le manifestazioni, di un servizio igienico, il ripristino del percorso di collegamento con il centro storico di Noli (sentiero del Vescovado), gli altri due percorsi di collegamento con l’area del Maschio (quello storico e il nuovo che passerà sotto il torrione per accedere all’ascensore e la riqualificazione dell’area verde interna alle mura. Ciò detto, non vi è dubbio che la riqualificazione del castello e, ci si augura nel prossimo futuro, delle mura esterne che in alcuni punti sono semidiroccate è una scelta urbanistica positiva per la quale sono impegnati, ciascuno per il 50%, sia il Comune di Noli che la Regione Liguria attraverso i programmi comunitari della CEE per un importo complessivo di Euro 1.500.000. Al riguardo, si tenga presente che il finanziamento comunitario di Euro 750.000 non era ancorato dall’obbligo di dotare il castello di strutture di accesso per i disabili e che trattandosi di un monumento di elevatissimo pregio storico-architettonico, il comune di Noli avrebbe avuto comunque una risposta positiva alla richiesta di restauro avanzata alla CEE.
Le perplessità che arrivano non solo dal sottoscritto ma da diversi cittadini e villeggianti culturalmente e professionalmente qualificati riguardano l’intervento sul torrione con lo squarcio predetto alla sua base, l’inserimento di un ascensore e il tamponamento dei due lati mancanti di Nord-Est con “una struttura frangisole formata da elementi in acciaio cor-ten collegati fra di loro a formare pannelli indipendenti e sorretti dalla struttura portante verticale costituita da pilastri di legno che collaborano con la struttura dei solai del torrione a mezzo di piastre metalliche” come si legge nella relazione descrittiva. Al riguardo, si pongono due osservazioni critiche per contribuire al dibattito sull’argomento e non per pregiudizi di sorta. A me sembra che la norma generale, quando si interviene su un monumento vetusto che abbisogna di essere restaurato e recuperato, sia quella di rispettare lo stato in essere dello stesso senza interventi che collidano con la situazione architettonica preesistente e con la precedente destinazione d’uso di tutto o di parte di esso. E mi lascia perplesso la motivazione che viene richiamata in riferimento alla possibilità di accesso ai disabili poichè non si tratta di un servizio primario, necessario ed essenziale. Tanto più che l’accesso predetto non serve per visitare un museo archeologico o delle sale affrescate ma uno spazio all’interno del castello a cielo aperto di modeste dimensioni mentre ben altre suggestioni suscita la vista complessiva dall’esterno di quel complesso architettonico. Dalle strade dell’immediato entroterra di Noli, accessibili a tutti, poi, si godono panorami e scorci di incredibile suggestione emotiva e poetica del castello, del golfo racchiuso tra Capo d’Ere e Capo Noli e dell’isola di Bergeggi oltre che dell’entroterra fino alle Rocce bianche. Lo stesso scenario visibile dai camminamenti di ronda del castello. Diverso, il ragionamento sarebbe, se quell’accesso fosse reso possibile senza un intervento così discutibile sulla base del torrione per accedere ad un ascensore superfluo (e costoso!) che deturperà l’aspetto architettonico preesistente come l’abbiamo avuto in eredità dai nostri avi e come dovremmo lasciarlo ai nostri figli. Non mi risulta, ad esempio, che per accedere alla cupola del duomo di Firenze sia stato predisposto un ascensore per chi non è in grado di arrampicarsi a carponi sui gradini interconessi tra le sue calotte della cupola. D’altronde è di questi giorni un puntuale dibattito a Milano dove, in occasione dell’expo del 2015, vi è chi vorrebbe costruire un ascensore panoramico temporaneo accostato ad una parete esterna del duomo di Milano per facilitare l’accesso dei turisti alle sue guglie, con l’opposizione della Soprintendenza ai beni architettonici della Lombardia, di numerosi docenti universitari e di cultori e professionisti del settore che hanno fatto un appello al cardinale Scola perchè non conceda il suo consenso.
Dunque, a mio avviso, sarebbe più che opportuno rinunciare all’ascensore panoramico del castello (dove tra l’altro dai suoi camminamenti di ronda si gode già di una vista stupenda a 360 gradi) e impegnare quelle risorse finanziarie per un intervento sulle mura esterne o magari per ricostruire “a porta du scin” che era situata sulla strada che da ponente andava a levante e che era utilizzata per i traffici commerciali del tempo passato. La stessa strada che ancor oggi serve per andare a Spotorno attraversando la regione Chiariventi e, con una deviazione, al cimitero di Noli costruito nel 1870 e che è sottoposto alla vigilanza della Soprintendenza ai beni architettonici. Insomma, il progetto di restauro, il recupero e la riqualificazione del castello di Monte Ursino sono non solo lodevoli ma da incoraggiare a patto che si rispetti la sua attuale configurazione architettonica e quella urbanistica dell’intera collina circostante così come aveva previsto la legge del governo del 1939 la quale aveva demandato ad ogni provincia il compito di individuare le emergenze architettoniche, paesaggistiche e artistiche da salvaguardare tra cui anche Capo Noli. Indirizzo e sensibilità ripresi e ribaditi da successive leggi, anche recenti.
Mario Lorenzo Paggi