L’ipotesi di realizzare il nuovo carcere nel centro di Savona definita “una follia” da Carlo Freccero, è l’ultima di una serie di violenze “cadute dall’alto” sul comprensorio savonese, tutti mega progetti di grande impatto ambientale e fortemente contrastati dalla popolazione, per la loro pericolosità e/o per conclamata inutilità.
A partire dalla centrale a carbone ora fermata, senza dimenticare la piattaforma Maerks in costruzione, a Vado Ligure, opere seguite dal deposito del bitume, ancora in stop non definitivo, nel porto di Savona, per finire con il tunnel di Capo Noli in via di approvazione forse conclusiva.
Questa pressante sequenza di gravi contrasti tra poteri decisionali nazionali e la volontà dei cittadini coinvolti, induce una riflessione esemplare, utile per chiarire le diametralmente opposte situazioni, che possono scaturire dall’esito del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
Infatti gli scenari futuri per tutte le situazioni relative alle grandi opere, saranno assolutamente diversi.
Se vincerà il No e resterà operante la Costituzione originale, l’esito di ogni grande opera sarà la risultante di un processo democratico, basato sull’applicazione delle norme ora previste, per la tutela sia degli interessi generali, sia per quelli di chi proporrà qualsiasi iniziativa.
L’iter sarà talvolta più lungo ma sempre certamente più equo, e non potranno prevalere gli interessi di lobby potenti capaci di incidere sull’approvazione di leggi ordinarie, mediante maggioranze parlamentari occasionali e mutevoli, oppure condizionate da governi più o meno autoritari e/o provvisori.
Una probabile conseguenza positiva, potrà essere finalmente lo stop dei lavori della piattaforma Maerks, dopo che anche la Corte dei Conti Europea l’ha dichiarata nei giorni scorsi, opera inutile e non autorizzata anche perchè è in corso un notevole calo dei traffici di container sia mondiali che nel territorio mediterraneo di riferimento, a maggior ragione quando il vicino porto container di Genova è ampiamente sottoutilizzato.
Senza contare che i lavori stanno proseguendo alacremente malgrado siano abusivi, mentre dovrebbero già essere stati interrotti poiché sono finalizzati ad una variante di 70 ml, priva delle necessarie autorizzazioni.
Si noti che nessun ente preposto al controllo, sia intervenuto, forse proprio perchè come molti ritengono, esisterebbe di fatto il beneplacito governativo, indotto dalle norme della Sblocca Italia, in attesa dell’esito favorevole del referendum che sanerebbe definitivamente la situazione.
Se prevarrà il SI, tutti i grandi progetti saranno realizzati senza se e senza ma, in assenza di un qualunque contraddittorio con gli Enti locali, grazie al “diritto di preminenza”del modificato art 117 che ogni governo potrà applicare a sua discrezione con potere sovraordinato rispetto a qualunque norma ritenuta in constrasto.
Ovviamente il tutto in abbinamento all’esclusivo potere decisionale in materia di Energia, Ambiente, Grandi strutture e quelle ritenute strategiche, che la Costituzione riformata riserverà al governo e che varrà per tutte le future opere arbitrariamente proposte dal potere esecutivo nazionale.
Così probabilmente, la centrale di Vado potrà essere utilizzata per produrre energia elettrica bruciando venefici rifiuti urbani in sostituzione del carbone.
Considerazioni del tutto analoghe riguardano la realizzazione o l’annullamento del progetto bitume, che il SI confermerebbe in sfregio a oltre 15 mila firme contrarie e all’opposizione, sebbene tardiva di Regione e Comune, se dichiarato come impianto strategico dal governo.
Inoltre, anche il bay-pass, proposto dall’Anas, ente filo governativo e supportato dalla nuova giunta Regionale, malgrado sia ritenuta un’opera inutile, sarà costruita contro la volontà del Comune di Noli e dei suoi cittadini, se il governo applicherà il diritto di preminenza previsto.
La ciliegina sulla torta per festeggiare la riforma costituzionale appena approvata, sarà la costruzione della meno sensata delle mega-opere, quel ponte sullo stretto di Messina appena annunciato dal Capo del Governo, così divenuto la personificazione di un potere quasi assoluto.
Un eventualità da scongiurare non per motivi ideologici, bensì nell’interesse di tutti i cittadini e per la difesa dei fondamentali principi democratici.
Giovanni Maina
IL REFERENDUM NON È IL GIUDIZIO DI DIO
Se vinceranno i SÌ non sarà la fine del mondo e non sarà la fine della democrazia. Se vinceranno i NO non sarà la fine del mondo e non sarà la fine della democrazia. A seconda che vincano i SI o i NO passerà o non passerà una modesta riforma che non merita le passioni che sento in giro. Perciò votiamo SI o NO ma smettiamo di credere che siamo di fronte a una riforma epocale da sostenere o da contrastare con passione. Leggete il testo della riforma e dedicategli la passione che merita. La passione, quella vera, conserviamola per quello della nostra Costituzione che attende ancora di essere realizzato.
Ad esempio, l’art. 3, che credo sia il succo e l’essenza della nostra Costituzione, non è stato ancora completamente rispettato da nessun governo e da nessun parlamento. Non merita un’appassionata mobilitazione sia di chi voterà SÌ che di chi voterà NO? Magari una mobilitazione INSIEME.
Luigi Vassallo