La Casa della Legalità – Onlus concretizza l’azione legale antimafia annunciata con l’iniziativa “Per Ventimiglia, per il Diritto”, al fine di ottenere, attraverso il formale Ricorso, la revocazione della Sentenza del Consiglio di Stato 748/2016 che, con errori di fatto macroscopici e pesanti omissioni, ha annullato lo scioglimento del Comune di Ventimiglia.
Il Ricorso per revocazione della Sentenza Consiglio di Stato 748/2016, promosso dalla Casa della Legalità – Onlus, presentato dall’Avv. Aurelio Di Rella, a seguito degli approfondimenti con un pool di legali esperti di Diritto Amministrativo, chiama anche in causa – per sostenere la correttezza e fondatezza del provvedimento di scioglimento dell’amministrazione Scullino-Prestileo ed il conseguente commissariamento del Comune di Ventimiglia – il Ministero dell’Interno.
Come si era da subito evidenziato e documentato pubblicamente, la Sentenza impugnata è afflitta da errori di fatto sotto molteplici profili, a partire dalla valutazione dell’aspetto penale che era ed è estraneo alla procedura amministrativa di scioglimento dell’Amministrazione Scullino-Prestileo. I Giudici del Consiglio di Stato, a differenza dei giudici del TAR, hanno inoltre totalmente ignorato le complessive emergenze istruttorie su cui si fondava l’adozione del provvedimento di scioglimento/commissariamento e che scaturivano da approfondite indagini istruttorie che evidenziavano una pluralità di circostanze (corroborate da elementi documentali) tali da configurare elementi certamente concreti, univoci e rilevanti circa i condizionamenti della criminalità organizzata su amministratori e dirigenti.
Senza entrare qui nel dettaglio, si può sintetizzare che gli elementi indicati dal Prefetto Spena e quindi dall’allora Ministro dell’Interno Cancellieri, a seguito della documentata indagine della Commissione d’Accesso, risultano motivare e documentare in modo inequivocabile un contesto che imponeva l’adozione del provvedimento di scioglimento e commissariamento. Le irregolarità nelle assegnazioni dei lavori alla cooperativa Marvon, la mancata richiesta dell’informativa antimafia nell’ambito dei lavori del costruendo porticciolo turistico, la procedura relativa all’incarico per la raccolta dei rifiuti, il rapporto con la Coffee Time, come anche, ad esempio, i pesanti vizi emersi sul modus operandi dell’Amministrazione Scullino-Prestileo, che risultano elementi ben dettagliati negli Atti istruttori della procedura e nelle conseguenti e coerenti motivazioni del provvedimento di prevenzione adottato.
La Sentenza impugnata, con tali evidenti errori ed omissioni nella valutazione degli Atti istruttori, tra l’altro, cancella in un sol colpo la giurisprudenza consolidata in merito agli illeciti nella gestione della Pubblica Amministrazione e quella sui provvedimenti di prevenzione antimafia (quali gli scioglimenti e commissariamenti per condizionamento e/o infiltrazione mafiosa dei Comuni), creando quindi un pericoloso precedente che mina l’applicazione della normativa di prevenzione.
Questa battaglia di Diritto, concretizzata con questa impugnazione, è stata promossa dalla Casa della Legalità – Onlus davanti all’inerzia del Ministero dell’Interno e ad un pericoloso ritorno del negazionismo, rappresentando il primo caso in cui per difendere un provvedimento dello Stato si è dovuta attivare direttamente, nell’ambito della Giustizia Amministrativa, un’associazione antimafia. Un azione resa possibile grazie alle donazioni e sottoscrizioni, per sostenere il ricorso, effettuate da semplici cittadini (infatti nessuna associazione o movimento che si dichiara impegnato per la legalità e l’antimafia ha fornito sostegno).
l’Ufficio di Presidenza
C.Abbondanza, S.Castiglion, E.D’Agostino