Sono trascorsi quasi 5 anni dal fattaccio. Doveva essere una serata musicale, di allegria popolare a Garlenda, Si è trasformata in un’incredibile, assurda e bizzarra tragedia per chi ne sta pagando le conseguenze. Ora si è persino organizzato una raccolta pubblica destinata a pagare le spese legali per due processi: penale e civile. Con pesanti imputazioni, per una cittadina, due funzionari comunali ed una richiesta danni di 800 mila €, oltre alle ingenti spese legali. In attesa di sentenze che potrebbero trasformarsi in un incubo senza fine, nel baratro civile, morale e famigliare.
Eppure su questa singolare ed allucinante vicenda – sotto certi aspetti più unica che grottesca – si sta consumando il mini ‘silenzio stampa’. A chi giova ? Difficile sentenziare, seppure a qualcuno crea imbarazzo. Leggi amministrazione comunale in testa, chi è stato chiamato a governare il paese negli ultimi anni, a partire da due o più sindaci che hanno visto ‘rendere agibili’, con lavori di ristrutturazione e cantiere, il Castello Costa -Del Carretto, il simbolo più caratteristico del paese, dopo il Golf ed il raduno ormai mitico delle ‘500. Ora però sta emergendo ciò che si è cercato di silenziare, dimenticare almeno via mass media. Al punto che un consigliere comunale della minoranza – opposizione Mario Carminati, eletto nella lista di Uniti per Garlenda – si è messo al computer, ha scritto un’interpellanza, quasi sibillina, al sindaco Silvia Pittoli, brillante avvocato civilista e ai suoi assessori; ex sindaco incluso ?
“Il sottoscritto….considerato il protrarsi del contenzioso… in cui è rimasto coinvolto una persona…. e valutata la deliebra del maggio 2015 con la quale la giunta comunale….nomina promotore difensore del Comune di Garlenda il legale della Compagnia di Assicurazione Ariscom, presso la quale il Comune ha sottoscritto la polizza…. segnala che ‘non è stato raggiunto in oggi alcun accordo tra le parti, interpella per conoscere e valutare, dato il protrarsi nel tempo della incresciosa situazione, se le motivazioni della scelta dell’ufficio legale dell’assicurazione non abbiano invece mai tutelato gli interessi del Comune e dato luogo a questo ritardo nel definire o a trovare una soluzione alla vertenza. E ancora: il massimale assicurativo sottoscritto dal Comune è inadeguato alle esigenze sia dello specifico caso che delle restanti situazioni di rimborso conseguenti alle attività poste in essere nel Comune con conseguente impossibilità di raggiungere un accordo o far fronte ai danni…. Infine la Giunta comunale in occasione di autorizzazioni ad uso privato di un bene pubblico (per es. palestra, piazza comunale, Castello o altri beni di proprietà del Comune) verifica le condizioni di sicurezza ed acquisisce un parere di agibilità dello spazio prima di autorizzare in uso temporaneo o continuativo il bene comunale. In attesa che la questione venga trattata in consiglio comunale….”.
C’è un misto di burocratese e tecnicismo nel testo, ma la sostanza è inquietante, capziosa ? La vicenda, seppure nel silenzio generale (è uscito una notizia a tre colonne su La Stampa Savona a firma del giornalista Stefano Pezzini, già corrispondente e redattore a Savona, ora a Torino alla redazione centrale, oltre ad una lettera messa in rete da alcuni giornali on line), ha fatto praticamente il giro di tutte le case dei residenti e dei turisti della ‘seconda casa’ di Garlenda. Ad attivarsi, come parte pesantemente in causa, suo malgrado, è il Circolo Artistico Culturale ‘Amici dell’Arte’, un’attività ultra decennale. Con un cappio al collo per colei che è stata l’anima e il presidente, Carmen Spigno, già insegnante, passione per l’arte, la pittura, un forte carica di altruismo, di abnegazione quando bisogna promuovere, dare lustro alle iniziative di Garlenda. Si trova imputata in concorso, sotto processo civile e penale, unitamente ad un architetto (Bonfiglio) ed un funzionario (Iaria) del Comune. Ci sono gli ‘anticipi’ alle spese legali, nel caso della Spigno l’avvocato Sergio Altamura di Savona. Si parla di una somma totale, per il primo epilogo civile e penale, che supera solo con un avvocato 50 mila euro. Non deve essere certo un bel lavorare e vivere neppure per i due dipendenti comunali.
IL FATTO – Era la sera del 20 agosto 2011. Il musicista milanese Agostino Guarino, socio del Circolo, mentre si accingeva a preparare un suo concerto per la serata musicale nel parco, è precipitato nel ‘pozzo’ del costruendo ascensore del Castello, la cui porta di accesso al locale non risultava in alcun modo segnalata, né resa invalicabile, come previsto dalle norme di legge sulla sicurezza nei cantieri e in cui si segnala i lavori in corso, il pericolo. Anzi nel caso una vera e propria insidia. Carmen Spingo nella lettera aperta, in collaborazione con il marito Pasquale, sostiene che nessuno del Comune o dell’amministrazione civica aveva mai informato alcun dirigente o socio del Circolo Amici nell’arte della presunta ‘trappola’. Ha aggiunto che le chiavi, per accedere al Castello, in quel periodo, non erano state consegnate esclusivamente al Circolo, ma anche ad altri soggetti per loro iniziative collaterali, quali un matrimonio, due serate di una loggia massonica ingauna, l’evento Calici di Stelle; erano abituali anche le manifestazioni organizzate da Pro Loco e Croce Bianca. L’usanza, per quanto sarebbe emerso fino ad ora, è che a nessuno veniva affidata la custodia dell’immobile.
Incalza Carmen Spigno nella lettera ai soci: “L’Associazione che rappresento è passata dall’essere vittima dell’incuria…ad essere ingiustamente accusata dal Comune di Garlenda quale responsabile dell’increscioso evento di una persona che all’epoca era anche nostro socio”.
I PROCESSI – La prima udienza civile si è tenuta il 23 ottobre 2015, ovviamente dopo essere stati querelati e citati a giudizio da Agostino Guarino che nella caduta nel pozzo, da un’altezza di 5 metri, ha riportato un’invalidità permanente del 55 per cento e sostiene di essere precipitato quando era alla ricerca di un panno, dopo aver aperto una porta, finendo nel vuoto. Intervennero i militi della Croce Bianca, i vigili del fuoco, i carabinieri, ma da allora il poveretto non si è più ripreso. Quel ‘buco’, quel pericolo pare si protraesse addirittura dal 2002. La seconda udienza c’è stata il 21 gennaio scorso davanti al giudice Alberto Princiotta. La presidente Spigno, anche quale rappresentante legale del Circolo, sta affrontando inoltre un processo penale davanti al giudice monocratico Marco Canepa. Scrive ancora la Spigno: “ Ho il dovere morale di chiarire ai soci che verso le 15 il socio Guarino si era recato al Castello per le prove insieme ad un collega (Mauro Vero ndr). Verso le 16 era entrato dal principale del Castello per cercare della carta affinchè il collega potesse asciugare gli strumenti. Aveva cercato nella cucina e nella toilette, non trovandola, aveva spinto la porta tra le due stanze, ma era precipitato nel vuoto in quello che doveva essere il vano del futuro ascensore. Il musicista disse che la porta non era chiusa chiave. Una prima tranche del lavori al Castello risaliva al 2002 e dunque tutti coloro che l’avevano frequentato erano stati esposti al pericolo”.
L’ASSICURAZIONE – La missiva prosegue facendo presente che l’assicurazione del Comune rifiuta di coprire i danni. Non solo, il Comune ed il suo legale addebitano al Circolo la piena responsabilità dell’accaduto e le conseguenze materiali, giuridiche e morali. Si sostiene (il Comune) che “avevamo le chiavi proprio in quel periodo, per quell’evento.” Sia di fatto che, per amore di verità, non le aveva soltanto il Circolo. Come si può documentare ascoltando chi ha organizzato, in precedenza, ed in concomatanza, altri eventi di intrattenimento popolare e non, associativo. ” noi risulta – viene rimarcato – che persino nello stesso periodo del disgraziato evento ci siano stati carotaggi e misurazioni murali da parte di vari tecnici”.
La lettera – testimonianza j’accuse si avvia alla conclusioni con ulteriori considerazioni: “ La passione per l’arte e la cultura è stata la molla che nel lontano 1999 mi ha indotta a fondare questa associazione, insieme a Rudolf van de Pool e Hans Krautkaemer, coadiuvata sempre con costanza da Pasquale, sobbarcandoci anche un lavoro enorme e molteplice….. e tutto questo sempre come volontari e senza alcun interesse economico. Il castello è rimasto chiuso fino al 1997 e riaperto per l’intervento della scuola e della cittadinanza, diventando un crocevia dell’arte e della cultura per il Ponente ligure, con frequenti servizi giornalistici, televisivi, radiofonici”.
LA CONCLUSIONE – Come è stato ripagato tanto volontariato ed attivismo ‘pro Garlenda‘? Conclude Carmen Spigno. ” Ora gli amministratori ci accusano della responsabilità di una loro inetta negligenza (per noi presunta fino a sentenza passata in giudicato ndr), senza averci mai informati del ‘pozzo’ esistente dietro una porta, forse non chiusa chiave e sicuramente non segnalata. La cassa del Circolo è quasi vuota, non troviamo giusto, sensato ed umano dover pagare in prima persona in solido….abbiamo invitato tutti i soci, i cittadini di buona volontà, ad aiutarci a raccogliere il necessario per le spese legali, creando un ‘fondo di solidarietà’ presso la nostra banca”…..
Manco a dirlo, siamo di fronte ad una tristissima storiaccia. Difficile mettere in croce tizio o caio, oppure la carenza di prudenza, prevenzione, l’incoscienza umana. Ci saranno le sentenze. Il Comune dovrebbe essere la casa di vetro senza pareti opache. Un edificio in cui tutto è sempre alla luce del sole e ben visibile, privacy personale a parte. Chi lo rappresenta non dovrebbe essere mai ostile o restio a dare notizie, a confrontarsi con chi ha il dovere di informare i cittadini scrivendo la cronaca che deve essere precisa, puntuale, corretta, non di parte. Dopo aver ascoltato una campana è auspicabile che si faccia viva, sentire anche l’altra. trucioli.it è un blog di volontari senza pretese e senza preconcetti, senza interessi economici da coltivare o incentivare con la pubblicità o pagine promozionali. Nessuno è tuttavia infallibile.
L. Cor.