I docenti continuano a protestare per la cancellazione dei diritti alla titolarità della sede e contro l’introduzione del superpreside, e lo sciopero degli scrutini fa infuriare molti dirigenti scolastici savonesi. Ma la parte più pericolosa (per i prof.) del disegno di legge rischia di passare pressochè inosservata. E’ quella che, cancellando la contrattazione collettiva, consente al governo – unilateralmente – di imporre condizioni peggiorative del rapporto di lavoro. Il presidente Renzi ha annunciato forse il ritiro del provvedimento sulla ‘Buona Scuola’. Ma….
I sindacati hanno lanciato l’allarme già da tempo, ma l’attenzione della categoria e dei media resta ancora focalizzata su questioni che sembrano fungere da distrattori rispetto al tema principale del contratto collettivo. Attraverso l’esercizio delle deleghe che stanno per essere conferite al governo dal parlamento, l’esecutivo potrà modificare unilateralmente le condizioni di lavoro. E, stando a quanto si legge nell’art. 22, il governo intende farlo anche nella delicata materia degli stipendi. Il dispositivo prevede, infatti, che le retribuzioni (e l’orario di lavoro ad esse collegato) dei docenti siano interamente regolate per decreto. Idem per quanto riguarda le retribuzioni del personale che lavora nelle scuole italiane all’estero.
Da qui alla cancellazione della contrattazione collettiva sul rapporto di lavoro di docenti e ATA il passo è breve. Ciò avverrà attraverso lo smantellamento del decreto legislativo 156/2001, la cui fine è prevista espressamente nel progetto di legge 3098, attualmente al vaglio del Senato. Questo vuol dire cancellazione delle tutele contrattuali: le regole, nei prossimi anni, saranno espressione unilasterale del datore di lavoro. Con la delega in bianco del ddl si prevede di modificare il Testo Unico della scuola che comprende gli orari di lavoro, le vacanze e gli stipendi. E non ci potrà più essere contraddittorio perchè il governo sarà delegato ufficialmente come unico interlocutore.
Nella giornata di martedì il presidente del Consiglio ha detto che 3 mila emendamenti sulla legge impongono il ritorno ai box della ‘vettura scuola’, la correzione di rotta, una conferenza nazionale, docenti e famiglie, a luglio.