A Savona è tornata di moda la proposta della “città dei Papi” attraverso una operazione turistica, che vorrebbe promuovere il turismo assumendo alla base di ciò la presunta “savonesità” di Sisto IV e Giulio II (presunta perché non sono nati a Savona ma nelle vicinanze) per proporre una diversa visione delle opere rinascimentali e barocche presenti in città.
Questa operazione è promossa dalla Società Dante Alighieri di Savona, d’intesa con il Comune, alla presenza spesso di rappresentanti vaticani. A questa operazione non può naturalmente sfuggire Pio VII, che fu prigioniero in città per un lungo periodo. Confesso che questa volta come storico mi sfuggono un pò i termini dell’operazione dato che in Italia esiste già un’altra”città dei Papi” ovvero Viterbo, che avrebbe sicuramente maggiori titoli per puntare su un turismo interessato alla storia religiosa per promuovere il proprio territorio (fosse solo perché fu sede di un tormentato concilio) oltre ad essere stata per secoli dominio vaticano. Inoltre mi sfugge a quali turisti /turiste ci si voglia rivolgere con i “Papi” come se il complesso monumentale della Cattedrale, la facciata e il passaggio di Palazzo Santa Chiara, il complesso monumentale del Santuario, il Priamar e i musei cittadini avessero bisogno di un simile slogan per essere visitati…
Dico ciò perché vi furono vicende storiche ben più recenti ed importanti, che andrebbero scoperte e che potrebbero interessare i medesimi savonesi nell’ottica della crescita civica sociale e democratica in città. Mi riferisco in particolare alla vicenda napoleonica con la presenza dello Chabrol e di Pio VII ( inquadrato almeno nel suo naturale contesto storico), alla prigione di Mazzini al Priamar dove venne ideata la Giovine Italia e soprattutto l’idea di una Italia che potesse liberarsi solo con le proprie forze in un processo di liberazione che fosse contemporaneo alla nascita di una coscienza civica nazionale.
A questo percorso si potrebbero associare i luoghi del monumento ai caduti di Piazza Mameli, del ‘processo di Savona‘ susseguente alla fuga di Turati in Francia, alla Lotta di Liberazione con la città Medaglia d’oro e con l’identificazione dei luoghi più’ significativi a cominciare dal forte della Madonna degli Angeli e dalla lapide dell’Italsider per finire alla tragica e mai chiarita vicenda delle bombe degli ani settanta. Si tratterebbe di un percorso innovativo che potrebbe far conoscere ai savonesi, ai turisti e alle turiste luoghi e aspetti meno noti ma altrettanto importanti della città lasciando i monumenti rinascimentali e barocchi al loro valore intrinseco senza scomodare i Papi,di cui non si riesce francamente a capire l’abbinamento con i monumenti (a parte naturalmente la Cappella Sistina con Papa Sisto IV). Cordiali saluti.
Danilo Bruno
DAL SITO UFFICIALE DEL COMUNE DI SAVONA
Servizi Comunali
Savona città dei Papi
Savona può definirsi con onore “Città dei Papi” grazie all’eredità culturale ed artistica lasciata da due grandi pontefici mecenati del Rinascimento, Sisto IV e Giulio II entrambi provenienti dalla famiglia savonese dei Della Rovere che permise alla città di essere raggiunta da “grazie particolari per l’obbligo della patria” e divenire centro di un crocevia di fervori intellettuali.
Sisto IV (1414-1484 ). Francesco Della Rovere nacque a Celle Ligure. Entrato nell’Ordine dei francescani minori, si laureò in teologia a Padova. Divenuto cardinale dell’Ordine nel 1464, ottenne tre anni dopo la dignità cardinalizia dal pontefice Paolo II, alla cui morte, il della Rovere fu eletto papa con il nome di Sisto IV.
Giulio II (1443-1513). Giuliano Della Rovere nacque ad Albisola Superiore e studiò con i francescani di Perugia. Nipote di papa Sisto ricevette dallo zio l’importante vescovado di Avignone, oltre ad altre sedi, e , nel 1471 ottenne anche il cappello cardinalizio. Fu eletto papa nel 1503 dopo un brevissimo pontificato di Paolo III.
Dalla propensione verso il genio artistico propria dei due papi, attinse anche Savona dove giunsero pittori e maestranze insieme agli architetti che lavorarono al riassetto urbano della zona compresa nel centro storico come si presenta ai giorni nostri.
Uno dei più importanti e innovativi edifici rinascimentali della Liguria, Palazzo Della Rovere o Palazzo Santa Chiara, disegnato dal Sangallo nel 1495, fu commissionato da Giuliano Della Rovere. La committenza roveresca conduce alla Cattedrale di N.S. Assunta per ammirarne il coro ligneo e il bassorilievo in lavagna dorata raffigurante l’Assunta (XIV secolo) che sovrasta una porta laterale. All’interno del chiostro adiacente al Duomo, troviamo il gioiello roveresco, costituito dalla piccola Cappella Sistina voluta da papa Sisto IV per ospitare il mausoleo dei genitori. Costruita tra il 1481 ed il 1483, fu in seguito adeguata allo stile rococò. Ricco di testimonianze roveresche è anche il Museo della Cattedrale.
Nei pressi della cattedrale si trova il Palazzo del Monte di Pietà fondato ancora da Sisto IV.
Tra le testimonianze pittoriche della magnificenza roveresca, bisogna collocare il Polittico Della Rovere realizzato da Vincenzo Foppa e Ludovico Brea nel 1490 su commissione di Giulio II, collocato nell’Oratorio di N.S. di Castello.
Altre pregevoli opere riconducibili all’ “Età dei Della Rovere” fanno parte della collezione della Pinacoteca Civica allestita a Palazzo Chabrol.
In particolare, gli stemmi rovereschi sono visibili sulla facciata di Palazzo Sacco-Multedo in piazzetta della Maddalena
A Savona è legata, in epoca più recente, la fortunosa vicenda di un altro papa, Pio VII che, dal 1809 al 1812 e ancora dal febbraio al marzo del 1814, fatto prigioniero da Napoleone, ebbe residenza prima a Palazzo Santa Chiara e poi negli appartamenti del Palazzo Vescovile ( piazza del Vescovado nel centro storico).
Durante la prigionia savonese Pio VII si recò tre volte al Santuario di N.S. di Misericordia, sulle alture della città, per ringraziare la Madonna di avergli risparmiato la vita. Il 10 maggio 1815 il pontefice donò alla statua della Madonna una preziosa corona custodita nel Museo del Santuario.