Il papà, Nello Nattero, sarto, aveva iniziato l’attività nel 1956. Un locale nel ‘budello’ di Alassio, a pochi metri dal Muretto, dal caffè Roma (con l’ex mitico roof garden), dal ristorante Palma (1922) della famiglia Viglietti, ora chiuso. Sono rimaste “Le ricette dell’avvocato”. Dopo 58 anni, da padre in figlio: Gianluigi Nattero lascia. Cede l’attività a Paul & Shark, marchio prestigioso del made in Italy. Un incoraggiante segnale per la ‘regina del turismo’ rivierasco. Un’altra perdita per i protagonisti ‘storici’ del commercio e dell’abbigliamento alassino. Nello, una vera e propria mosca bianca: non ha mai fatto saldi. E ne era fiero.
Nelle vetrine che si affacciano su via XX Settembre è comparso il cartello choc “Nello cessazione attività”. Un fulmine a ciel sereno per alassini, turisti abituali, per la clientela affezionata, esigente. Il negozio di abbigliamento Nello punto di riferimento per la moda di classe, capi firmati italiani. La serietà di un volto ‘amico’ e professionale dietro il banco, alla cassa. Gentilezza, educazione, discrezione. Due distinti spazi di vendita. Per uomo, più ampio e ricco di opportunità, nell’immobile sul lato mare; un secondo, fazzoletto di pochi metri quadrati, per donna, nello stabile lato monte. La cessione interessa il primo ed originario locale di famiglia che da sempre propone marchi prestigiosi, non alla portata di tutti, apprezzato da chi sa ancora distinguere tra il ‘vestire con gusto’, lo sfarzo, e soprattutto il corretto rapporto qualità – prezzo. Evolversi dei tempi permettendo.
Papà Nello Nattero, classe 1917, alassino purosangue legato alla sua terra, ai suoi natali, uomo buono e semplice, alla vecchia maniera, laborioso e intraprendente. E’ mancato nel 2005. La nonna paterna aveva origini a Cortona. L’avvio di Nello racconta di una sartoria senza pretese, la pratica di un mestiere antico, umile, che si perde nei tempi e nei ricordi. Gianluigi l’unico figlio, mamma Luisa casalinga. “Avevo sedici anni quando ho iniziato a collaborare in negozio – ricorda Gianluigi-, ero studente. Dal liceo al Politecnico di Milano. Laurea in ingegneria meccanica. La tesi sui trattori negli aeroporti. E dire che mio padre non voleva…”. Invece…è finita così.
Eccolo l’ingegnere commerciante di abbigliamento, di successo. Riflessivo e scrupoloso, di poche parole. Alieno a mettersi in mostra, a farsi coinvolgere nella vita mondana ed associativa alassina. Ingegnere per davvero, ricordiamo. Sono in pochi a saperlo? “Direi proprio di si, ma credo non interessi più di tanto…Non ho il bigliettino da visita”. Come è cambiata la vita di un laureato prestato al commercio alla soglia del terzo secolo, rivoluzionario anche nella moda. Alassio brilla, una stella in decadenza ? Testimonianza confidenziale: ” Devo ammettere che sono meravigliato. In questi giorni molti clienti, dopo aver letto il cartello di cessazione, entrano e si dicono dispiaciuti, mi rivolgono parole di rammarico…francamente non credevo, pensavo all’indifferenza, via uno avanti il prossimo”. Ha spiegato il motivo di una decisione che sarà pure sofferta ? “ A chi interessa? Diciamo che in questo lavoro siamo giunti alla soglia di serietà zero, in giro si vede di tutto e di più… Bisogna adeguarsi ed io forse non sono il più adatto, sono due anni che rimugino.. Appartengo ad un’altra era”.
Vuole dire che ad Alassio si moltiplicano le vetrine della moda, per tutti i gusti, ma scende il livello della ‘serietà commerciale’, oppure la crisi investe e travolge tutto, tutti, senza distinzione e si lotta per la sopravvivenza? Il più forte… “Verserei lacrime da coccodrillo se dicessi che siamo finiti nel baratro. Certo, gli anni migliori li ho vissuti, commercialmente parlando e credo sia un problema generale, per Alassio, la Riviera, dal 1980 in avanti. Si era lavorato bene fino al 2005 – 2006. Poi la discesa, l’avvento di un commercio senza regole “.
Eppure Alassio continua a distinguersi per vitalità, vivacità commerciale, tanti negozi nuovi, ristrutturazioni, titolari che si espandono. La potenziale clientela attrae investimenti ? Una ‘regina’ un po’ decaduta, pur sempre capace di carisma. Più sul mercato italiano che europeo e internazionale. Ancora Gianluigi Nattero: “Il nome è rimasto, più o meno blasonato. Anche in questo lembo di Riviera il cemento ha finito per far danni; si è dato l’assalto alla collina, ma direi non in maniera così esagerata rispetto ad altre realtà”. L’ingegner Nattero, commerciante Doc, è sempre rimasto escluso (o si è autoescluso) dalla vita pubblica cittadina? “Erano venuti a cercarmi parecchi anni fa quando i commercianti scesero in campo alle elezioni comunali con una loro lista. Poi non ho più ricevuto proposte…ma è un contesto che non fa per me, non è il mio ambiente ideale”.
Come vede il futuro di Alassio alla luce della sua esperienza, dal suo scranno ? “Mi chiede se ci sarà un futuro migliore ? Spero di si, mi pare che nel complesso resti una città che attrae, affascina, interessa. Forse c’è chi più di me potrebbe esprimere giudizi e previsioni, penso al bravo e coraggioso Antonio Ricci, concittadino, diventato operatore turistico d’eccellenza”. E un’opinione sui personaggi del passato che maggiormente ritiene meritevoli ? “Personalmente inizierei con l’apprezzamento per la famiglia Berrino…“. Ricorda un sindaco ? “Traino Testa, gran signore, persona onesta e corretta, ce ne fossero ? Il dr. Dino Grollero, encomiabile gentiluomo. Sergio Gaibisso, amico e cliente”. E nel mondo del commercio alassino ? ” Rugge, calzature...”. E la clientela? “Gli italiani senza dubbio, lasciamo perdere i russi…”.
Se tornasse indietro cosa non rifarebbe, parliamo di errori, di strategie, Gianluigi Nattero ? “Ho avuto tante soddisfazioni, ma non rifarei lo stesso percorso di vita commerciale. Si vive una sola volta…. Dal papà ho ricevuto tanto, l’esempio di vita, il mestiere e la correttezza, saper usare l’ago, fare il sarto, l’arte del cucito. All’inizio mi sembrava di vivere in una prigione…”. Ha tempo per leggere ? “Direi che non sono un assiduo, sfoglio La Stampa, a volte Il Giornale, comunque è la prima volta che vengo intervistato, anche questo segno dei tempi o forse solo un caso. Un’altra esperienza che mancava…”.
Gianluigi Nattero coadiuvato dalla moglie Donatella, lei è di Milano. Nel capoluogo lombardo vive e lavora l’unica figlia che ha fatto carriera. Ha saputo farsi strada nel mondo della moda, dopo aver conseguito la laurea all’Istituto Marangoni. Ha 25 anni ed opera per conto terzi. La sua vocazione non era per proseguire l’attività di famiglia. Chi invece ha deciso di investire ad Alassio è l’azienda, il marchio italiano, Paul & Shark che per il 2014 prevede di raggiungere un fatturato di 170 milioni di euro, con un export pari all’80 %. Nel negozio di Nello la casa di moda di Varese poteva già contare su un vasto assortimento. Dal primo febbraio 2015 subentrerà nella gestione, monomarca, versando l’affitto. Un’indiscutibile iniezione di fiducia per ‘Alassio capitale del turismo’.Una proiezione in positivo di mercato, tenuto conto delle strategie vincenti messe in atto dal presidente ed amministratore delegato di Paul & Shark, Andrea Dini, illustrate nei giorni scorsi dalle colonne del Sole 24 Ore. Una colosso tutto italiano, con produzione nelle fabbriche made in Italy, che ha scelto di puntare su Alassio. E forse è solo l’inizio.
L’alassino Nattero che lascia in buone mani la ‘creatura’ di famiglia. Senza suonare la tromba. Grazie, almeno questa volta, ingegner Gianluigi. Come vorrebbe essere ricordato nella sua città? “Una persona seria e senza pretese. Non ho mai fatto del male, ho cercato di essere corretto verso i clienti. L’hobby della mia vita è il fai da te”.
L. Cor.