Importanti novità dietro l’angolo per i due quotidiani più diffusi in Liguria: Il Secolo XIX e La Stampa. Le ha anticipate il direttore Mario Calabresi. Ha spiegato gli obiettivi della fusione tra i due gruppi editoriali. Le linee guida di un progetto che vende 280 mila copie. Lo ha definito ‘matrimonio intelligente‘. La maggioranza assoluta in mano alla Fiat (il marchio ha lasciato l’Italia) e al gruppo Agnelli, in minoranza la famiglia Perrone. Il Decimonono si adeguerà al formato tabloid. Chiude la tipografia di Genova (restano disoccupati oltre 50 dipendenti, un dramma), Sono previste sinergie di stampa e distribuzione con risparmi milionari. Riorganizzazione nell’organico delle redazioni. Tra le indiscrezioni invece si parla di un capo redattore unico (ed un vice) a Savona. Uno scelto dal Secolo XIX (Cetara?) e l’altro da la Stampa (Pasquino?). Intanto a Rai Regione, dal primo dicembre, promozione di Stefano Picasso, 54 anni, da capo servizio a vice capo redattore. Genovese d’origine, due figli, abita a Celle Ligure, alle spalle una esemplare gavetta.
La fonte delle notizie proviene dal sito web del giornalista milanese Franco Abruzzo, presidente dell’UNPI (Unione Nazionale Pensionati per l’Italia). Si tratta del contenuto delle comunicazioni che Mario Calabresi ha fatto alla redazione, pochi giorno dopo un incontro con il Comitato di redazione (organismo sindacale interno dei giornalisti). Ha spiegato le ragioni ed i contenuti della fusione tra Stampa e Secolo XIX che prenderà l’avvio formale e sostanziale al primo di gennaio 2015.
Le maggiori novità, almeno per i lettori non addetti ai lavori. Come sarà possibile integrare i due quotidiani? Seguiamo i passi più significativi, virgolettati, dell’esposizione di Calabresi. ” Il Secolo XIX cambierà formato e sarà uguale alla Stampa…. E’ prevista la vendita della doppia pubblicità su entrambi i quotidiani, oltre ad operazioni di marketing e inserti Speciali comuni… E’ la prima vera operazione di consolidamento nell’editoria italiana e consente di mettere in equilibrio due giornali. Il Secolo XIX vende 60 mila copie (aveva toccato la’apice delle 180 mila e 140 mila di media negli anni ’80 ndr)…è necessario concentrare gli sforzi sulle pagine locali anziché disperdere costi non più sostenibili sulle pagine nazionali ed internazionali. ..Continua ad avere un amministratore delegato, un responsabile del marketing, un capo personale ed altre figure che….non riusciranno più a stare in piedi…Noi daremo la possibilità al Secolo di usare i nostri pezzi di politica, nazionale ed esteri, e se ci sarà occasione, cultura, sport, formula uno, atletica, nuoto…Non saranno tuttavia giornali fotocopia, sarebbe devastante per i lettori…Ci saranno 8 pagine in più per il Secolo XIX divise tra nazionale, internazionale, economia e shipping…Le loro pagine nazionali saranno un po’ meno di metà delle nostre…si potranno usare editorialisti in comune, con caratteristiche peculiari. Restano le cronache regionali separate…”.
Su questo ultimo aspetto si sono diffuse voci incontrollabili. Potrebbe essere creato uno staff (vertice) di redazione affidato a Graziano Cetara, oggi è capo delle edizioni del Decimonono del ponente: Savona (redazione), Imperia (ufficio di corrispondenza) e Sanremo (redazione). In questo scenario il vice potrebbe diventare Paride Pasquino al quale è ora affidato il coordinamento della redazione de La Stampa – Savona, dopo aver preso parizalmente il posto del super capo (coordinatore in Liguria) che ricopriva Sandro Chiaramonti che resterebbe il punto di riferimento per le pagine promozionali, le manifestazioni savonesi ed imperiesi, comunque un’autorità di lungo corso ed un potere consolidato che solo attraverso una completa riorganizzazione verrebbero riformati.
Per il resto la fonte ufficiale Calabresi ha aggiunto: “La nostra cultura ha un odore molto torinese, azionista, einaudici – centrica. Portata Genova, per molti versi, non è comprensibile. Lo sport è un’emanazione del luogo dove vengono fatti i giornali. C’è un evidente problema di sovrapposizione a Savona. Insieme vendiamo 15 mila copie. Noi 9000- 8.500, loro 5.500 – 6 mila, a seconda dei mesi. E’ ridicolo farsi concorrenza quando si è nella stessa azienda. A Savona i lettori sono diversi, lontani tra loro. Se a Novara siamo ad esempio considerati un giornale comunista, a Savona siamo considerati un giornale conservatore. Non è per salvare Savona (La Stampa ndr) si possono chiudere redazioni a Roma, New York e Bruxelles.
A Sanremo e Imperia ci sono numeri più piccoli. Il Secolo XIX vende circa 2400 copie…occorre valutare i costi delle singole redazioni, delle spese di mantenimento a quelle del lavoro, quanto entra di pubblicità locale e quante copie si vendono. Ci sono redazioni in cui lo sbilancio tra costi ed entrate è fortemente negativo e Savona (La Stampa pare di capire ndr) è tra queste. Siamo rimasti a tenere le province vecchio stile, ma bisognerà ragionare se questo modello funziona ancora. Vendiamo più copie ad Alba dove non c’è redazione, rispetto ad altri posti dove si sono redazioni con sei, sette persone. Abbiamo redazioni in posti con decadimento economico, dove la pubblicità sta crollando. Il modello è di avere due giornali con due identità separate e che condivideranno una serie di pezzi.
A gennaio presenteremo il piano nei dettagli. ….La carta è come una barca che sta andando a fondo. Abbiamo perso copie, ma siamo il giornale italiano che ha perso meno. Tutti hanno perso più di noi….La carta stampata continua ad essere usata dalla popolazione anziana e dalla gente romantica.
La grafica prevede pezzi più brevi ed intendiamo usare per il 60 per cento delle pagine master…Ho letto che il 75% dei lettori legge la prima colonna, il 50 la seconda il 254 la terza, il 4 arriva in fondo all’articolo. Bisogna dunque fare pezzi brevi, sintetici. Il Buongiorno di Gramellini è la cosa più letta del giornalismo in Italia ed è di 23 righe. Le interviste di una pagina devono essere rarissime.
Il Cda della Fiat ci ha finanziato in maniera straordinaria negli ultimi anni, 116 milioni di euro. La Fiat ha finanziato la ricapitalizzazione in cambio del ritorno del giornale al pareggio, non fossimo riusicti nell’operazione di fusione col Secolo saremmo stati costretti a diventare un quotidiano regionale e si sarebb e dovuto ridurre il numero dei giornalisti contrattualizzati da 200 a 120, con 80 esuberi. …A luglio sono riprese le trattative che andavano avanti da anni tra alti e bassi, tra Elkan e Perrone che si trovava in una situazione pre – fallimentare..”.
Dal primo gennaio 20015 la nuova società editrice La Stampa- Il Secolo XIX si chiamerà Italiana Editrice Spa (Itedi) e potrà contare su 496 dipendenti di cui 306 giornalisti. Al momento non sono previsti tagli, con un unico sistema editoriale integrato (Methode) uguale a quello del Corriere della Sera. Il 10 dicembre La Stampa si presenterà in edicola con una nuova veste grafica…in febbraio toccherà al Secolo XIX avviare il restyling che accompagnerà la riduzione del formato.”
Il tam tam nelle redazioni del ponente ligure dei due quotidiani vocifera che Massimo Boero dovrebbe tornare (da Savona) alla redazione di Imperia. Resta il nodo, non proprio secondario, per i due giornali, dei collaboratori a tempo pieno pagati chi a notizia, oppure con minimi irrisori, da fame. Chi attende da anni di essere contrattualizzato per il lavoro effettivo che svolge. Corrispondenti che in alcuni giorni della settimana arrivano a scrivere una, due pagine della cronaca locale. Ci sono poi i pensionati sempre in servizio attivo, soprattutto a La Stampa.
Infine la novità Rai Regione. Qui una figura assai famigliare soprattutto nel ponente, quale Stefano Picasso, consigliere dell’Ordine Ligure, è stato chiamato ad occupare un posto chiave, in prima linea. Vice caporedattore e le avvisaglie della sua presenza al timone di comando si sono già viste proprio con una cronaca più attenta, puntuale, sui fatti nel ponente. Picasso è sposato con Paola Gavarone, un passato di primo piano nella tv ligure Primocanale.