Il presidente Stefano Ferrari, arrivato a Loano nel ’75 da brigadiere e vice dell’allora maresciallo Giuseppe Pantè (un’istituzione, purtroppo dimenticata), si è rivelato un presidente della Fondazione Simone Stella capace di gestire l’ente come non accade spesso laddove c’è lo zampino, ingerenza della politica. Lui era stato designato dal sindaco Vaccarezza ma ha subito dimostrato, pur con cautela ed una certa riservatezza, di non appartenere alla congregazione dei ‘signor sì‘ quando bisognava difendere l’autonomia gestionale e l’interesse delle famiglie, dei piccoli ospiti dell’asilo comunale. Prima di tutto con un’amministrazione rigorosa, un Cda attento alle spese, alla qualità. Una gestione alla luce del sole (bilanci consultabili su internet) a 360 gradi. E di questi tempi, senza andare lontano, basta confrontare la ‘riservatezza’ dei ‘conti’ della Servizi Ambientali Spa, affidata ad almeno due massoni di lunga data. Leggi anche la risposta integrale di Cepollina, consigliere comunale.
Giovedì mattina i media locali (Ivg escluso) hanno diffuso la notizia. Il Secolo XIX, con Luca Berto, ha approfondito. La Stampa che è usa fare da notaio, si è limitata a riportare il comunicato dell’ente (leggi…). A completezza di informazione manca un nome e cognome, quello del consigliere di maggioranza, G.B. Cepollina, facoltoso agente immobiliare, noto per la profonda fede berlusconiana, solerte e solare attivista prima di Forza Italia, poi del Pdl, di nuovo Forza Italia edizione 2014, benemerito milite della Croce Rossa. Era stato lui consigliere comunale di maggioranza, nel 2011, con un emendamento orale, a proporre al parlamentino di alzare il massimale delle tariffe per il ‘nido di infanzia‘ (ospita bimbi da 10 a 36 mesi) da 250 a 350 euro. Proposta accolta all’unanimità dai consiglieri, dunque maggioranza (destra e Lega) e minoranza (sinistra ed indipendenti). Una strategia, involontaria, per agevolare la ‘concorrenza’ ? A Loano vede impegnate le suore della Rossello e della Visitazione, la ludoceta gestita da un team femminile, ospitata in locali di proprietà di una professionista in rapporti di consulenza con il Comune. Nulla può provare il nesso, di fatto la ‘crisi’ di piccoli ospiti che ha colpito il Simone Stella, dopo le nuove rette, dovrebbe essere approfondita, se è utile con un’indagine della Guardia di Finanza. O una commissione d’inchiesta consiliare estesa ai rapporti con le cooperative sociali e dal ‘caso silenziato’ del Ramella, le spese di gestione, di assistenza. Basti pensare ai costo dei pasti.
Non è neppure casuale sapere che il cav. Stefano Ferrari (nella foto) ha sposato una nipote dell’illustre segretario del Pci, Alessandro Natta ed ha comandato il nucleo operativo della compagnia dell’Arma di Alassio. In precedenza al comando della stazione di Andora e di Badalucco con un conflitto a fuoco mortale. Non da oggi è nel mirino sia di esponenti di Forza Italia, dove tra l’altro era stato iscritto, sia di settori dell’opposizione, al punto che era stata diffusa una voce, tam tam, che dietro la catena di furti notturni subiti dall’asilo ci fosse la sua ‘manina’ per allontanare sospetti, illazioni, di un suo presunto ruolo nello ‘scandalo’ , con tanto di corvo, che ha dilaniato per anni il buon nome dell’asilo in seguito alla vicenda dei maltrattamenti ad alcuni bimbi da parte di due maestre, oltre al ruolo dei vertici di una cooperativa locale.
Non solo, pare che in più occasioni non siano stati espressi giudizi esaltanti, vedi logge massoniche ponentine, sulla ‘buona stampa’ (con qualche eccezione) di cui godeva il presidente Ferrari. Ma al di là di queste miserie pur sempre insidiose ed snervanti per chi le subisce, resta lo sfacciato affronto verso un presidente ed un consiglio di amministrazione costretti a lasciare per una scelta che danneggia anche i conti della benemerita Fondazione Stella. Oltre alla mancanza di rispetto alla memoria del suo fondatore, dei benefattori, compresa la famiglia degli industriali Rocca, origini a Loano. Il Cda indotto alle dimissioni perchè non poteva restare inerme, spettatore complice, di un aumento di rette che si è rivelato lesivo per le famiglie degli assistiti e degli stessi ideali che dovrebbero essere i pilastri dell’ente morale.
“La proposta di aumento – ha scritto Luca Berto – a breve distanza di tempo ha prodotto non pochi danni. La nuova tariffa, entrata in vigore a inizio 2012, ha causato una perdita di 10 mila euro di incassi in meno rispetto all’anno precedente, per la contrazione delle iscrizioni”. Cita le dichiarazioni del presidente Ferrari: “Mi è stato promesso che avrebbero provveduto, così non è stato. Nel 2013 abbiamo chiuso con altri 18 mila euro in meno. Ho chiesto di rivedere con urgenza le rette, minacciato le dimissioni entro il 30 giugno. Siccome nessuno mi ha ascoltato ho deciso di andarmene ed ieri ho comunicato le dimissioni agli altri membri del Cda i quali hanno scelto di seguirmi e lasciare”.
Ferrari si preoccupa di qualche decina di migliaia di euro ? Chi ha avuto la pazienza, negli anni, di leggere i bilanci del Comune, non avrà difficoltà a tirare le somme. Da una parte ‘mani bucate’ in consulenze, progetti mai realizzati, mostre di pittura, finanziamenti a pioggia a decine di società musicali, sportive, confraternite, gemellaggi, spesso con rimborsi a piè di lista; opere pubbliche che lasciano a desiderare nel tempo, clamoroso lo stato della diga ‘soffolta’ con massi disseminati a danno dei bagnanti (i Bagni Marini per lo più silenti) turisti e loanesi. Si potrebbe continuare alla stregua di un rosario con l’affidamento a Edinet (editore del giornale on line Ivg) di alcuni servizi promozionali, così come la gestione generosa di manifestazioni, servizi fotografici, solo per caso con interessi mirati: ‘amici degli amici’. Dall’altra tutto alla luce del sole, ovviamente e tutti zitti.
Soldi pubblici amministrati con oculatezza e diligenza ? Da chi può esibire ‘orgoglioso’ il proprio ‘730’ ? Che dire di qualche causa zittita, relativa alla proprietà di un terrazzo fronte mare che si voleva sottrarre alla proprietà del Simone Stella e che era frutto di un lascito di benefattori ? I fratelli Briasco. Perchè non si pubblicano gli atti del tribunale e la minoranza tace ? tenendo conto che il problema non riguarda un cittadino qualunque. Non si tratta di beghe tra privati e di faccende private, coperti dalla privacy !
Depotenziare il Simone Stella non significa togliersi dai piedi un presidente ‘scomodo’, ma danneggiare le famiglie meno abbienti, o comunque chi deve fare i conti per arrivare a fine mese. Chi magari non è tra i 43 (o forse più) titolari di cantieri edili in corso sul territorio loanese in barba alla viabilità già caotica, al deterioramento della qualità della vita. Ad un turismo sempre più povero. Tra i piccoli del nido di infanzia, gli assistiti dal Comune sono 2-3. In passato avevano raggiunto un tetto massimo di 45-50 bambini ospitati. E a catena, non meno importante, la perdita di posti di lavoro, in una realtà cittadina e provinciale desolante. Parliamo sempre di chi non può permettersi di scialacquare. Cala il numero dei bambini, scende quello delle educatrici. Complessivamente tra scuola d’infanzia ( da 36 mesi a 6 anni) e ‘nido’ gli ospiti del Simone Stella sono 190. Per la ‘scuola’ i locali sono dati in affitto al Comune.
Cosa accadrà sul fronte più immediato del nuovo Consiglio di amministrazione? Al Decimonono il sindaco Pignocca, sempre diligente nel seguire il carro maestro, è stato sincero nella benedizione: “Ringrazio il presidente Ferrari e tutto il Cda per il grande lavoro svolto in tutti questi anni”. C’è chi scommette che il nuovo presidente e consiglio ( 4 membri, oltre al parroco don Edmondo Bianco che per statuto non può dimettersi) siano dietro l’angolo. La fonte confidenziale è la lobby massonico-elitaria del comprensorio, con l’asse Loano – Borghetto. Altri sostengono che Ferrari, non nuovo in realtà alle giravolte (è stato anche candidato nello schieramento che vedeva ispiratore Alessandro Garassini, quando correva per la presidenza della Provincia) potrebbe ripensarci dopo una possibile retromarcia del consiglio comunale. Il tempo è galantuomo.
L’innominabile ‘patron’ della situazione resta Vaccarezza che Il Secolo XIX Savona, con la firma di Bruno Lugaro, ha descritto alle stregua di “leader scomodo” (sic!) e riconosciuto tale dagli ammutinati savonesi, diversi massoni inclusi aggiungiamo noi. Se un giornalista della ‘statura’ di Lugaro scrive che “Vaccarezza è oggi l’unico vero punto di riferimento di quella classe dirigente che per due decenni ha tenuto testa al centro sinistra e che Vaccarezza alla Regione non rinuncerà così facilmente, anche a costo di presentare una lista civica di disturbo” c’è da crederci senza se e senza ma. Vaccarezza, vecchia volpe della politica professionista, è sempre stato uno dei migliori ‘informatori‘ ed autore di veline destinate ai cronisti più fedeli. Solo Il Secolo XIX gli ha riservato, oltre 1800 foto, in media tre alla settimana, da gongolare. Non sono mancate neppure le scintille ai tempi dell’incontrollabile cronista Dario Freccero; con Vaccarezza che accusava Il Secolo XIX di avere una linea diretta, su certe notizie (vicenda firme false dalla quale ne è uscito assolto), con la Procura della Repubblica.
Parentesi insignificanti rispetto a ‘colpi’ di potere di maggiore spessore. Vedi la nomina della Provincia di Giampaolo Fracchia – fratello massone alassino della prima ora, dall’Udc passato al Pdl berlusconiano – nel consiglio di indirizzo della Fondazione De Mari che controlla i forzieri della Carisa. Accolto da un presidente schierato da sempre a sinistra. Fracchia al quale va dato merito di aver ammesso l’appartenenza (pare si fosse creato una sorte di loggia) a Luca Rebagliati, sulle pagine del Secolo XIX : ” Non ne ho mai fatto mistero, ma credo che di logge alla gente non interessi nulla”. Ha ragione, per questo sono in grado e non da oggi, di penetrare i gangli delle leve di potere e delle consorterie trasversali, soprattutto in terra ponentina. Altro recente ‘colpo’ di forza di Vaccarezza leader: la nomina di un altro fratello storico, a volte in sonno, a volte no, quale Gianfranco Sasso, a presidente dell’aeroporto di Villanova, in passivo da decenni, sempre a spese del contribuente. Fresco di nomina, Sasso ha promesso un rilancio in grande stile della società pubblica, iniziando dai pellegrinaggi alle udienze settimanali di papa Francesco. E che dire di una giunta provinciale dove la maggioranza è formata da ‘fratelli’ muratori ? Entourage femminile incluso. Ed era stato estromesso, perché a suo modo scomodo, un potente fratello assessore, avvocato di spicco a Savona.
Ora l’asilo Simone Stella non può sfuggire al rinnovamento, sotto il regno dei Vaccarezza boys. Ai volti nuovi. Professionisti della morente partitocrazia ?
L. Cor.
Post Scriptum : a pubblicazione avvenuta ci hanno segnalato due chicche di sprechi comunali. La prima. Il Nimbaldo, nei pressi della foce, in questo periodo di magra, deve essere liberato per evitare il ristagno, il tappo. Il Comune di Loano dispone di tre ruspe, anche in vista. Ebbene a provvedere al lavoro ci pensano gli operai, ma con la pala. All’antica, sottraendoli ad altre incombenze. La seconda. I gazebo dell’Orto Maccagli. Devono essere rimossi e rimontati, ogni volta, sempre dagli operai del comune. Un costo di ore di lavoro che assommato ammonta a molte migliaia di euro. Perché non scegliere una soluzione definitiva? E meno costosa per i bilanci pagati dai cittadini contribuenti ?
LA RISPOSTA DI GIOVANNI BATTISTA CEPOLLINA
Su questo sito sono stato citato riguardo ad un emendamento presentato in occasione del rinnovo della convenzione Comune/asilo nido Simone Stella nel 2011 con cui si introducevano aliquote maggiori per chi ha redditi alti mi piacerebbe poter esprimere la mia posizione:
Non posso che confermare le motivazioni che mi spinsero a presentare in Consiglio Comunale, nel 2011 in occasione del rinnovo della convenzione per la gestione asilo nido, l’emendamento (approvato all’unanimità) che inseriva due nuovi scaglioni di reddito con relative rette.
A mio giudizio l’Amministrazione Comunale ha il dovere di aiutare chi ha bisogno agevolando in ogni modo, fino a ridurre a zero la retta dell’asilo, le famiglie che si trovano in difficoltà economiche, deve concentrare tutti i suoi sforzi in questo senso.
Ritenevo e ritengo inopportuno contribuire con denaro pubblico al pagamento della retta dell’asilo nido a chi non ne ha bisogno…
Oggi un bambino all’asilo “costa” circa 500 euro alla Fondazione, in base alle tariffe previste prima del mio emendamento tutti indistintamente, anche potenzialmente la figlia di un milionario che porta il bambino all’asilo nido in Porsche, pagavano al massimo 250 euro…in pratica metà del costo del servizio…
La ritenevo, e lo ritengo, una scelta ingiusta, chi può permetterselo deve pagare un po’ di più ed i soldi incassati, in questo caso dalla Fondazione, vanno impiegati per migliorare il servizio o per fare opere di carità come credo sia nello statuto della fondazione stessa.
Se poi il numero degli iscritti è calato a causa di questo aumento (massimo 350 euro per chi ha dichiaraizone ISEE superiore a 25.000 euro, ricordo che la dichiarizione ISEE non corrisponde assolutamente al reddito familiare di chi la presenta, chi ha una dichiarazione ISEE di 25.000 euro ha un reddito di gran lunga superiore) vorrà dire che altre strutture offrono un servizio a prezzo inferiore, controllato che queste strutture offrano un servizio con le caratteristiche previste dalla legge i cittadini sono liberi di scegliere dove portare il proprio figlio.
Ma, da una prima verifica sugli iscritti, appare evidente che una buona parte paga la retta maggiore (di 350 euro mensili), quindi il calo degli iscritti non pare dovuto solo all’aumento introdotto nel 2011.
A mio giudizio il mancato inserimento del tempo parziale all’asilo nodo Simone Stella ha certamente contribuito alla diminuzione del numero degli iscritti, con le tariffe vigenti prima del 2011 (200 euro mensili al massimo) era conveniente portare i bimbi al “nostro ” asilo pagando l’intera retta anche se poi in effetti i bambini si fermavano mezza giornata, portata la retta a 350 euro per certe categorie di utenti questa convenienza non c’era più…sarebbe stato sufficiente inserire il tempo parziale a 200 euro mensili per non perdere un buon numero di iscritti.
In definitiva, a mio modo di vedere, L’asilo nido convenzionato con il Comune di Loano e sostenuto con soldi pubblici (brn 250.000 euro annui) non deve essere una struttura che fa concorrenza alle altre puntando su prezzi bassi per tutti approfittando del sostanzioso contributo comunale ma essere inserito nel “mercato” offrendo un servizio di qualità che attiri gli iscritti unitamente ad una retta comunque concorrenziale rispetto ad altre strutture convenzionate con comuni limitrofi. (Per il tempo pieno, unico servizio offerto a Loano si paga 350.00 euro al mese per chi ha isee oltre 25.000 euro, a Pietra ligure chi ha isee superiore ai 20.000 euro paga 597 euro, a Finale Ligure oltre i 25.000 euro di Isee si paga 450 euro mensili)
Inoltre i fondi generosamente elargiti dal comune devono essere prevalentemente utilizzati per offrire lo stesso servizio di qualità anche ai bambini delle famiglie disagiate integrando anche del 100% la retta.
Sarà comunque mia cura proporre, nel rinnovo della convenzione che presto andrà in discussione in Consiglio Comunale, che il Comune eroghi all’asilo nido una cifra a consuntivo per il reale numero di utenti presenti nel corso dell’anno considerata la retta che pagano in base alla tabella con le riduzioni legate all’indice ISEE, proporrò, quindi, di eliminare la cifra forfettaria di 250.000 euro annui erogata attualmente.
Concludo con una doverosa risposta al surreale comunicato del Partito Democratico di Loano: Il PD loanese potrebbe tranquillamente ambire al Premio “faccia tosta 2014“: solidarizzano con il Presidente dimissionario dopo aver votato, nel 2011, a favore dell’emendamento che introduceva le tariffe di 300 e 350 euro mensili per le fasce di reddito più alte, provvedimento che avrebbe portato alle dimissioni… Per una volta che avevano fatto qualcosa di sinistra devono subito smentirsi! Probabilmente il Consigliere Roberto Franco (il cons. G. Tassara non sedeva ancora in consiglio essendo subentrata in seguito) deve aver votato a favore dell’emendamento “a sua insaputa”…
Giovanni Battista Cepollina
(facoltoso (?) agente immobiliare, noto per la profonda fede berlusconiana, solerte e solare attivista prima di Forza Italia, poi del Pdl, di nuovo Forza Italia edizione 2014, benemerito milite della Croce Rossa.)