Villanova d’Albenga – La “Ferrari dei cieli” vola via da Napoli e si trasferisce a Villanova d’Albenga. La notizia è de Il Sole 24 Ore del 5 settembre. Ha subito suscitato le proteste del sindacato campano. Nuove opportunità per il territorio albenganese.
Piaggio Aero Industries – società aerospaziale partecipata dalle famigle Ferrari, Do Masi, nonchè dal fondo di investimenti arabo Mubadala e dal colosso indiano si settore Tata – punta a chiudere il proprio centro di progettazione che ha sede nell’ex stabilimento Olivetti di Pozzuoli e a trasferire i 30 tecnici che vi lavorano, nel complesso in costruzione a Villanova d’Albenga.
In Campania, a quanto trapela, rimarrebbero non più di 6 addetti così da interrompere le partnership di ricerca create in questi anni sul territorio, in particolare con le università.
La decisione del management della società – con importanti siti produttivi anche a Genova, Finale Ligure e West Palm Beach, con 1350 addetti ed un giro d’affari di 171 milioni – sarà ufficializzata quanto prima nella sede di Pozzuoli, in un incontro chiesto dalle delegazioni Fiom, Fim, UIlm che non hanno condiviso la scelta. Tantomeno il modus operdandi: ovvero contatti diretti con i dipendenti interessati al trasferimento, piuttosto che una trattativa sindacale.
Tra le prime reazioni concerete lettere indirizzate agli assessori regionale della Campania e all’Università Guido Trombetti. Lo scopo dichiarato dai sindacati è scongiurare l’imminente prospettiva.
Del resto tra le prime avvisaglie c’era stata la mancata adesione dell’azienda al distretto campano dell’aerospazio.
Piaggio Aero Napoli – riporta il quotidiano di Confindustria – è una costola partenopea dell’impresa presieduta da Piero Ferrari, figlio del leggendario fondatore della scuderia di Maranello e vice presidente di Ferrari Spa. L’azienda napoletano aprì i battenti nel 2001. Da allora si contano cinque progetti di ricerca presentati al Miur di cui tre finanziati e 32 progetto Ue di cui 8 finanziati.
Se Puozzoli piange, per Villanova la prospettiva concreta di una nuova iniezione di sviluppo e fiducia che accompagnano l’apertura del nuovo insediamento industriale, pur con qualche (inevitabile) ritardo sulla tabella di marcia.