Il Secolo XIX dell’11 marzo 2014 ha pubblicato un trafiletto. Titolo: “Poltrone in ballo”. Tra gli aspiranti candidati idonei del nuovo consiglio di amministrazione Autofiori e Collegio dei Revisori in ‘pole position’ l’ex assessore della Provincia di Imperia, Giacomo Raineri. Bellissima notizia per chi aveva definito Raineri ‘giovane rampante‘, ricco di energie. Portorino doc, già Dc, Udc, Forza Italia, Pdl, anima scajolana. Nel ”curriculum vitae’, sottoscritto, ha solo 67 anni, e una brillante carriera. Ultimo posto di lavoro: assessore a viabilità, trasporti, grandi infrastrutture e lavori pubblici. I sindaci dell’entroterra stravedono per l’impegno profuso sulla loro strade, capofila il giovane primo cittadino di Pieve di Teco. Ma il 15 marzo, doccia fredda, cambia tutto. L’autorevole giornale indica Claudio Baudena dello studio del notaio Franco Amadeo, forte della presidenza della Camera di Commercio. All’orizzonte si cita pure Luciano Pasquale, imbattibile ‘re’ di presidenze nella storia della provincia di Savona: Banca Carisa, Camera di Commercio, presidente Unioncamere liguri, direttore (ora ex) degli Industriali.
Vale la pena, per chi avesse dubbi su ‘professionista della politica’, l’elenco dei pesanti e prestigiosi incarichi pubblici ricoperti, leggi il curricula ufficiale firmato dall’autore (vedi). Al punto da non indicare un lavoro in proprio. Un rosario di belle notizie fa da corollario all’aureola del presidente (da nominare) Giacomo Raineri. Il prestigioso quotidiano della Confindustria (Il Sole 24 Ore) del 7 marzo scorso ha reso noto che in casa Gavio (patron dell’Autofiori e da ultimo della Savona-Torino) salgono i ricavi 2013, un utile di 130 milioni di euro e cedola stabile per agli azionisti.
Parliamo della società dove la famiglia di Tortona guidata da Beniamino, secondo gestore di caselli in Italia, ha visto il traffico scendere. Ciò che si è perso nel traffico, causa crisi, è stato compensato dal governo Letta con l’aumento delle tariffe autostradali. La Ventimiglia-Savona che quando fu costruita era denominata un’autostrada lastricata d’oro per via degli alti costi a chilometro, si ritrova la nomea di autostrada più cara d’Italia. Bisogna riconoscere che non sono mancati bravi manager, sempre attenti a non scontentare la politica. Almeno loro possono vantare opere come l’Aurelia bis Arma di Taggia-Sanremo, la variante Villanova-Alassio, il casello di Borghetto S. Spirito.
A sorpresa l’annuncio del Secolo XIX che nell’album presidenziale poteva essere scritto il nome di Giacomo Raineri, dopo il laborioso Gianni Giuliano, avvocato in simbiosi con la politica, distintosi da presidente della Provincia di Imperia, prima di Ginetto Sappa. Giuliano, destino della vita, che le cronache giornalistiche portarono alla ribalta all’epoca di uno dei tanti scandali del casinò di Sanremo, con numerosi arresti di innocenti, quali Claudio Scajola. Nei confronti di Raineri, un recente commento del capo della redazione ponentina del Decimonono, sparava dure critiche di opportunità politica per via di commistioni tra il ruolo di assessore- pubblico amministratore ed una società dei figli in affari leciti con la Provincia. Nei giorni scorsi ha fatto parlare di se un altro maratoneta di incarichi e partitocrazia, Gabriele Saldo, che è tra i fans di Raineri. Proprio Saldo il ‘ribelle’ che ha girato le spalle alla famiglia Scajola, figura tra i citati a buon esempio da parte del ‘critico’ imperiese Vittorio Coletti (la Repubblica- Liguria).
Chi avesse dubbi sul circo Barnum ligure – quanto succede in alcuni piccoli comuni dell’entroterra e a proposito del rilancio di Monesi, la partecipazione di Raineri ad assemblee popolari – legga i punti salienti della carta di identità-pagella da fare invidia a tanti aspiranti.
Giacomo Raineri, primo lavoro citato. 1) Struttura mutualistica Coldiretti di Imperia. 2) Quindi nella Usl (non sappiamo se per titoli, esami e concorso pubblico). 3) Già a 18 anni nella Dc, comunque benemerita rispetto ai 20 anni di berlusconismo e craxismo, o se volete comunismo; eletto (non imposto dall’alto) 4 volte consigliere comunale di Imperia. Benvoluto dai concittadini di ogni colore e ceto sociale, umili e deboli soprattutto. Da qui l’impegno nel volontariato: dal 1969 fondatore e presidente del benemerito Circolo Parasio, attivo nella promozione culturale e sociale, valorizzazione del centro storico. Non a caso – ma forse sbagliamo – Imperia nelle graduatorie del Sole 24 Ore è tra le prime città d’Italia in molte voci, a cominciare dalla qualità della vita, del decoro, viabilità, verde pubblico attrezzato, inquinamento da traffico, depuratore delle acque e smaltimento rifiuti solidi urbani, una viabilità che purtroppo gli imperiesi non sanno apprezzare.
Anni ’80 e ’90. Giacomo Raineri, convinto assertore del rinnovamento, sulla scia delle più avanzate democrazie del centro e nord Europa, viene indotto a fare l’assessore comunale. Era un promettente giovane. Non a caso si confrontò subito con la responsabilità dello Sport e con slancio manageriale nei Lavori Pubblici.
Tra le credenziali per accedere alla presidenza Autofiori figura una precedente presenza nel consiglio di amministrazione dell’Autostrada dei Fiori Spa, e ancora Presidente dell’Imperia Mare Spa, Socio Lions e Serra Club. Piccola vicinanza ai fratelli massoni. Vice presidente provinciale della FVL (Federazione Volontari per la Libertà), non da combattente partigiano. Nel 2001 nuovo sacrificio con l’elezione a consigliere provinciale Udc (il partito di Casini), nel 2008 lo acclamano, per l’ingresso nel Pdl, membro del direttivo provinciale. Tra le decorazioni (non ad honorem) la designazione a rappresentante della Provincia di Imperia nell’Associazione Nazionale Città dell’Olio. In Italia e nel ponente ligure, è noto, ne vendiamo dieci volte di più della produzione nostrana. Buon segno. Tra il 2003 ed il 2006, Raineri, l’infaticabile, moderato, sobrio nello stile di vita, affabile, è assessore al Bilancio e amministrazione finanziaria. Si batte, incompreso, con il sostegno di Saldo, perché lo staff dirigenziale della Provincia sia quantomeno ridotto di numero, sono dieci volte di più che nella vicina Savona e gli stipendi pubblicati fanno gridare all’ingiustizia. Per fortuna l’entroterra amico continua ad accontentarsi di promesse ed annunci. Monesi incluso.
Raineri, uomo pubblico con una spiccata propensione al sociale e convinto antirottamatore. I suoi delfini li ha già individuati. Devono seguirlo, ascoltarlo. Ha scoperto di avere la stoffa pure per incarichi connessi all’ Handicap, all’assessorato al Patrimonio, Edilizia Scolastica pubblica istruzione, Servizi Sociali, parchi e giardini. Vice presidente Associaazioni Antiraket e antiusura, membro Consulta regionale per le famiglie, del Comitato Consultivo per la solidarietà internazionale e la cooperazione allo sviluppo.
Possono criticarlo finché vogliono, ma se la Provincia di Imperia si è fermata a 15 mila disoccupati, ovvero il 15 per cento della forza lavoro e tanti giovani laureati, diplomati non hanno dovuto emigrare, alzino lo sguardo ed si soffermino ad osservare, con il dovuto rispetto, l’immagine seriosa del commendator Giacomo Raineri, già decano emerito della politica della nostra amata provincia e la fedina penale candida. Tutte le carte in regola come testimonial dell’Autofiori.
Invece a rovinare la festa ci ha pensato un altro fedelissimo di ‘casa Scajola‘. Il futuro deputato di Forza Italia, Franco Amadeo, che contrariamente a Raffaella Paita – destinata a succedere a Claudio Burlando – in concreto al ‘dimenticato’ entroterra non ha mai dato priorità assoluta, se non negli annunci. Invece la spezzina Paita, nella prima dichiarazione pubblica a Rai Regione, di accettazione dell’investitura, ha elencato poche priorità. Per la prima volta, dalla costituzione della Regione Liguria, abbiamo ascoltato: “La prima emergenza è sviluppo e rilancio dell’entroterra”. Finalmente, in caso di vittoria, vedremo i fatti. Intanto il pubblico impegno non pare abbia fatto finora notizia. Povero entroterra !