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I balneari sollecitano il ministro Salvini: ‘Modificare il Codice della navigazione per gli indennizzi a chi perde la concessione’. Consiglio di Stato e Corte Ue contrari a compensazioni


Secondo la Corte Ue, i balneari che hanno costruito opere fisse sul demanio hanno accettato per contratto che tali opere, alla scadenza, non rimarranno di loro proprietà. All’ultima edizione della fiera Sun di Rimini (ottobre 2025), il ministro  Matteo Salvini ha promesso che il governo sarebbe intervenuto per modificare l’articolo 49 del Codice della navigazione in modo da garantire gli indennizzi ai balneari che dovessero perdere la concessione in seguito alle gare pubbliche.

Daniela Santanchè ministro del Turismo, Salvini ministro delle Infrastrutture, Danielke Fitto nell’esecutivo europeo. Anche gli esponenti del centro destra in Regione Liguria, capeggiati da Angelo Vaccarezza, si battono per tutelare gli interessi dei Balneari liguri

Al momento non è stata ancora approvata nessuna legge in merito: le forze di maggioranza del centro destra hanno solo presentato alcuni emendamenti alla legge di bilancio, che però devono ancora essere votati. Inoltre è pendente una proposta di legge alla Camera dei deputati, firmata da Riccardo Zucconi e Gianluca Caramanna (Fratelli d’Italia). In attesa dell’evoluzione di queste proposte, approfondiamo i contenuti dell’articolo 49 e i motivi per cui modificare questa legge avrebbe degli effetti positivi per gli attuali concessionari balneari.

Cosa dice l’articolo 49 – Il Codice della navigazione è stato approvato nel 1942 ed è tuttora in vigore. L’articolo 49 stabilisce che “salvo che sia diversamente stabilito nell’atto di concessione, alla scadenza della concessione, le opere non amovibili costruite dal concessionario restano acquisite allo Stato, senza alcun compenso o indennizzo”. I punti salienti di questa legge sono tre: La norma riguarda solo le opere fisse, ovvero le strutture con fondazioni considerate di “difficile rimozione” (come edifici in cemento, piscine interrate, locali in muratura); e non le strutture amovibili (cabine di legno, lettini, ombrelloni). L’acquisizione è automatica: la proprietà passa allo Stato per legge. Se non è scritto nel contratto, il concessionario non ha diritto a compensazioni né indennizzi. Con la sentenza C-598/22 dell’11 luglio 2024, la Corte di giustizia europea ha confermato che l’articolo 49 non è in contrasto con il diritto europeo e in particolare col diritto alla proprietà privata. Secondo la Corte Ue, i balneari che hanno costruito opere fisse sul demanio hanno accettato per contratto che tali opere alla scadenza non rimarranno di loro proprietà. 

Perché il governo vuol modificare l’articolo 49-  Il decreto Salva-infrazioni approvato un anno fa dal governo Meloni ha imposto di concludere le gare delle concessioni balneari entro il 30 giugno 2027 per adeguarsi alla direttiva Bolkestein. Ora il parlamento deve approvare solo un decreto attuativo per regolamentare gli indennizzi ai concessionari uscenti. Tuttavia, il Consiglio di Stato e la Corte Ue sono contrari agli indennizzi proprio a causa dell’esistenza dell’articolo 49. Dunque, la modifica o abrogazione dell’articolo 49 serve a prevedere un indennizzo per chi ha investito nelle strutture balneari. In sostanza, eliminando la norma che prevede l’esproprio delle strutture a titolo gratuito, il governo sarebbe giustificato ad approvare una legge sugli indennizzi ai concessionari uscenti che potrebbero non ottenere la concessione futura dopo le gare.

Il governo Meloni sostiene che l’articolo 49 dà margini giuridici a Tar, Consiglio di Stato e Corte Ue per contestare il decreto sugli indennizzi. Modificandolo o eliminandolo, vuole togliere gli appigli normativi che impediscono di riconoscere le compensazioni ai gestori uscenti. I vantaggi per i balneari Inserire il diritto all’indennizzo direttamente nel Codice della navigazione, anziché in un decreto attuativo, darebbe maggiore certezza normativa e ridurrebbe il rischio che i balneari rimangano a mani vuote se dovessero perdere la concessione. I balneari uscenti ne trarrebbero alcuni vantaggi: Chi ha costruito strutture fisse sulla spiaggia potrebbe ricevere una somma quando la concessione finisce. Se gli indennizzi venissero calcolati sull’intero valore aziendale, come i balneari chiedono, non si compenserebbero solo gli elementi materiali bensì anche l’esperienza professionale, l’avviamento, il brand e i beni immateriali. Avere le regole chiare sugli indennizzi ridurrebbe il rischio di contenziosi. Se si sa in anticipo che ci sarà un indennizzo, i gestori storici sono più motivati a partecipare alle gare.

Il sostegno di Mondo Balneare al netto dello strumento giuridico con cui saranno regolamentati gli indennizzi, Mondo Balneare è a favore delle adeguate compensazioni per i concessionari uscenti. I gestori hanno investito molti soldi per costruire strutture permanenti, perciò è giusto che il loro investimento, che non è stato ancora ripagato del tutto, venga riconosciuto nel caso in cui dovessero perdere la concessione. Gli imprenditori balneari hanno creato un modello unico al mondo e non è giusto che la loro azienda passi di mano al migliore offerente: sarebbe un esproprio ingiustificato, un vantaggio improprio a chi dovesse arrivare dopo trovandosi la “minestra già pronta”, senza avere fatto gli stessi sacrifici né avere adeguatamente ricompensato chi li ha fatti prima di lui. Per questo, è sacrosanto che gli indennizzi vengano regolamentati e riconosciuti.

Com’è noto, noi di Mondo Balneare abbiamo sempre cercato di dare il nostro contributo per valorizzare l’importanza di questo settore. Abbiamo creato la più grande vetrina online di stabilimenti balneari, investendo per creare uno strumento pensato per connettere la domanda e l’offerta in modo diretto e trasparente. La nostra vetrina ha registrato numeri che parlano da soli e ci confermano di essere sulla strada giusta: la scorsa estate oltre 1 milione di persone hanno navigato Mondo Balneare e hanno visitato le vostre schede, guardato le vostre foto e i vostri servizi. Queste visite hanno generato 150.000 richieste di contatto, 230.000 telefonate e 410.000 di loro hanno cliccato sui collegamenti per raggiungere i vostri siti web o le vostre pagine social. Perciò confidiamo che il nostro appoggio agli indennizzi per i balneari possa raggiungere lo steso impatto, aiutando l’opinione pubblica e la classe politica a capire l’importanza di questa norma.

(Fonte: MondoBalneare.com)

 

 


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