Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Io turista e scrittore a Spotorno. Oratorio di Santa Caterina, festa il 25 novembre. È censito “Luoghi del Cuore” FAI


Santa Caterina è uno dei due oratori ancora presenti a Spotorno, nella parte alta del paese, attiguo alla ex Colonia La Conchiglia di sbarbariana memoria.

di Ezio Marinoni

Spotorno l’altare maggiore e Santa Caterina da Alessandria

A causa della progressiva secolarizzazione e per la carenza di sacerdoti, questi luoghi di culto stanno perdendo la loro funzione di presenza sacra attiva sul territorio e le funzioni celebrate sono ridotte al minimo, se si esclude il Rosario nel mese di maggio.

Vista dall’esterno, la costruzione non presenta particolari motivi di pregio, ad eccezione della lunetta in ardesia posta sopra il piccolo ingresso laterale, forse risalente al Quattrocento, che raffigura gli “incappucciati”, i confratelli, nello svolgimento di una funzione.

La finestra collocata sulla facciata, a croce greca, preannuncia la pianta interna della chiesa, appunto a croce greca, con il coro intorno alle pareti e un suggestivo altare sul quale campeggia il piccolo crocifisso.

Come accennato, un tempo a Spotorno vi erano due Confraternite: la SS. Annunziata e S. Caterina. Oggi rimane attiva soltanto la prima, che cerca di gestire e valorizzare entrambi gli oratori.

Ogni Confraternita ha un Direttivo, con la figura del Priore in primo piano. Fra gli iscritti alla Confraternita della SS. Annunziata si annoverano i “cristanti”, i portatori dei Crocifissi, secondo una antica usanza ligure, che hanno bisogno di esercizio e allenamenti, e i portatori della Cassa lignea attribuita al Maragliano, restaurata di recente grazie a un intervento del Lions Club di Spotorno – Voze – Noli – Magnone.

L’Oratorio di S. Caterina è aperto tutte le domeniche per la Messa delle 9 (a luglio e agosto si svolge alle 8), preceduta dalla recita del Rosario. Il giovedì alle 21, di norma, i “cristanti” si esercitano nel loro compito volontario.

La festa patronale di Spotorno si svolge il 25 marzo, proprio in occasione della memoria della SS. Annunziata; essa viene “ripetuta”, se così si può dire, il terzo sabato del mese di giugno, quando si svolge la processione per le vie del paese, con la Cassa e i Crocifissi.

Ringrazio lo spotornese Enzo Fassi per la visita guidata personale che mi ha concesso all’Oratorio, con le sue spiegazioni sulla Patrona e sul luogo di culto: S. Caterina d’Alessandria., la “santa inafferrabile”, senza notizie sicure sulla vita e sulla morte, ma onnipresente in Europa, per la diffusione del suo culto, che ha influito anche sulla letteratura popolare e sul folclore.

Intorno a questa santa troviamo narrazioni in alcuni testi redatti tra il VI e il X secolo, assai tardivi rispetto all’anno 305, indicato quale data della sua morte. Caterina è una giovane cristiana, di nobile famiglia, che vive ad Alessandria d’Egitto. Nel 305 Massimino Daia è nominato governatore di Egitto e Siria, per l’occasione si celebrano feste grandiose, che includono sacrifici alle divinità pagane. Caterina si rifiuta di partecipare al sacrificio, si presenta a Massimino e lo  invita a riconoscere Gesù quale Redentore dell’umanità. Con la sola forza della parola, Caterina converte al cristianesimo un gruppo di sapienti pagani convocati dal governatore. Infuriato, quale esempio e monito per gli altri, Massimino li fa uccidere tutti e propone a Caterina di sposarlo. Di fronte al nuovo rifiuto, lei viene condannata a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Durante l’esecuzione, un miracolo salva la giovane, che verrà poi decapitata: gli angeli trasportano il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, nella notte fra il 24 e il 25 novembre 305; ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin (Montagna di Caterina). Alcuni studiosi ritengono che il racconto indichi, trasfigurata, una reale traslazione del corpo sul monte, avvenuta in epoca successiva. Dal Gebel Katherin, in data sconosciuta, le spoglie vengono portate nel monastero a lei dedicato, sotto il monte.
A fronte di una biografia tratteggiata, si contrappone un culto che si diffonde rapidamente, anche al di fuori dall’Egitto. Caterina è raffigurata nella basilica romana di San Lorenzo, in un dipinto del secolo VIII, col nome scritto in verticale: Ca/te/ri/na; la troviamo a Napoli (sec. X-XI) nelle Catacombe di San Gennaro, e in molte parti d’Italia, in Francia e in Europa; la sua figura ispira poemetti, rappresentazioni sacre e “cantari”.
In Francia, Caterina diventa patrona degli studenti di teologia e titolare di confraternite femminili; è la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei prenderanno un soprannome destinato a durare a lungo nel tempo: le “Caterinette”.

L’Oratorio di S. Caterina è stato censito nel “Luoghi del cuore” del FAI (Fondo Ambiente Italiano) ed è stato descritto dallo storico locale Giuliano Cerutti nel volume Le chiese di Spotorno.

« Chi attraversa il parco Monticello non può non vedere, immersa nel verde dei pini, la bianca facciata, un po’ baroccheggiante, dell’Oratorio di S. Caterina. Un’ampia scalinata e una parete di snelli cipressi che paiono canne d’organo, invitano a salire fino alla piazzetta antistante l’Oratorio. La finestra sopra il portale d’ingresso richiama iI motivo geometrico della pianta interna. L’iscrizione segnata in alto lungo il perimetro interno della navata così recita: « Regiis ortae natalibus Maximinus rota Sputurnus mihi domus ille martirium iste gloriam auxit, in Sinaque monte meum corpus angeli collocarunt. »

Il presepe nell’Oratorio di Santa Caterina lo scorso Natale 2024

A destra, una porticina secondaria di accesso è sormontata da una lunetta di ardesia attribuita al secolo XIV; il bassorilievo rappresenta S. Caterina tra due coppie di incappucciati. Si tratta forse di un reperto proveniente dalla più antica “Confratria” dei “battuti“, indicata in un atto notarile del 26 aprile 1488. Si ipotizza che questa Confraternita avesse sede in una ex cappella, oggi adibita a casa di civile abitazione, ubicata tra vico Canin e via La Spezia, indicata un tempo come “casa di S. Caterina”.

L’esistenza dell’Oratorio è già segnalata nella relazione del vescovo Mons. Nicolò Mascardi, redatta nel 1585, a seguito delle nuove direttive sul culto emanate dal Concilio di Trento:

« L’Oratorio è abbastanza capace. Il tetto nella parte media inferiore è soffittato e nella parte media superiore è a volta. Ha il pavimento in cemento e tre finestre. Manca il vaso per l’acqua benedetta. Le pareti sono solide e ben costruite; tuttavia quella sul lato dell’epistola è intaccata dall’umidità. I sedili fissi in legno sono indecenti. L’unica porta nella facciata è abbastanza decente. L’altare non ha volta, ha icona bella, ma mancano i candelieri. Questa confraternita è unita a quella dell’Annunciazione del medesimo luogo, ha regole in comune e nelle processioni i confratelli incedono insieme. Ha un legato di una pezza di terra olivata lasciata dal fu Battista Rosso nell’anno 1573, la quale non è ancora affittata per negligenza dei confratelli, che potranno locarla ad uno scudo d’oro con l’onere di una messa al mese ».

Ricostruito nelle sue forme attuali nel 1689, questo Oratorio ha sempre suscitato grande venerazione fra il popolo e, in special modo, fra gli emigranti locali, che lo hanno ricordato e sostenuto con cospicui aiuti. Significativo è il documento a stampa con il quale la Confraternita pubblica l’elenco nominativo delle offerte pervenute da spotornesi emigrati a Montevideo nel 1889.

Ezio  Marinoni


Avatar

Ezio Marinoni

Torna in alto