Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Calizzano da invidiare: 16 associazioni di volontariato. La Filarmonica fondata nel 1859. Da mezzo secolo la Corale alpina. 2 / Murialdo: dopo 46 anni resta senza carrozzeria e meccanico


Chi l’avrebbe mai immaginato! Calizzano non è  soltanto un paese montano ‘autonomo’ come abbiamo raccontato su Trucioli.it della scorsa settimana. Qui fioriscono le vocazioni di volontariato. 15 associazioni, alcune storiche. In pratica non c’è famiglia che non sia rappresentata. Calizzano ‘il paese dei funghi’, ma meno famoso come ‘paese della musica’, eppure è un fiore all’occhiello. Basti citare l’antica Filarmonica e la cinquantennale Corale Alpina Montagne Verdi Egidio Gazzano (coro maschile), il Coro Femminile CaliCanto diretto della maestra Paola Arecco.

di Luciano Corrado 

La Compagnia teatrale di Calizzano
Filarmonica e Corale in una foto darchivio del 2017

Tra le eccezioni: il Gruppo storico, il Circolo Fotografico, la Compagnia Teatrale e persino l’Associazione Tiro con Archi che quest’anno ha ospitato i campionati nazionali. E altre associazione di volontari come vedremo. Un’eccezioni in realtà esiste, mancano i volontari della Protezione civile, almeno come associazione.

Calizzano, Roberto Bianco tra le memorie storiche del paese. Ha lasciato orfano Murialdo rimasta senza carrozziere- officina e carro attrezzi

Roberto Bianco, a settembre, ha festeggiato in famiglia e con gli amici, il 63° compleanno. Come un altro fratello e due sorelle è figlio di albergatori. I genitori hanno gestito per 20 anni – 1952/1972– l’albergo ristorante bar Giardino. Ci sono tanti ricordi nella laboriosa ed onesta vita di Roberto, nel ruolo di marito e padre (una figlia e un figlio di cui essere orgogliosi). Bianco calizzanese “tutta d’un pezzo” si direbbe. Descritto coerente, affabile, di compagnia, serio e altruista, uso ‘farsi in quattro’ per il suo paese. A Calizzano non è fortunatamente un’eccezione. Può esibire tra i meriti il ruolo nella banda cittadina, suona il corno francese.

Roberto ammette, con ritrosia, il difficile distacco da quel lavoro per il quale si è sacrificato, dedicando gran parte della sua esistenza. Se Calizzano resta la pietra miliare, Marialdo perde il suo unico, benvoluto, capace, carrozziere-meccanico.  Ha staccato la spina per la meritata pensione. “Sono 46 anni – esordisce l’artigiano – trascorsi in officina. Avevo iniziato nel 1979 e per 20 anni poteva contare sull’aiuto di mio cognato. Avevo iniziato quasi per scherzo, per non stare a casa a far niente. Il lavoro nobilita e credo di non essermi risparmiato. Da giugno sono in pensione, spero di godermi di più la famiglia e Calizzano”.

Quindi il lavoro, la sua vecchia passione, non le mancano? “Se penso al mio passato avrei da scrivere un libro e chissà se qualcuno mi aiuterà. A Murialdo non c’era un inizio, non c’era la fine. Non solo carrozzeria e officina,  carro attrezzi. Mi spiace per gli amici di Murialdo, non nascondo che l’impegno era pesante dopo che sono rimasto senza aiuto. Un impegno davvero pesante. Per fortuna mia moglie dava una mano per sbrigare le pratiche d’ufficio: ordini, pagamenti, fatture, incassi, ricevuto fiscali. Murialdo è rimasto orfano di un artigiano, ora possono raggiungere Calizzano, dall’officina Buscaglia“.

Cosa pensa del mondo giovanile dei nostri giorni e soprattutto dell’opportunità di trovare un lavoro, dopo aver raggiunto con qualche sacrificio un diploma, una laurea. In Italia, in Liguria, assistiamo  alla ‘fuga dei giovani talenti’.

“Anche a Calizzano ci sono mestieri manuali che nessuno vuole più fare, ma forse siamo più fortunati di altri paesi. C’è da essere orgogliosi sapendo che le lauree preferite sono medicina ed ingegneria. Senza andare lontano mio figlio Michele è laureato e ha lo studio fisioterapico in paese, canta nella corale e fa parte del consiglio direttivo della locale sezione Avis. Mia figlia Cecilia, invece, è volontaria nella Croce Azzurra e gestisce  il bar Odissea 2.0 con una socia; mia moglie suona nella banda e gestisce il corso di orientamento musicale per bambini insieme alla presidente della Filarmonica stessa Lorenza Bianco“.

Si dice che  il figlio Michele sia apprezzato e richiesto nella riabilitazione post-operatoria, terapia manuale ortopedia, fisioterapia a domicilio, terapia strumentale (Tecarterapia, Ultrasuoni, Magnetoterapia, TENS). In settimana raggiunge pure la riviera dove ha pazienti e riceve in ambulatorio.

A proposito di opportunità di trovare lavoro. A Calizzano ha sede l’omonima azienda di acqua minerale, con un proprietà solida, innovativa, che compete con grandi gruppi. Una sessantina di occupati. Se le chiedo: E’ vero che la persona più benestante del paese è la signora Franca Ghigliazza, classe 1941. Bianco: “Non credo di essere la persona giusta per sapere chi è il più ricco o il più povero. Posso dirle che Franca è concittadina ben voluta, stimata, non ha mai sfoggiato ricchezza. E’ una di noi, alla buona e che ama il paese e ha ben amministrato l’azienda della Fonte Bauda ora in buone mani”.

Si ascolta e si legge dell’Italia, della Liguria, dei poveri, di sei milioni di cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese, del carrello della spesa sempre più caro per le famiglie umili, con figli soprattutto ed un solo introito da lavoro. Per fortuna, in molti casi, ci sono i nonni, i genitori anziani che aiutano. Le cifre della Caritas sono impressionanti. Un tempo assisteva quasi solo immigrati, ora si è raggiunta la parità con i nostri connazionali. E a Calizzano? Bianco: “Saremo più fortunati, direi che non abbiamo famiglie diciamo povere, magari qualche persona anziana sola, con la pensione al minimo”.

Ognuno di noi ha forse un ricordo brutto del lavoro e lei? “Per me la burocrazia era diventata un incubo, non si conta il numero degli accertamenti da parte di enti pubblici, dei vigili del Fuoco, dell’Asl, dell’Arpal….Un signore mancato qualche tempo fa rivolgendosi a mia moglie disse ‘cerchi di non rimproverare suo marito, il lavoro che fa non ha prezzo’. Ho scoperto che era un ingegnere chimico di fama.”

Ci racconti della presenza a Calizzano di associazioni di volontariato di cui si parla e si legge poco o nulla. Bianco: “Non saprei da chi iniziare. Siamo un paese fortunato. C’è la Croce Azzurra con i suoi militi. Ha inaugurato uno studio oculistico e uno specialista viene due volte al mese. La farmacia privata svolge diversi servizi per la comunità tutta. A partire dalla  telemedicina, allo spirometro, all’holter, all’elettrocardiogramma. Abbiamo la più che meritevole Avis, 70 donatori iscritti, credo che sia difficile in Liguria, o forse anche oltre – tenendo conto del numero degli abitanti- imbattersi in così tanti volontari. Provvede anche ai prelievi nella Casa di riposo (RSA). Prima del Covid c’era la corsa a donare il sangue. Un camper e due infermieri, ogni tre mesi, la domenica mattina, fanno prelievi, mi dicono che ci sia un leggero calo dei donatori.”

Calizzano, ci ripetiamo,  terra di volontariato nell’alta Val Bormida e forse della provincia. Peccato che RAI 3 Liguria non abbia mai approfondito un realtà unica, da buon esempio. Tra le associazioni  c’è il Gruppo Storico, fondato 20 anni fa. C’era il palio delle frazioni. C’è la Filarmonica fondata nel 1859, rifondata 70 anni or sono, aveva raggiunto 60 elementi, ora una ventina. Calizzano il paese della musica bandistica e corali. I componenti hanno suonato in molte città d’Italia, all’estero, fino a Praga. Il pilastro della banda è il basso tuba che appartiene alla famiglia degli ottoni.  Ci sono i clarinetti, flauti, sassofoni, tromba, tromboni, corni, percussioni. In certi anni metà maschi e metà femmine. La banda che poteva fregiarsi di maestri come Egidio Gazzano, Giovanni Maritano,  Riccardo Zegna, Lorenzo Barberis, Valentino Ivaldo, da ultimo Alberto Ghigliotto. Memorabili i concerti di Natale.

Il 12 luglio 2025, Ormea ha ospitato il gemellaggio tra la Corale “Stella Alpina” di Ormea e la Corale “Montagne Verdi” di Calizzano. L’incontro nella splendida cornice della Chiesa dei Battuti di Ormea. Un’occasione per celebrare l’amicizia tra due cori legati dalla passione per il canto e dalla volontà di valorizzare le rispettive tradizioni musicali.

La corale è composta solo da maschi, 22, 4 voci:  bassi secondi e primi bassi, tenori primi e secondi.  Corretto far presente che le corali non vengono pagate, non ricevono contributi. Concerti gratis, servizi gratis. Al massimo pagano le cene e solo con la Corale degli alpini.

Deborah Marta presidente della Pro Loco di Calizzano ed infermiera al Santa Corona

Saltiamo di pala in frasca. Conversando con calizzanesi narrano che un tempo la pesca nel Bormida era la vita del paese. “Verissimo, tempi passati”. E le caccia che proprio nei piccoli paesi montani ha la sua roccaforte? “C’è ancora un buon numero, ormai si cacciano solo cinghiali e caprioli. Ricordo che a Caragna esisteva la pesca sportiva  nel rio Vetria. Abbiamo una la Pro Loco molto attiva. Bravissimi nel coinvolgere grandi e piccini. Numerosi sono gli eventi nel corso dell’anno nel ‘paese dei funghi‘”.  Presidente Deborah Marta infermiera al Santa Corona di Pietra Ligure.

E gli scherzi di paese, quanti ricordi per ognuno di noi e per chi li ha vissuti. Bianco: “C’era un tizio soprannominato Baciciollo. Un giorno si è travestito da guardia-pesca con il berretto dei Forestali e ha controllato un bel numero di pescatori, ci sono cascati tutti. Avevamo anche un ottimo barzellettiere, Rolando Nari detto Rulli, faceva crepare dal ridere, un divertimento ascoltarlo, medicina del buon umore”.
Nei paesi montani un’altra caratteristica erano le vocazioni religiose maschili e femminili. E a Calizzano ? “Penso che gli ultimi/e risalgono agli anni ’40 ed erano missionari che hanno raggiunto il Brasile”.

Si sussurra che lei ha un’eccezionale raccolta di francobolli. “E’ vero, non conosco il valore. Ho iniziato all’età di nove anni. Prima o poi li metterò in ordine”. Di cosa si è finora pentito? “Avevo passione per la pesca. Il lavoro nobilita? La carrozzeria-officina mi ha sacrificato gli anni migliori. Non c’era inizio e neppure la fine, ferie poche, grattacapi tanti. L’unico svago: componente della banda musicale e della corale.  Mio figlio Michele aveva la passione di suonare il corno e ha smesso. Spero ci ripensi e tenga alta la bandiera della famiglia”.

L’elenco del volontariato non finisce qui. C’è il Circolo Fotografico CiEffeCi che fa mostre nel carruggio. Il Gruppo Alpini, presidente Fabio Locatelli. La Compagnia Teatrale  “EI CÖ BRIĞIÙ che nasce dall’idea dell’associazione storico culturale. Gli inizi risalgono agli anni novanta con la prima rappresentazione che mette in scena parti degli Statuti del comune di Calizzano del 1600. Dal 1995 prende il nome “EI CO BRIGU“. All’attivo con 17 commedie interpretate. La compagnia teatrale, completamente auto-sufficiente nel trasporto delle scenografie, si esibisce in paesi e città della provincia. I pilastri sono Iliana Nari e Anna Franco.

Paola Arecco maestra del coro femminile CaliCanto

Non si può dimenticare il Coro femminile CaliCanto con la nuova maestra Paola Arecco di Loano. La Polisportiva fondata nel 1963, iscritta ai campionati giovanili. L’Associazione Tiro con Archi, una ventina o poco più di arcieri. Quest’anno ha ospitato per la prima volta i campionati italiani a fine maggio, ottima promozione turistica. Non poteva mancare, si fa per dire, il Consorzio per la tutela del sottobosco, presidente Marco Bianco. Si organizza la Festa del Fungo e la Castagnata, ricorrenze trentennali.

Calizzano, giusto ricordarlo,  ospita le scuole intercomunali. Le elementari con 60 alunni, le medie con una quarantina di scolari, l’asilo con 25 ragazzi/e. L’asilo nido ha 5-6 bambini/e.
Siamo arrivati quasi alla conclusione. Signor Bianco ognuno di noi conserva un bel ricordo. “Sì, per me era la Mostra Mercato Alta Valbormida, decine e decine di espositori, per una settimana; non mancava il ballo, si mangiava da dio avrebbe detto mio padre Andrea e mia madre Ida, brava cuoca. Non voglio sminuire un altro momento di euforia con la Festa degli Alpini. Commuove l’adunata e l’Inno Nazionale. Il ricordo dei nostri Caduti in Russia. Ma posso fare un’ultima considerazione? A parte il periodo della prima e seconda guerra mondiale che non ha vissuto, il giorno più brutto per Calizzano ed i suoi abitanti è stato l’alluvione del 1994. Un disastro, danni su danni, il Bormida esondato. Mi conceda ancora un pensiero doveroso in memoria del compianto don Suffia. Ero il chierichetto prediletto, lo accompagnavo a benedire le case in paese, nelle cascine, nelle frazioni. Un giorno, nel bosco, ci avvicinammo ad una casa diroccata. Il sacerdote ricordava i soldati tedeschi  che volevano uccidere la famiglia che l’abitava o farli prigionieri. Don Suffia si offrì come ostaggio: ‘prendete me’. Mentre narrava quell’episodio è crollato a terra. Io avevo 10 anni, sono rimasto impietrito, non sapevo cosa fare, non c’erano i cellulari, lontano dalle prime case abitate. Io e lui in mezzo al bosco. Dopo qualche minuti si è ripreso, ma quanta paura, angoscia. Impossibile dimenticare”.

Grazie signor Roberto per il tempo che mi ha dedicato. Auguro per Lei e per i suoi  cari quanto desiderate. Salute e serenità. Viva noi!

Luciano Corrado

 


L.Corrado

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