Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Giornalisti e non solo: lavoro nero. Abusivo scoperto con la partita Sampdoria / Mantova. La Liguria un’eccezione?


Non è una novità, né una ‘scoperta’ dei nostri giorni. Non c’è solo lavoro nero (o sottopagato) in attività commerciali, esercizi pubblici e ricettivi, nell’artigianato edile, tra il personale di cooperative, uffici professionali. C’è l’esplosione nella stagione estiva e nelle ore serali quando i controlli sono ai minimi termini. Anche nel giornalismo lavoro nero ed abusivismo, sfruttamento, non sono mai stati estirpati. Il 28 novembre proclamato lo sciopero nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (sindacato unitario) di cui è segretaria nazionale, Alessandra Costante, dipendente del Secolo XIX, origini a Toirano. Il contratto di lavoro è scaduto da oltre 11 anni.

Ha fatto scalpore, come meritava, il comunicato dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria.

“La società Sampdoria, violando l’accordo siglato lo scorso luglio con l’Ordine dei Giornalisti della Liguria, l’Associazione Ligure dei Giornalisti e l’Ussi Liguria (Unione stampa sportiva italiana), ha permesso l’accredito e l’ingresso in tribuna stampa in occasione della partita Sampdoria-Mantova di un soggetto non iscritto all’Ordine dei Giornalisti nonostante fosse stata invitata a non farlo anche il giorno prima della gara in questione.

Nello specifico, e la cosa è ancora più grave, si tratta di un soggetto a cui il Consiglio dell’Odg Liguria proprio recentemente non ha concesso lo status di aspirante pubblicista – condizione eccezionale per l’ingresso in tribuna stampa e/o alle conferenze stampa – perché, audito in data 28 settembre 2025, ha dichiarato di collaborare da diversi anni con un sito per cui realizza più di cinque articoli al giorno “senza mai essere pagato”. Lo stesso soggetto, negli ultimi giorni, ha inviato all’Odg Liguria una ricevuta di un solo mese di pagamento per la cifra di due euro lordi ad articolo.

Odg Liguria, Alg e Ussi Liguria condannano con fermezza la scelta della Sampdoria che non solo ha violato un accordo in essere ma ha pure dimostrato di assecondare editori di siti internet che, non solo non rispettano l’equo compenso previsto per le retribuzioni dei collaboratori, ma ancor peggio favoriscono il lavoro nero. L’Odg Liguria valuterà, dopo quanto successo, possibili azioni legali ed effettuerà le dovute segnalazioni, oltre che alla Lega di Serie B, anche agli organi di disciplina competenti per i colleghi iscritti all’Ordine.

Solo per la Liguria si potrebbe scrivere un libro e citare casi paradossali. Che non hanno coinvolto solo la ‘retrovia’. Ne avevano fatto le spese persino giovani giornalisti/e che hanno poi rivestito cariche a livello nazionale. E che invano si erano rivolti al giudice del lavoro. Ai nostri giorni continuano a non mancare collaboratori esterni sottopagati rispetto all’impegno richiesto, alle ore di lavoro e senza essere regolarizzati. E rispondere di tasca propria in caso malaugurato di querele e richieste di risarcimento danni.

Sono frequentissimi i casi in cui viene riconosciuta una collaborazione (4-5 €) per la pubblicazione di un articolo, spesso comunicati stampa. E ancora, c’è divario tra testata e testata, parliamo di quotidiani on line, perlopiù provinciali, riviste. Con i bilanci di editori non sempre in buona salute, anzi. Il tracollo delle copie a vantaggio dei social, ha conseguente devastanti per la forza lavoro. Sta di fatto che c’è  pure chi si sacrifica per la gloria e si accontenta delle briciole, pur leggere il proprio nome in cima o in fondo all’articolo.

Resistono situazioni grottesche. Corrispondenti di provincia che da anni collaborano, con un impegno giornaliero, fino a scrivere  intere pagine- seppure con un formato ridotto rispetto al passato (cronaca bianca, nera, sportiva più raramente quella giudiziaria)- ripagati con un contratto di lavoro (non avendo altri introiti) che impone una vita di sacrifici, rinunce, difficoltà famigliari. E senza andare lontano è sfruttamento da ‘vicini di casa’, ovvero savonese e imperiese. Non è dissimile del resto o peggio, nel Bel Paese. Come non è una novità che anche di fronte al giudice del lavoro la ‘giustizia’ a volte non ti ‘assiste’. Diventa ingiustizia.

Trucioli.it aveva dato conto di un pubblicista che per 20 anni ha frequentato una redazione di Savona, occupandosi della cronaca sportiva provinciale, con articoli firmati e siglati, impegnato, manco a dirlo, anche la domenica. Ha viaggiato da Albenga a Savona, in treno, per due decenni. Non era iscritto al sindacato di categoria. Si è rivolto ad un paio di legali di fiducia. Si è ritrovato a pagare, condannato, alle spese di giudizio e legali anche della controparte. Purtroppo non si era reso conto che la rivendicazione non stava in piedi. Si chiedeva il riconoscimento e l’assunzione quale giornalista professionista. Nella sentenza si fa rilevare che per essere professionisti occorreva il passaggio dei 18 mesi di praticantato, seguito dall’esame scritto e orale, a Roma.

Non solo, si è rivolto all’editore di Torino per una dichiarazione di ‘cessato lavoro’ (da collaboratore), ma gli è stata rifiutata. Dichiarazione che richiesta da un’assicurazione con la quale aveva stipulato un polizza che prevedeva di riscuotere un determinata somma nel momento in cui cessava l’attività lavorativa. Anche in questo caso ha dovuto adire a vie legali. Una brutta storia che  Trucioli.it ha scritto, con l’aggiunta di testimonianza di colleghi non proprio edificanti. E’ tutto nero su bianco.

La legge n. 69 del 3 febbraio 1963, che regola l’attività giornalistica in Italia e distingue tra professionisti e pubblicisti, stabilisce i requisiti precisi per l’esercizio della professione. Tra i requisiti le conferenze stampa, le più comuni e frequenti. Una persona non iscritta all’Ordine dei giornalisti può partecipare a una conferenza stampa, ma non può esercitare la professione giornalistica e quindi non può scrivere o diffondere notizie in modo professionale. La partecipazione è possibile in qualità di semplice spettatore, ma l’organizzatore può decidere di riservare l’accesso solo ai professionisti accreditati. Altre situazioni ricorrenti i rapporti con le istituzioni statali, regionali e provinciali, magistratura, forze dell’Ordine, Vigili del fuoco, da parte di abusivi che lavorano per testate cartacee o on line. 

2/ Un altro striscione contro i giornalisti che svolgono il proprio lavoro e raccontano fatti di cronaca. Lo striscione è comparso ieri, 9 novembre 2025, allo stadio Luigi Ferraris durante la partita tra Genoa e Fiorentina. Si tratta dell’ennesimo atto di intimidazione che si verifica in pochi mesi contro i cronisti che fanno quotidianamente il proprio lavoro. L’Ordine del Giornalisti della Liguria, l’Associazione Ligure Giornalisti e l’Ussi Liguria condannano questo atteggiamento minaccioso da parte di sedicenti tifosi da sempre omertosi sui fatti di cronaca che li riguardano e che agiscono credendosi al di sopra della legge. Al tempo stesso la categoria auspica un pronto intervento della Questura di Genova nell’individuare gli autori di questi insulti, per di più sessisti, e di queste minacce che espongono davanti a decine di telecamere striscioni firmati che non dovrebbero entrare all’interno dello stadio. Odg, Alg e Ussi chiederanno nelle prossime ore un incontro urgente con il questore di Genova Silvia Burdese.

3/L’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati, sindacato di base della FNSI, aderisce convintamene alle motivazioni dello sciopero generale dei giornalisti proclamato dalla Giunta della Federazione della Stampa per il 28 novembre prossimo. I giornalisti pensionati, che non esercitano ovviamente il diritto di sciopero, condividono le ragioni della mobilitazione e della lotta per rivendicare il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da oltre 11 anni. Le colleghe e i colleghi pensionati sono invitati a partecipare alla manifestazione nazionale convocata dalla FNSI a Roma in piazza Santi Apostoli per la mattinata del 27 novembre alle ore 10, e alle manifestazioni interregionali e regionali che saranno
convocate dalle Associaizoni Regionali di Stampa il 28 novembre in coincidenza con la giornata di silenzio.
I giornalisti pensionati condividono le forti preoccupazioni del loro Sindacato Unitario per le condizioni di vita e di lavoro delle colleghe e dei colleghi attivi, che hanno visto ridurre il potere di acquisto delle loro retribuzioni. I giornalisti pensionati sono inoltre vicini alle migliaia di colleghe e colleghi precari sfruttati e malpagati, che spesso lavorano sotto ricatto da parte delle loro aziende.
L’UNGP invita le colleghe e i colleghi pensionati, in particolare coloro che hanno ancora rapporti di collaborazione con testate della carta stampata e dell’emittenza, ad astenersi da qualunque attività professionale che possa contribuire a vanificare, nel giorno dello sciopero, l’astensione dal lavoro delle colleghe e dei colleghi attivi.
L’Ungp invita le strutture sindacali della Fnsi e i cdr a segnalare eventuali casi di lavoro attivo dei pensionati il 28 novembre per poter promuovere provvedimenti disciplinari da parte dell’Ordine e del Sindacato.

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