Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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A Castiglione Falletto momenti magici. Che meraviglia! Da Renza niente ‘primi’ o ‘secondi’, né prenotazioni. Tour di prelibatezze per clienti da mezzo mondo


La Langa, benedetta e intraprendente di lavoro e di intelligenza, ha raggiunto un livello di attrattività inimmaginabile. Metti un’ottobrata da sogno. Metti una solida compagnia di amici da una vita. Metti un viaggio lento e rilassato con i pensieri schiacciati sul fondo dell’amigdala e spazzati via dai solchi di tre cervelli a riposo. Metti, metti, metti… un quasi mezzogiorno in Langa e qualche languore giovanile.

di Paolo Geraci

Da Renza godetevi il relax nel cuore delle Langhe a pochi passi dai filari del Barolo. Tra le 20 trattorie delle Langhe preferite dai grandi chef

Si diceva – una volta – che fame! Ora non più. Ci si contenta di un languore. Si arriva al paesello in bilico su un bricco coperto da un castellotto. Seicento bocche o poco più. Quattro stradine in ordine, quattro fiori tenaci in attesa dei freddi autunnali, quattro insegne tra ristoranti, enoteca e un bar.

Il bar del paese. Con una terrazza magica rivolta alle colline e alla vallata che stanno a meridione. Un sole quasi abbagliante che scotta ma non ustiona. L’aria frizzante. L’insegna ci parla di una certa Renza, la signora reggitrice, come Gemma è a Roddino.

Sì. È inevitabile il richiamo alla Gemma. La Renza e la Gemma che governano due luoghi con regimi oppostamente democratici. Là a Roddino la democrazia è virtuale con una lista d’attesa infinita per una prenotazione quasi impossibile. Qui a Falletto niente prenotazione, niente certezze, anarchia assoluta. Perfetta democrazia basata sulla fiducia. Se il tempo è bello si apre; se piove o tira vento si chiude. Chi prima arriva meglio alloggia. Ma tutti, alla fine vengono alloggiati ai tavoli sulla magica terrazza rivolta a mezzogiorno.

La voce, come per la Gemma, vola e corre più veloce del vento e diventa “fama” che, una volta liberata, nessun confine la trattiene. E dunque da ogni parte arrivano clienti a farsi alloggiare ai tavoli (il coperto vale due euro), a partire dalle dieci di mattina, poi, a uno o a due o a tre per volta, riempiono la terrazza fino all’ora del “si comincia”.

Come funziona? Due o tre giovanotti ben rodati e una esile giovanotta accolgono i nuovi arrivati e li indirizzano ai tavoli della prima fila e quindi delle seconde e poi delle terze. Spostamenti di sedie e gran movimento di bicchieri e di bottiglie. Fino alle dodici sono concessi assaggi di salame cotto con grissini e olive e – ça va sans dire – vino bianco, rosso, a bottiglia o a calice, senza tanti complimenti. I giovanotti masticano fluentemente tutte le lingue del mondo perché i clienti mica sono italiani (a parte la nostra lieta brigata): inglesi, francesi, tedeschi, giapponesi.

Verso mezzogiorno compaiono le liste dei cibi. Niente cucina, come ben precisato da tutte le parti. Solo piatti freddi. Carne cruda (Raw veal tartare) 12 euro; insalata di funghi porcini in salsa verde (Porcini salad and green sauce) (14); peperoni al forno con salsa di acciughe, aglio e aceto (Roasted pepper in a garlic, wine vinegar, and anchovies sauce) (12); acciughe “spettacolo” del cantabrico con salsa rossa (Anchovies Cantabrico With Red Sauce) (14); selezione di formaggi (Cheese board) (15); Castelmagno d’alpeggio “des martin” (presidio Slow Food) (10); dessert (6-8).

Insomma proprio nulla di speciale, nulla di nulla. Ma la terrazza è magica e fa risplendere il nulla che sta nei piatti. Il sole di mezzogiorno riscalda i cuori ancor prima dei piatti. Il vino scorre e i più temerari osano bottiglie di pregio, senza esagerare.

Resta un mistero il perché di questo afflusso di pacati visitatori neanche troppo famelici. Amanti del vino, ma anche famigliole con neonati o nonni a carico. Certamente se Renza si trovasse in un qualunque paese della Bassa nebbiosa e piatta o nel cuore di una cittadina dell’hinterland di una qualche metropoli non richiamerebbe – seppur brava a fare antipasti di Langa – tutto questo sciame di curiosi e affezionati.

Si legge nella pagina del sito “La Terrazza wine & food“: «Da Renza c’è sempre tanta gente perché dicono in giro che cucini proprio bene. Portatevi da casa una buona compagnia: il panorama, il cibo, il vino e il cappello di paglia li mettiamo noi».

Castiglione Falletto è uno dei paesi della “Langa del Barolo“, ovvero una delle sei core zone facente parte de “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” riconosciuti come Patrimonio mondiale dall’Unesco nel 2014

Verissimo, ma non per il cibo, perfetto per il luogo e il contesto, ma per tutto il resto. La verità è che da anni questa terra che è la Langa, benedetta e intraprendente di lavoro e di intelligenza, ha raggiunto un livello di attrattività inimmaginabile. E trovarvi un luogo di antica semplicità, seppure attualizzata grazie ai sistemi di divulgazione di oggi, pare un sogno. E chi viene da queste parti pronto a sborsare cifre inverosimili per una bottiglia di Barolo, Nebbiolo o altro vino da salasso, può concedersi il lusso di un bicchiere di quello buono con un tozzo di pane e piccole cose saporite a un prezzo quasi proletario e poi anche il superlusso di star seduto al tavolo per ore senza che nessuno ti chieda di sgomberare. Ci manca solo la partita a briscola in cinque con gli anziani che siedono al tavolo come in una liturgia: il mazzo unto, le mani nodose, i soprannomi. E uno che bara, uno che giura di no, e un terzo che finge di non vedere perché ha in mano l’asso di denari. E il Carlin Petrini, seduto in terza fila, che se la ride very slowly.

This place is a wonder, Cet endroit est une merveille, Dieser Ort ist ein Wunder, Este lugar es una maravilla, Это место — чудо (Èto mèsto — čudo.),この場所は素晴らしいです。(Kono basho wa subarashii desu.), 这个地方太棒了。(Zhège dìfāng tài bàng le.). Ah già, sussuriamolo nel nostro bell’italiano: questo posto è una meraviglia! Soltanto da aprile all’8 dicembre, perché poi la Renza riposa.

Paolo Geraci

Bar La Terrazza Da Renza
Via Vittorio Emanuele, 9
Castiglione Falletto (Cn)

Tel. +39 0173 62909

Apertura variabile: dalle 10 alle 18, in estate fino a che c’è luce.Chiuso Giovedì. info@laterrazzadirenza.it


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P. Geraci

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