Il progetto per faraonici e costosi lavori sulla Statale 28 non pensa a trasporti più sostenibili per l’ambiente ligure.
di Ezio Marinoni

In merito alla ex ferrovia Ceva – Ormea, dal sito www.ferrovieabbandonate.it si apprende: «Linea sospesa e sostituita con autobus, utilizzata occasionalmente per la circolazione di treni turistici”.
Il progetto iniziale, che rimase incompiuto, prevedeva il prolungamento della linea fino ad Imperia, sottopassando il Col di Nava. Elettrificata nel 1938 con il sistema trifase come le linee limitrofe, nel 1976 venne de-elettrificata e da allora fino alla chiusura esercitata con automotrici diesel.
Stato attuale- Linea armata ed efficiente.
Oggi è chiaro che la prima follia sia stata aver de-elettrificato la linea, per riportarla alla trazione con motrici diesel; poi l’abbandono, lasciando una intera valle priva di trasporto su rotaia.
Su Trucioli si è già trattato l’argomento. Nel lontano 2012, l’ing Filippo Bonfiglietti – autore di due libri su Ormea- la definisce “un’opera d’arte”: https://trucioli.it/2012/10/18/la-ferrovia-ceva-ormea-e-unopera-darte-non-e-solo-un-binario-2/
Nel 2018, Gianfranco Benzo, ex sindaco, fa il punto della situazione, quando alcuni lavori che fanno pensare a una possibile riapertura: https://trucioli.it/2018/04/26/ceva-ormea-ferroviaria-125-anni-la-politica-al-limite-del-parossismo/
Poi più nulla, come su un binario morto, su un tracciato scavato fra roccia e montagne, lasciato colpevolmente senza cura e senza presidio. A volte penso che dovremmo far gestire agli svizzeri le nostre linee ferroviarie minori, spesso abbandonate…
Ripercorriamo in breve la storia della Ceva – Ormea.

L’arrivo della ferrovia a Ceva modifica la conformazione del paese ai piedi della Rocca del Forte e della collina del Baglione, luoghi scoscesi e coltivati a vigneti, sopra l’ultimo tratto del torrente Cevetta, prima della confluenza nel Tanaro. La zona è oggetto di interventi di sbancamento che modificano e, in parte, compromettono la produzione agricola delle vicine cascine e l’attività di una fornace che viene presto dismessa.
Qualcosa si è sbagliato anche a quei tempi, già nella fase costruttiva. Si poteva auspicare che l’arrivo della ferrovia, in un’epopea quasi da Far West americano (senza immaginare “ghost town” nostrane), avrebbe apportato un miglioramento all’economia locale.
Invece, la costruzione della stazione di Ceva avviene in un luogo in cui è preclusa ogni possibilità di espansione; anni dopo, il mancato, prolungamento della ferrovia fino a Oneglia e ad Albenga, come già da allora e sino a oggi molti hanno sostenuto fosse possibile e utile, hanno impedito a Ceva e a Ormea uno sbocco diretto sulla costa occidentale della Liguria, tarpando le ali alla possibilità di diventare un polo di attrazione per il Piemonte meridionale.
Nonostante la sua posizione strategica, Ceva deve accontentarsi di rimanere un punto di transito e incrocio di più linee, la principale delle quali unisce Torino e Savona, peraltro una tratta molto vecchia e con molto binario unico a causa della asperità del territorio appenninico.
E Ormea, in fra i monti, è oggi un suggestivo e malinconico approdo montano, dalle splendide potenzialità, adatto a ogni tipo di proposta turistica, qualora fosse intrapresa da amministratori, locali o regionali, dotati di visione del futuro e attaccamento al territorio.
Nel 1885 iniziano i lavori per la Ceva – Ormea, dalle caratteristiche proprie di una linea che si sviluppa in zona montana, con un tracciato che percorre il fondovalle, seguendo l’andamento del Tanaro.
A suo tempo è considerata una specie di “premio di consolazione”. Infatti, nonostante le energie profuse dall’onorevole Giuseppe Basteris (1829 – 1895) di Bagnasco, sulla base delle proposte formulate dal senatore Conte Carlo Ilarione Petitti di Roreto (1790 – 1850), fin dal 1846, e con il sostegno di Camillo Benso a favore di una linea che dal Piemonte raggiunga Oneglia attraverso l’Alta Val Tanaro, il Consiglio delle Strade Ferrate del Ministero dei Lavori Pubblici opta per altre soluzioni per raggiungere la Riviera di Ponente (Torino – Savona e Cuneo – Nizza).
Il primo tronco, da Ceva a Priola, è inaugurato nel 1889, il secondo da Priola a Garessio nel 1890, il terzo da Garessio a Trappa nel 1891, l’ultimo da Trappa a Ormea nel 1893.
Saranno numerosi, nei decenni successivi, i tentativi di prolungare la tratta fino al mare, anche con la variante da Garessio ad Albenga, di cui si parla ancora oggi, ma tutti i rivelano infruttuosi e la Ceva – Ormea, totalmente elettrificata nel 1937, rimase una linea cosiddetta “economica” a servizio della popolazione locale.
Nel 1937 il signor Pietro Benedetto acquisisce dalle Ferrovie dello Stato la concessione per l’esercizio del caffè ristoratore annesso alla stazione di Ceva, prima gestito dal cavalier Ugo Sampò, che mantiene fino al 1961. Egli crea il famoso “panino con la frittata”, preparata con una tipica ricetta, che veniva venduto ai passeggeri durante la sosta dei treni, con l’ausilio di caratteristici carretti portavivande. In quel periodo la frittata del Buffet della Stazione regala a Ceva notorietà in termini di prestigio gastronomico, che si mantiene con i successivi gestori e ancor oggi è ricordata come significativo elemento della tradizione culinaria locale.
Le calamità naturali hanno alimentato la situazione di precarietà cebana: il terremoto che colpisce duramente la Liguria nel 1887 danneggia la stazione; l’alluvione del 1994 ha causato la chiusura della linea Ceva – Bra. Infine, altre di carattere economico (vedi il programma statale di soppressione graduale delle linee e degli impianti definiti passivi, che ha portato alla soppressione nel 2012 della linea Ceva – Ormea) hanno impattato su questo territorio.
Dopo i grandi lavori intrapresi sulla Strada Statale 28, che scende dal Col di Nava, favoriti da “dominus” politici locali liguri, nel 2024 l’appetito per i lavori è ripartito ed è stato approntato un nuovo progetto, con una galleria. Il documento integrale di progettazione, completato il 4 dicembre 2024, può essere consultato a questo link: T00_SG00_GEN_RE02_A-signed.pdf
Si tratta di un lavoro davvero indispensabile? O si potrebbe pensare di completare la linea ferroviaria, al momento dismessa su un sedime intatto, sulla quale viaggiano i treni storici per i turisti?
Due domande sorgono, a questo punto: quando si parla di ambiente, sono solo parole o c’è qualche contenuto da riempire con i fatti, per disegnare trasporti più sostenibili, in Piemonte e in Liguria? E quale futuro si può ridisegnare per la ferrovia Ceva – Ormea?
Infine, il progetto di una linea che unisca Piemonte e Liguria attraversa il collegamento tra Albenga e Garessio è un sogno rimasto sulla carta, come recita un felice titolo di Trucioli (Anno XII, numero 36 del 18 aprile 2024, a firme del dott. ing. Roberto Borri): https://trucioli.it/2024/04/18/albenga-garessio-ferrovia-un-progetto-rimasto-sulla-carta/
Ezio Marinoni
2/Domenica 28 settembre Bagnasco–Sala San Giacomo
Spettacolo teatrale di Elisa Dani con gli allievi della Palestra di Teatro
COMUNICATO STAMPA- Una tempesta antica che parla al presente, un viaggio tra memoria e futuro, tra l’opera immortale di Shakespeare e le domande più urgenti del nostro tempo. È questo il cuore di “Quale tempesta ti ha portato qui?”, lo spettacolo che andrà in scena domenica 28 settembre alle ore 18.00 nella Sala San Giacomo di Bagnasco. La rappresentazione si colloca nel programma di “Profili d’Autore – migrAzioni”, che propone esperienze artistiche capaci di dialogare con la storia, i luoghi e le radici culturali dell’Alto Tanaro.
Oltre al Comune di Ormea, ente capofila e committente delle azioni di progetto, sono coinvolti i rispettivi Comuni aggregati di Bagnasco e Nucetto, come anche il Comune di Garessio, mentre l’organizzazione logistica e tecnica degli eventi è in capo all’Associazione Culturale “D’Acqua e di Ferro” che interviene anche grazie al contributo della Fondazione CRC.