I licei savonesi accusano il colpo. La classifica redatta dall’Università degli Studi di Genova sulla base dell’Indicatore di Rendimento Interfacoltà Studenti (IRIS) vede infatti gli istituti savonesi veleggiare ben distanti dalle posizioni di vertice e in molti casi al di sotto della media generale. Ciò significa, in pratica, che gli ex studenti liceali savonesi trovano in media difficoltà ben maggiori rispetto ai colleghi di altre province a sostenere efficacemente il primo anno di università. Un giudizio sull’efficacia delle scuole, quello offerto dall’IRIS, tenuto in gran conto dai genitori che devono iscrivere i propri figli nelle scuole superiori e che è quindi molto temuto dai dirigenti scolastici.
I licei savonesi accusano il colpo. La classifica redatta dall’Università degli Studi di Genova sulla base dell’Indicatore di Rendimento Interfacoltà Studenti IRIS (giunto quest’anno a valutare gli iscritti all’università nell’anno accademico 2011/2012) vede infatti gli istituti savonesi veleggiare ben distanti dalle posizioni di vertice e in molti casi al di sotto della media generale. Ciò significa, in pratica, che gli ex studenti liceali savonesi trovano in media difficoltà ben maggiori rispetto ai colleghi di altre province a sostenere efficacemente il primo anno di università. Un giudizio sull’efficacia delle scuole, quello offerto dall’IRIS, tenuto molto più in conto (dai genitori che devono iscrivere i propri figli nelle superiori) dei tanti “open day” con cui le scuole tentano di farsi belle, e che è quindi molto temuto dai dirigenti scolastici. L’IRIS, infatti, è un indicatore ideato appositamente per valutare il “grado di successo”, nelle rispettive Facoltà, degli studenti al loro primo anno in funzione della Scuola di provenienza.
L’indicatore si ottiene come rapporto fra le prestazioni medie (in termini di voti e di crediti conseguiti) effettivamente fornite dalle matricole giunte da una stessa Scuola, e le prestazioni massime previste dai loro Corsi di Laurea. IRIS misura dunque un “rendimento” che, espresso in percentuale, ha valori compresi fra zero, nel caso di studenti che, nei tempi stabiliti, non abbiano superato neppure un esame, e 100, nel caso di studenti che abbiano superato, col voto di 30 e lode tutti gli esami previsti dal Manifesto del loro Corso di laurea. Un valore affidabile, quindi, per misurare il rendimento delle matricole. Tutte le analisi effettuate hanno inoltre messo in luce una correlazione molto significativa fra l’IRIS e l”Indicatore di Rendimento Lareati/Laureandi (IRIL): chi ha un buon rendimento nel primo anno, in pratica, ha migliori possibilità di proseguire e di concludere regolarmente la carriera universitaria.
La provincia savonese (che sconta qualche inesattezza nella denominazione delle scuole da parte dell’Ateneo genovese) non sembra avere un buon rapporto con IRIS: nella classifica generale, solo il liceo “Giordano Bruno” di Albenga, la migliore tra gli istituti della provincia, si piazza nelle prime posizioni.
Molto più indietro gli altri istituti provinciali: il liceo scientifico “Grassi” è quindicesimo (su 60 istituti), una posizione più avanti dell’ingauno “Pascoli”, ventottesimo il liceo carcarese “Calasanzio” e ventinovesimo il savonese “Chiabrera – Martini” (liceo classico e artistico, accomunati in un’unica amministrazione). A metà classifica si piazza il finalese “Issel”, mentre il liceo delle scienze umane “Della Rovere” occupa la cinquantesima piazza, molto al di sotto della media generale (45,4), e superato anche dal “Ferraris Leon Pancaldo” (ITIS e Istituto Nautico uniti, anche in questo caso, da un’unica amministrazione).
Nella tabella seguente il lettore potrà confrontare la qualità di rendimento degli ex allievi dei licei in ognuna delle undici facoltà genovesi: il liceo scientifico “Grassi” si conferma una buona palestra per le facoltà di architettura, farmacia e scienze della formazione (dove supera ampiamente il “Della Rovere” che pure dovrebbe essere una scuola d’elezione per tale tipo di studi); gli ex studenti del “Calasanzio” brillano in Economia e Matematica, gli allievi del “Chiabrera – Martini” (Classico e Artistico) hanno risultati incoraggianti alla facoltà di Medicina. Il “Della Rovere” e l’ “Issel” di Finale, ancora una volta si contendono gli ultimi posti in quasi tutte le classifiche di rendimento.
IRIS
Indicatore di rendimento interfacoltà studenti: licei savonesi
(La prossima settimana pubblicheremo l’IRIS per gli altri istituti savonesi).
Anche il confronto tra le medie dell’indicatore IRIS negli ultimi 8 anni (che consente di valutare la continuità del rendimento offerto da una scuola nel tempo, al di là di exploit momentanei) conferma la qualità dei licei “storici” di Savona e provincia e le difficoltà di Issel e, più ancora, del “Della Rovere”.
Di fronte a un indicatore che certo non fa una grande pubblicità alle scuole della provincia, le dichiarazioni dei presidi savonesi battono quasi tutte sugli stessi tasti: l’esame dei dati medi non consente di cogliere le eccellenze espresse dagli istituti locali; una parte (e, pare di capire, la parte migliore) dei diplomati savonesi, inoltre, si iscriverebbe ad atenei diversi da quello genovese. Singolari le dichiarazioni del dirigente del liceo “Della Rovere” Graziella Rosso, per la quale: “il valore della scuola pubblica non sta solo nei risultati d’eccellenza, ma nel complesso lavoro su ogni singolo alunno che varia rispetto al punto di partenza”. Una frase criptica, che comunque sembrerebbe più adatta ad una maestra d’asilo o di un corso di recupero che alla dirigente di un liceo: chissà se del “complesso lavoro” si accontenteranno i genitori che iscrivono i figli al liceo (e non in un istituto tecnico o professionale) convinti che tale scuola sappia portare i giovani verso una preparazione d’eccellenza, salvo poi vederli affondare alle prime difficoltà universitarie.
Anche il liceo scientifico “Orazio Grassi”, peraltro, si trova in questo momento alle prese con problemi più pressanti di quelli causati dalle tabelle dell’IRIS Dopo la condanna del Tribunale Amministrativo Regionale e le conseguenti polemiche, 50 docenti del liceo hanno contestato al Secolo XIX di non aver posto nella giusta luce la figura della docente Daniela Delfino, accusata ora di stalking da Andrea Giudici, la studentessa non ammessa all’esame di Stato nel 2011 a cui il Tribunale Amministrativo ha dato pienamente ragione: “Un’insegnante – scrivono – le cui competenze professionali sono verificabili attraverso i risultati che ogni anno conseguono i suoi alunni durante l’Esame di Stato”. La risposta del capocronista Claudio Caviglia (ora promosso alla redazione genovese) non si è fatta attendere: “A questo punto – scrive Caviglia, che invita i firmatari e i lettori a rileggersi la sentenza del TAR sulla vicenda – non ci resta che prendere atto del fatto che la corsa degli istituti scolastici ad accaparrarsi studenti generi tentazioni censorie”, e ancora: “Gli studenti si conquistano se le cose vanno bene, se la qualità formativa che offre l’Istituto è all’altezza, non se i giornali fanno censura o fanno solo marchette come con un
ridondante giro di parole chiedono gli autori della lettera”. Un’accusa grave, cui finora non sono seguite repliche.
Intanto, si profila all’orizzonte un altro pasticcio: al termine dello scorso anno scolastico, il consiglio della classe IV A del liceo di Piazza Brennero avrebbe deciso di attribuire a tutti gli studenti insufficienti in matematica e fisica (le materie insegnate dalla prof. Delfino) una sorta di “sei politico”, indipendentemente dalle valutazioni espresse dalla docente: il tutto per evitare ulteriori polemiche dopo la vicenda del T.A.R. Un atteggiamento, se confermato, non certo in linea con la normativa scolastica e che potrebbe avere ulteriori sviluppi.
Massimo Macciò