Fra Ginepro da Pompeiana. Dio ,patria e carità francescana.
di Gian Luigi Taboga

Il ricordo spazia in tempi lontani, quando subito dopo la guerra, ero abituato ad una particolare visione, che impressa nella mente di un bambino, vivo ancora oggi come un sogno indelebile.
Regolarmente, con un incedere quasi sacrale, accompagnato da un fraticello piccolo e devoto sostegno alle sue membra sofferenti, appariva la figura imponente di Fra Ginepro da Pompeiana, solito passeggiare per le campagne di Loano per un contatto umano con chi lavorava la terra con atavica passione contadina.
Ricordo ancora la sua paterna carezza e il suo velato sorriso sotto una folta e canuta barba che incutevano suggestione e rispetto.
Se i frati cappuccini di Loano hanno eretto una statua per perpetuare il suo ricordo, ci sono certamente validi motivi che travalicano tante congetture negative riguardo la sua esperienza umana, di cappellano militare e religiosa di frate francescano.
Il futuro fra Ginepro da Pompeiana nasceva come Antonio Conio il 7 aprile 1903 a Pompeiana (IM) e moriva in Loano il 12 luglio 1962.
Fra Ginepro, seguendo la regola francescana fece sempre riferimento ad una condotta segnata da ardimento, dedizione, sacrificio, schierandosi sempre dalla parte di coloro che per mantenere fede ai propri sentimenti e valori furono perseguitati, percossi e anche trucidati.
Lui stesso fu carcerato per gli stessi motivi nell’immediato dopoguerra.
Fu cappellano militare sul fronte francese e quello greco, fu in Africa e prigioniero degli inglesi in un campo di concentramento in India da dove tornò stanco e malato.
Fu inviato per porgere conforto in Germania a prigionieri detenuti nei lager nazisti e dopo il 25 aprile venne arrestato, passando 11 mesi in carcere come un criminale.
Ebbe modo di confessare il Duce Benito Mussolini e di portare anche a lui un messaggio francescano che non poteva che essere di pace, tolleranza e perdono.
Risulta l’immagine di una figura controversa tra l’incudine di chi ne strumentalizza l’azione e il martello di chi lo denigra.
Certamente è difficile capire pienamente le opposte tesi, resta comunque la testimonianza di una vita coraggiosa, che non ha avuto remore per cogliere l’essenza di valori necessari al conforto di chi nella vita si è trovato ad affrontare le prove più dure e drammatiche che i conflitti, anche politici, possono provocare,
Gian Luigi Taboga
2/Articolo del 3 giugno 2021 di Trucioli.it a firma dello scrittore e storico prof. Gian Luigi Bruzzone. “Liguria ponentina: riti di religiosità popolare e un libro anni Trenta. E fra Ginepro: da Pompeiana, al cospetto di Mussolini, al convento di Loano“. Con 1728 visualizzazioni.
Bruzzone abitava a Celle Ligure, prestigioso e schivo collaboratore del nostro blog con decine di articoli, molti dei quali di rilevanza storico-culturale e non solo. Con la sua morte – il 3 maggio 2023 – ha lasciato un grande vuoto nel mondo della cultura savonese e ligure. Teneva conferenze in tutta Italia e collaborava con l’Università di Genova. Era stato lui a proporsi: “Seguo Trucioli da qualche anno e mi sono convinto che una vera voce libera debba essere condivisa e supportata, vi sono grato se ospiterete, senza impegno, qualche mio scritto, soprattutto storico, farei anche delle interviste…”. Era cultore di lingue antiche, greco e latino. Vedi il ricordo di Trucioli.it…..,mille 170 visualizzazioni.