Vera Grita da Roma a Savona. Qui durante un bombardamento venne travolta e calpestata dalla folla in fuga. Le lesioni riportate la segnarono irreparabilmente. Aveva 21 anni. La chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice era diventata la sua casa. Ora è ‘Serva di Dio’.
Nonostante la malattia invalidante, Vera accettò di insegnare in scuole periferiche: ad Alpicella frazione d del comune di Varazze, al Deserto sempre di Varazze, a Erli e Rialto.
Servo/a di Dio è il titolo che la Chiesa cattolica assegna al fedele defunto di cui è stato canonicamente avviato il processo di beatificazione e canonizzazione, il quale è ritenuto godere di una certa fama di santità e che si sia distinto per santità di vita. È lecito venerare con il culto pubblico solo quei servi di Dio che sono stati inclusi dall’autorità della Chiesa nel catalogo dei santi o dei beati. Come appunto Vera Grita.
Salesiana cooperatrice, Figlia di don Bosco, ispirò l’Opera dei Tabernacoli Viventi che mette in risalto la linea contemplativa e mistica invece che quella attiva e dinamica del carisma. Nella parrocchia salesiana di Maria Ausiliatrice, a Savona, partecipava alla Messa e frequentava la confessione. Qui era assidua all’Eucarestia e alla Riconciliazione, qui esprimeva il suo amore per Maria, qui emise i voti privati di castità e vittima., qui anche i suoi famigliari la incontravano nella dimensione alla quale la sua vita era votata e assorbita in modo crescente: la preghiera e l’unione con Dio.
Vera morì a due anni dall’inizio della sua esperienza mistica. “Ho scelto i Salesiani poiché essi vivono con i giovani, ma la loro vita di apostolato dovrà essere più intensa, più attiva, più sentita”.
2/ALBISSOLA MARINA 25 MAGGIO 2025 INCONTRO SULLA MISSIONE DELLE FIGLIE DI N.S. DELLA MISERICORDIA NEL MONDO
