Quando in chiesa (domenica 26 gennaio 2025) è arrivata la triste notizia ho sentito come un forte pugno nello stomaco.
di Angelo Toscano
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Ho guardato la gente intorno a me, tutti con lo sguardo incredulo di chi non vuole credere a quello che sente. Ma, come ci hanno sempre detto i nostri vecchi, le brutte notizie non tornano mai indietro e dopo pochi minuti abbiamo avuto la certezza che Nino ci aveva davvero lasciato.
E’ molto difficile spiegare le sensazioni che ho provato, perché se Nino è stato un bravissimo segretario comunale dei comuni di Mendatica e Montegrosso P.L., una persona amata e stimata da tutti, per il sottoscritto è stato molto di più: un vero fratello, quello che non ho mai avuto.
Nino arriva nei nostri comuni nel 1976, quando a Montegrosso era sindaco Gimmi Fontana, anch’egli segretario comunale in due comuni del Tigullio, Carasco e Leivi, e a Mendatica il geom. Mariano Porro.
Mi è sempre rimasto impresso il racconto del suo arrivo nei nostri paesi:
“ Al momento della scelta della sede mi aveva attirato la Liguria “ diceva “ perché per me che provenivo dalla Sicilia e da un paese di mare, vedevo quella terra molto simile alla mia. Ero venuto in treno e sceso alla stazione di Oneglia.Mi sono informato come potevo arrivare a Mendatica e mi hanno indicato un pullman che stava per partire. Era il 31 gennaio ed era ormai buio e la strada non era delle migliori. Ad Imperia piovigginava.
Dopo pochi minuti il pullman si avvia e in breve esce dalla città; si vedeva poco fuori ma la strada diventava sempre più tortuosa. Non c’erano ancora le gallerie ed il pullman si doveva arrampicare fino al Colle S. Bartolomeo per poi scendere a Pieve di Teco. Prima di arrivare al colle, poco sotto un paese (Cesio) l’acqua cominciava ad inspessirsi ed in breve si trasformava in fiocchi si neve che si posavano sul parabrezza. Non posso dire che sono stato preso dal panico, ma un po di preoccupazione l’ho avuta e soprattutto ho pensato che quel mare che pensavo di avere a portata di mano si stava allontanando.
A Pieve sono sceso da quella corriera e sono salito su un’altra diretta a Mendatica, dove ho conosciuto la prima persona del paese, Bruno , l’autista. Ancora oltre mezzora di strada, sempre in salita, sempre sotto la neve e finalmente a casa (si fa per dire) con un buon palmo di neve e tanto freddo , accolto da Nevina, la proprietaria della pensione”.
La sorpresa ed anche un po’ di preoccupazione duravano poco; già il giorno seguente faceva conoscenza con gli impiegati di Mendatica e di Montegrosso e con gli amministratori, i primi amici e soprattutto poco tempo dopo l’incontro con Paola, a cui va il merito del grande attaccamento che Nino ha sempre dimostrato per questo territorio.
Era il 1980 quando iniziavo la mia avventura da sindaco e mi apprestavo a svolgere quell’incarico consapevole dei miei limiti e della mia incompetenza. Nino fu il mio maestro fin dal primo giorno. Ci volle poco ad entrare in perfetta sintonia, e iniziammo subito a lavorare condividendo idee e progetti per migliorare la qualità della vita degli abitanti e favorire uno sviluppo turistico, Gli argomenti non mancavano: piano regolatore, acquedotti fognature, strade interpoderali, arredo urbano, Quanto tempo abbiamo passato insieme a progettare , cercare finanziamenti; e quante discussioni, io con idee un po’più fantasiose, lui con la sua razionale concretezza.
Negli uffici non avevamo ancora i computer e tutti i documenti (delibere, lettere ecc) venivano prima “minutati” per essere poi trascritti dall’impiegato. Come carta da minuta, sempre per far risparmiare il comune, Nino era solito usare i tanti manifesti inutilizzati tagliandoli in fogli tipo a 4 su cui andava a scrivere per ore ed ore.
Il Comune, anzi i Comuni erano la sua seconda casa, dove trascorreva la maggior parte della giornata senza badare all’orario, e quando era necessario arrivava anche la domenica per “ finire un lavoro”.
Interpretava il suo ruolo di segretario nel modo più completo, seguendo direttamente ogni attività dell’ente, dalla progettazione alla realizzazione.
La gente si è sempre rivolta a lui per piccoli e grandi problemi e per tutti aveva sempre un consiglio, un suggerimento, una soluzione. Grande ambasciatore di pace fra la gente ed anche fra i nostri comuni; con lui abbiamo messo le basi per tante azioni comuni già consapevoli allora che solo collaborando attivamente potevamo pensare al futuro.
La sua competenza ed il suo impegno non passavano inosservati agli altri comuni vicini ed anche più lontani e più di una volta la Prefettura, su loro richiesta, gli aveva proposto sedi ben più importanti e prestigiose. Ma lui ha sempre rifiutato. Solo una volta, ha accettato di spostarsi nel comune di Cervo, ma dopo circa un anno è ritornato nei suoi comuni, Mendatica e Montegrosso. E quando, dopo quasi 40 anni aveva dovuto lasciare Montegrosso gli era dispiaciuto parecchio ma aveva continuato a lavorare instancabilmente per Mendatica fino alla pensione, anzi fino alla sua improvvisa scomparsa.
Ho avuto la fortuna di condividere con Nino e di godere della sua amicizia per oltre 45 anni, una amicizia che è cresciuta nel tempo e si è consolidata grazie anche alle rispettive mogli, Paola e Milena che per molti anni hanno lavorato nella stessa scuola di Pornassio. Non ho mai avuto un fratello, ma ho sempre pensato che lui era qualcosa di più, la persona a cui ho confidato i miei problemi, le mie preoccupazioni e dal quale ho sempre ottenuto una parola buona, una risposta seria, onesta e disinteressata.
In questi giorni abbiamo festeggiato il Patrono S. Biagio, una festa a cui Nino aveva sempre partecipato, ma questa volta non era presente: sono certo che tante persone abbiano notato con tristezza la sua mancanza.
Angelo Toscano