La Bibliografia riportata da Wikipedia (enciclopedia online) nell’ultimo aggiornamento riporta i due tomi di Paolo Geraci: Loano isola del Ponente. Variazioni su un tema di Alford. La natura e il paesaggio modificato” e “Loano isola del Ponente. Storia, racconti e curiosità”. C’è da inserire l’ultimo ‘libro-gioiello’ per non dimenticare un’autentica realtà storica. “i Soprannomi di Loano e Verzi dall’A alla Z, X compresa”. Un’occasione da strenna natalizia, da ‘regalo di buon augurio’.
Leggiamo una frase-testimonianza del coautore, Gian Riccardo Ferrari, l’anima della preziosa iniziativa culturale (forse unica in Liguria nella sua completezza): “Con il notaio Matteo Lavagna abbiamo deciso di rispettare la volontà che il prof. Antonio Arecco ci aveva confidato qualche giorno prima della sua scomparsa: pubblicare il libro ‘ i Soprannomi…..”. Per circa 20 anni abbiamo collaborato con altri loanesi, alla ricerca di documenti, testimonianze, scritti che rivelassero le origini dei soprannomi di famiglie e persone…Sono circa 1563 piccole storie che rivelano antichi cognomi di famiglie loanesi e verzine. Ogni soprannome ha una propria storia….si trovano anche 215 persone prevalentemente maschili che lavoravano sul mare e per il mare, tra queste 56 capitani marittimi, 16 padroni di barche e/o armatori e 143 tra marinai e pescatori. Molti gli agricoltori, operai, commercianti, imprenditori”.
Il libro, 235 pagine, una cinquantina di fotografie, ha ricevuto il contributo dell’Oleificio Polla di Loano. I proventi delle vendite saranno donati al Museo del Mare. Riporta TripAdvisor: ‘Ogni angolo è da scoprire e ogni oggetto rappresenta fedelmente una lunga e composita storia di navigazione e navigatori’. Siamo di fronte ad una realtà di volontariato che meriterebbe tutta l’attenzione possibile da parte dell’amministrazione comunale e delle associazioni di categoria. Per il suo valore sociale e turistico non comune.
Nell’introduzione si legge: “Ancora pochi decenni or sono i soprannomi, che ebbero origine dialettale, facevano parte della nostra vita quotidiana nei rapporti famigliari e sociali. Nel corso dei secoli (dopo il 1500 ndr) i ceppi famigliari si ramificarono in più famiglie con lo stesso cognome e molti soprannomi ebbero l’utilità pratica di distinguere le une dalle altre. Oggi, invece pur in presenza delle stesse ramificazioni, sono meno usati, essendo variate le abitudini, perciò stanno forse per essere dimenticati. E bene pertanto conservare il ricordo, avendo essi fatto parte del nostro patrimonio culturale passato”
Altro particolare. “Esaminando quelli storici, si è notato che vari soprannomi passarono da famiglia a famiglia e che ciò avvenne generalmente in linea femminile con il matrimonio. In rari casi fino a 8-10. Altra curiosità leggere che non era un’eccezione di mariti vedovi che sposavano tre mogli.
Hanno inoltre collaborato, come fonte di notizie, anche loanesi che non sono più in vita, altri viventi (Angelo Amerio e Gian Carlo Munari). Domenico Arecco, Francesco Gallo, Virginia Mandillo, Battina Marengo, Franco Panizza, Stefano Carara Sutour, Celestino Traverso, Maria Tassara, Luigi Zignego, Gian Luigi Oliveri.
Trucioli.it dedica, da questo
numero, una serie di puntate settimali al contenuto, alle notizie, ai sintetici commenti. Abbiamo estrapolato le curiosità, partendo dall’ultima pagina. Si aggiunga che sono centinaia le famiglie che si sono estinte e spesso le ‘ricordiamo’ nel camposanto
VENDRÈ – Il soprannome fu dato a due famiglie Torterolo, dette i Vendrè, perchè gli uomini da Altare venivano a vendere i vetri prodotti in quel paese a Loano dove poi abitarono. Tra fine 1800 e metà 1900 in una di essere vi fu Ferdinando, maestro elementare severo ma buono. Vi era scuola mattino e pomeriggio e un quarto d’ora prima dava il segnale dell’inizio, la campanella posta sulla torre della Porta di Passorino. Quel maestro aveva posto la regola che i minuti di ritardo a scuola, si scontavano in ginocchio presso la cattedra.
Un giorno un alunno di fermò lungo la strada a cogliere fiori per il maestro, ma giunse in ritardo. Li posò sulla cattedra. Il maestro: “Tante grazie, caro, di questi bei fiori, ma sei giunto in ritardo di due minuti, stai due minuti in ginocchio.
VELENU – Era Nino Pedemente che gestiva con la sorella un negozio di dolciumi in via Cavour. (Un personaggio memoria storica e che conosceva tutti i concittadini e anche i ‘ceti’ personali ndr). Era corrispondente per l’edizione ligure de ‘Il Cittadino’ (quotidiano della Curia Genovese) e ‘La Gazzetta del Popolo’, assai vicina all’allora Democrazia Cristiana. Nino trovava spesso a ridire sulla vita pubblica loanese, in genere con argomenti fondati o comunque logici, ma espressi in modo caustico, che irritava chi si sentiva toccato e gli diede quel soprannome.
TRESSIN- Fu detta ‘a Trissin’ la moglie di Nino Pizzorno. Fu per anni addetta alle ‘schedine’ del Totocalcio presso l’edicola “du Richin‘, Federico Bollorino, che era in via Garibaldi e corso Roma. Il figlio della ‘Tressin‘ fu detto ‘u Stampa’.
TESTA SECCA – Un ing. Accame fu nominato ‘Ravenuttu’ e pure ‘Testasecca’ perchè la testa era di piccole dimensioni. 2) Anche Pietro Capurro che abitava con la moglie presso la Rocca ‘de l’aviù‘, fu detto ‘Testasecca’ e pure ‘Parpeletta’. (I coniugi dimoravano in un casolare di Pietra, la più lontana dimora collinare dall’abitato di Loano ndr). 3) Il soprannome ‘Testasecca’ esisteva pure in una famiglia Ebe (cognome tuttora esistente).
TEDESCU – Durante il 1900 dal Trentino Alto Adige venne a Loano la famiglia Ietri, che fu soprannominata ‘u Tedescu’. Aveva un negozio di calzature in via Garibaldi, tuttora attivo.
TASISTA – Fra i primi a Loano nel loro mestiere, durante il 1900 erano detti così: 1)Balilin Genta che aveva il garage in Piazza Rocca. 2) Un De Salvo con garage in corso Roma. Sua moglie era ‘Culètta a levatrice’. 3) Lazzaro Falco detto anche ‘Zain’ che aveva il garage prima di piazza Mazzini. 4) La famiglia Formica, il cui garage era davanti al Kursaal e la moglie, insegnante, era spesso impegnata alla guida del Taxi. 5) Un Mercandilli, genero di ‘un Castèlin’. 6) Sergio Castagnino, che faceva servizio alla stazione ferroviaria (vedi Trucioli.it del 31 ottobre 2013).
STRINGHIN – In una famiglia Provaggi la moglie di ‘Tugnin u Stringhin’ era detta ‘a Picina’. La figlia ‘Manin (Maddalena), coniugata Picasso era detta ‘a Stranghina’. La figlia di questa Rosanna, ha sposoto Lino Ebe che faceva il parrucchiere per uomo in corso Roma; è stato consigliere comunale di maggioranza e titolare di Bagni Marini e Agenzia Immobiliare. Ora si gode il meritato riposo (ndr).
STANCHÉ – Era detto ‘u Stanché’ dal francese ‘estanque’, il tabaccaio e il gestore dei magazzini di Sali, Tabacchi e Chinino di Stato. ‘Giunanìn da sa’. Il padre di Amedeo De Michelis era uno dei ‘Stanchè’. Amedeo collezionista di preziose auto d’epoca. (Il figlio Luca De Michelis, agronomo, è presidente della Federazione nazionale di Prodotto Florovivaismo di Confagricoltura. È imprenditore agricolo della Piana di Albenga dove conduce un’azienda di un ettaro e mezzo a produzione monovarietale di dipladenia. È anche presidente di Confagricoltura Liguria e di Confagricoltura Savona, nonché del Distretto florovivaistico ligure (ndr).
SGHIVUA – Genealogia degli Oliva redatta dall’avv. Maurizio Strada (operatore portuale a Genova e negli anni anni ’70 e ’80 battagliero e documentato consigliere di opposizione con 1585 interpellanze, interrogazioni, mozioni, 23 esposti-denuncia all’Autorità giudiziaria. 36 al Coreco, 11 al Prefetto, 3 al TAR ndr). Furono detti ‘Sghivua’ sgrìgua’ (lucertola). la generazioni di 5 figli maschi (dal 1751 al 1903). Fu detta ‘a ‘Sghivua’ Maddalena Pasqualina Vaccarezza. E’ collegato a Senséna.
SEMENSIN – Erano detti ‘Semensin’ perchè vendevano sementi, piante, fiori: marito e moglie Doria poi lei da sola, nella loro bottega di via Stella. 2) Pietro Fiore, poi il figlio Daniele, oggi il figlio Paolo (staccanovista e unico negozio della provincia di Savona e forse della Liguria a tenere aperto, sulla via Aurelia centrale, per 365 giorni l’anno. E’ solo dietro il banco di vendita ndr).
SCOLA – Le prime origini che il libro indica risalgono al 15 agosto 1795. Da ultimo “per via di un matrimonio, il soprannome i Scola passò a una famiglia Delbalzo e lo ebbe Giuseppe detto ‘Pippu u Scòla‘. Oggi il soprannome continua con il figlio Tommaso ‘Tomasino u Scòla’. (La famiglia gestisce un avviato e apprezzato albergo in corso Europa, è inoltre proprietaria dell’ex cinema ‘Loanese’ ora affittato al supermercato Pam ndr).
SCIASCÌA – Ebbe il soprannome una famiglia Panizza, muratori, che tra il 1800 e il 1900 abitava ai Mazzocchi. Pare il soprannome derivi dalle parole dialettali ‘scie, he scieì (eh, sì). Il soprannome passò ai discendenti imprenditori edili, tra i quali il geom. Franco Panizza. E’ stato consigliere, assessore comunale e provinciale (aderente al Psdi ndr). L’attività imprenditoriale edile prosegue con il figlio ‘Gigi’.
SCIARÀNDA – Giuseppe Agostino Rembado di Giuseppe Andrea e M. Benedetta Lavagna…. Un Sciarànda, pilota marino, dal nomignolo della nonna materna : Angelica Pasqualina Taramasso. Emigrò con la famiglia a Marsiglia. …
Il soprannome, forse per via femminile con un matrimonio, passò in una famiglia Vaccarezza. Commercianti e proprietari dell’albergo (ora condominio ndr) Miramare con prospiciente stabilimento balneare e di Villa Mazza, trasformata successivamente nell’albergo Savona, ora condominio. (Una generazione dei Vaccarezza ha visto i due fratelli , Renzo (Bluman) e Nicola sono stati costruttori edili, consiglieri comunali di maggioranza. Il figlio di Nicola è Angelo, già sindaco, presidente della Provincia, consigliere regionale al terzo mandato oggi con Forza Italia. Ha un figlio e una figlia ndr).
SCIALLÀN E SCIACCAGNÌN – con genealogie molteplici e tra le più numerose
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