Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Le origini di Loano e la Chiesa e Confraternita dei Disciplinanti Bianchi


«Il primo documento che cita un edificio sacro in Loano è la donazione di Carlo Magno, del 775″.

di Ezio Marinoni

“Sino al lido del mare tra due monti che si chiama Capo Danzo e nel luogo chiamato Loano esiste una Pieve dedicata a Maria Santissima ed a S. Giovanni sino al luogo chiamato Borgio compreso tra i monti.» (P. Enrico del SS. Sacramento, Cenni storici e memorie della città di Loano dai suoi primordii fino ai tempi moderni, 1878, p. 346).

Al secolo Michelangelo Schiappacasse, carmelitano, nasce nel 1819, gli è stata dedicata la via che passa sotto al viadotto di Monte Carmelo.

Egli scrive ancora: «Non conosciamo con certezza l’esatta ubicazione di questa pieve. Lo storico che ce ne ha tramandato notizia afferma che, prima del secolo VIII, sull’esistenza di Loano si possono avanzare soltanto congetture; dalla donazione di Carlo Magno al X secolo il paese è sotto la giurisdizione dei monaci benedettini, dai quali viene venduta ai Vescovi di Albenga, che nel 1076 la rivendono ai benedettini sotto il Vescovo Doedato (1)

Il medesimo storico fa risalire intorno al Mille la fondazione del monastero delle benedettine, filiazione di San Pietro in Varatella, che lasceranno poi Loano nel 1260, a seguito di un Breve di Papa Alessandro IV del 1257.

Ed è ancora P. Enrico del SS. Sacramento a far coincidere il monastero delle benedettine con l’Oratorio dei Bianchi: «…l’epoca della fondazione di questo Oratorio non si conosce, e noi abbiamo già osservato, che potrebbe essere la chiesa medesima, o fondato sopra quella, che esisteva prima, che i loanesi si risolvessero d’innalzare il nuovo paese ad littus maris nel 1309, che probabilmente era quella delle monache benedettine, perché fin d’allora si vede dalla convenzione fatta con Raffo Doria, che ivi, o vicino a quel luogo, eravi già una chiesa col titolo di San Giovanni (…)».

Ipotesi affascinanti sul percorso della storia, purtroppo senza prove a fondamento.

Dovremo affidarci ad ulteriori studi a seguito degli scavi intrapresi in piazza Italia, di cui ha dato notizia B. Massabò con il contributo Piazza Italia (Loano), pp. 265-267, su “Archeologia in Liguria”, n.s., vol. I (2004-2005).

La Confraternita di San Giovanni Battista, detta dei Bianchi, ha origine nel 1262, un anno prima che il vescovo di Albenga, monsignor Lanfranco Dinegro (2), conceda in feudo ad Oberto Doria, capitano del popolo di Genova, i beni vescovili di Loano.

La Confraternita ha le sue origini in quei movimenti dei Disciplinanti, o Flagellanti, fondati nel 1260 in Perugia dove un grande moto di devozione popolare non immune da tensioni politiche e desiderio di pacificazione di realtà cittadine, prende le mosse per opera di un laico, tale Raniero Fasani, datosi alla vita religiosa e penitente.

In quel periodo, le processioni dei Disciplinanti sono caratterizzate dall’autoflagellazione pubblica degli aderenti maschi (quella delle donne avviene in privato) e si diffondono ben presto di città in città; da Perugia a Bologna, per tramite degli imolesi, e da Bologna a Modena.

Le radici della confraternita, con scopi devozionali e caritativi, risalgono al Medioevo, quando i loanesi si dedicano prevalentemente all’agricoltura e alla pesca; le riunioni della Confraternita diventano centro di aggregazione e di acculturazione religiosa e sociale, portando legami associativi e comportamenti rituali nella vita individuale e collettiva, e valori di solidarietà che superano la cerchia ristretta dei confratelli per rivolgersi ai bisogni della comunità, surrogando così l’assenza di un’attività politico-amministrativa.

Si presume, in assenza di documentazione, che la Confraternita dei Disciplinanti di San Gio. Batta in Loano rimanga tale fino al 1399, quando diventa Confraternita dei Disciplinanti Bianchi di San Giovanni Battista. In quell’anno, gruppi di uomini e donne in cappa bianca entrano in Liguria dalla Provenza passando di città in città al canto dello “Stabat Mater”. Nel mese di maggio si trovano a Genova, diretti verso Roma per il Giubileo del 1400.

L’Oratorio è la parrocchia cittadina del neonato “burgo in ripa maris” ai primi del Trecento, dove fanno le loro riunioni i confratelli flagellanti e disciplinanti, e il popolo per le elezioni e per trattare gli affari della comunità; rimane di proprietà della Confraternita dei Bianchi anche dopo la costruzione della nuova parrocchia di S. Giovanni Battista, a metà del secolo successivo.

Nel contesto loanese, inoltre, risulta importante il ruolo della Confraternita nella fondazione e gestione dell’ospedale e nell’amministrazione dei beni del Monte di Pietà di Loano, prima che la principessa Giovanna Doria sancisse lo statuto del nuovo Monte di Pietà da lei istituito. Non per caso, l’unica fontana sopravvissuta a Loano, fra le tante un tempo esistenti, porta il suo nome

Una stampa seicentesca ci restituisce le dimensioni dell’epoca dell’Oratorio, assai inferiori ad oggi.

Il crollo della volta, avvenuto il 10 settembre 1704, provoca una vittima, il diciannovenne Giacomo Gallea fu Giambattista. La licenza di costruzione per il nuovo edificio viene concessa il 3 maggio 1711, il campanile viene concluso e pagato nel 1770. Un lungo arco di tempo, oltre mezzo secolo, può essere addebitato alla pestilenza del 1720 e l’occupazione militare del 1744/45.

Il volume Confraternita dei Disciplinanti Bianchi con il sottotitolo Loano 1262 – 2012 750 anni di cammino, pubblicato a cura della Confraternita e della Diocesi di Albenga – Imperia, a pag. 75 riassume le spese straordinarie pagate nell’anno 1769:

«N° 116 sarmi radici pel tetto

N° 4000 mattoni pel tetto e facciata va l. 12

N° 4.5 fasci ferro per le chiavi del campanile

N° 65 giornate da’ maestri da muro a S. 36 caduna

N° 25 giornate da’ capo d’opera a S. 30 caduna

N° 110 giornate da’ lavoranti a diversi prezzi in tutto

N° 22 al figlio di Filippo Lavagna il picciolo a S. 12

N° 8 al figlio di Angelo Lavagna con bestia

N° 6 g.nta con mula a Firpo a S. 30 cad.

Vino pagato alli mastri e lav.

N° 12 g.nte con bestia al figlio di Bart. Valle»

L’Oratorio conserva reliquie al suo interno: le ceneri di S. Giovanni Battista, grazie ai Doria; un frammento della Santa Croce; un sassolino della mangiatoia di Betlemme e un frammento del velo della Madonna.

Dopo le soppressioni napoleoniche, un Regio Decreto di Re Carlo Alberto, emanato il 15 luglio 1834, ripristinerà la Confraternita di S. Giovanni Battista (o delle Cappe Bianche).

Infine, in data 8 gennaio 2023, Trucioli ha dato notizia dell’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione della Confraternita: https://trucioli.it/2023/01/12/loano-ufficio-stampa-del-comune-riassegnato-a-edinet-per-tre-anni-2-il-neo-priore-della-confraternita-dei-bianchi/

Note

1.Deodato, certosino, Vescovo prima del 1075, è deposto nel 1098. Risulta condannato come simoniaco nel sinodo di Milano dell’aprile 1098, sub conditione, “se cioè entro la festa dei SS. Pietro e Paolo non avesse abbandonato la sede invasa o non avesse dato soddisfacente riparazione”.

  1. Lanfranco Dinegro, O.F.M. † (17 febbraio 1255 – circa 1288, deceduto).
  2. La fontana Giovanna è collocata dal 1959 nel giardino triangolare di Palazzo Doria a sud-ovest. In origine, si trovava al centro di viale delle Fontane, ora delle Rimembranze, che da Borgo Castello portava al ponte di San Sebastiano, ai piedi del Bastione della Loggetta.

Ezio Marinoni


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