Sono anni che ogni governo che si alterna, idem per il ministro, si promettono più ispettori del lavoro. E anche il ponente ligure piage da anni la grave carenza di organico. Intanto ci sono ben 14 decreti attuativi in attesa da anni di essere approvati e dunque non applicati. Cosa hanno fatto finora i deputati e i senatori liguri da parte loro ? Le forze politiche in particolare quelle via al governo? Con quale coerenza?
Chiss° quante interpellanze, almeno quelle, avranno presentato al ministero del Lavoro. E quante pubbliche condoglianze si saranno lette, con dichiarazioni di fuoco, per ogni tragica disgrazia? E quale sia la statistica della sorte finale dei processi ai ‘colpevoli’. Non abbiamo fino avuto conto della statistica, nazionale o di competenza della Liguria.
Tre ispezioni su quattro condotte nelle aziende liguri hanno rilevato irregolarità più o meno gravi. È un quadro a tinte fosche quello tratteggiato dal rapporto annuale di vigilanza dell’Ispettorato del Lavoro relativo ai controlli condotti nel 2023: su 1.479 ispezioni sono state trovate 1.115 situazioni non regolari, in pratica solo in 364 casi gli ispettori non hanno elevato alcuna contestazione. Un tasso di irregolarità che si attesta al 75,4%, in crescita rispetto all’anno precedente quando la percentuale era del 72% e già presentava un aumento rispetto al 2021.
Liguria maglia nera per la sicurezza rispetto al resto d’Italia, quindi: la media regionale è più alta di quella del Nord che si ferma al 66,3%, ma anche di quella delle regioni centrali che si attesta al 73,4% e del Sud che raggiunge il 70,6%. Le contestazioni dell’Ispettorato del lavoro riguardano sia i contratti e la parte amministrativa sia irregolarità in tema di salute e sicurezza. Gli ispettori hanno visitato aziende di ogni settore: dall’agricoltura al commercio, dalle costruzioni al turismo passando per le imprese manifatturiere e quelle logistiche. Il settore più critico è risultato essere quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio con 107 situazioni non regolari rilevate su 134 ispezioni, un tasso di irregolarità del 79,9%. A seguire, staccate di poco più di un punto percentuale, ci sono le attività di servizi, alloggio e ristorazione: su 286 controlli solo in 61 casi le aziende i si sono rivelate a norma, con un tasso di violazioni del 78,7%.
Preoccupa, ma non è una novità, anche il mondo delle attività manifatturiere dove su 85 ispezioni sono state elevate sanzioni in 64 casi – il 75,3% del totale – e quello delle costruzioni dove su 672 controlli 488 – il 72,6% – hanno evidenziato situazioni irregolari. Numeri che preoccupano ancor di più se letti insieme ai dati Inail sugli infortuni sul lavoro: secondo il report del bimestre gennaio-febbraio 2023 in Liguria le denunce erano state 2.838 mentre nello stesso periodo di quest’anno si è registrato un lieve aumento a 2.880, in pratica 48 al giorno nei primi due mesi del 2024. Un aumento che riguarda soprattutto il settore delle costruzioni, dove sono passate da 137 a 174, e quello legato a sanità e assistenza sociale che vede un incremento da 154 a 172 denunce. In aumento anche gli infortuni mortali: 4 nei primi due mesi dell’anno, di cui 2 nelle costruzioni e le altre nel trasporto e magazzinaggio, contro i tre dello stesso periodo dell’anno precedente. Dati che suscitano l’indignazione dei sindacati, ancor di più oggi che sono impegnati nella sensibilizzazione in occasione della giornata mondiale della sicurezza sul lavoro.
«Il fenomeno del mancato rispetto della legge è sempre più radicato nella nostra regione – spiega preoccupato Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria – Neppure il tragico dato dell’aumento degli incidenti, anche mortali, sembra in grado di invertire questa tendenza. È evidente, perché lo dicono i numeri, che l’emersione del lavoro irregolare è strettamente legata alla quantità e alla qualità delle attività ispettive: di fronte all’allarmante crescita di situazioni illegali, che si traducono in aumento degli infortuni e delle attività sconosciute a fisco e previdenza, il potenziamento delle strutture dedicate alle ispezioni dovrebbe essere un automatismo. Gli ispettori stanno facendo un lavoro encomiabile ma c’è bisogno di nuove assunzioni per rafforzare l’organico, ciò purtroppo non accade e noi chiediamo il sostegno di tutte le istituzioni affinché questa lacuna venga colmata senza ulteriori ritardi».
«Più ispettori ma anche multe più salate in caso di irregolarità – aggiunge Emanuele Ronzoni, commissario straordinario Uil Liguria – e una procura speciale perché alcune morti sul lavoro sono veri e propri omicidi. Per tutto questo però servono risorse e chiediamo al Governo di individuarle: Inail ha a bilancio due milioni di euro da spendere in prevenzione che non vengono utilizzati, è il caso di iniziare a usarli per campagne di informazione». Dati che mettono in allarme anche le istituzioni: «Non si può essere contenti – commenta Augusto Sartori, assessore regionale al Lavoro – Lo scarto sull’anno passato è relativamente esiguo ma un segno meno non fa mai piacere. Io però invito ad analizzare i numeri anche da un altro punto di vista: l’alto tasso di irregolarità può essere il frutto di controlli che in Liguria sono più severi e più capillari rispetto al resto dell’Italia. Ciò naturalmente non toglie che vorremmo comunque vedere molte meno infrazioni e che continueremo a contrastare con forza il fenomeno».
L’emergenza infortuni sul lavoro- “In Liguria nei primi due mesi del 2024 sono state registrate in media 48 denunce di infortunio sul lavoro ogni 24 ore. Un dato allarmante che non tiene conto, ovviamente, degli infortuni ‘invisibili’, quelli legati al lavoro irregolare. Sono numeri impressionanti, che impongono una riflessione sulla necessità, non più rinviabile, di affrontare quella che è diventata una vera emergenza sociale”, dice Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria.
“Nessuno può voltarsi dall’altra parte: la piaga degli incidenti sul lavoro riguarda tutti, perché colpisce sia i lavoratori che il sistema sociale e sanitario. E non deriva solamente, come si potrebbe immaginare, dall’introduzione di strumenti di lavoro pericolosi, dal poco rispetto delle norme o dall’insufficienza di controlli e ispezioni. Se, infatti, la mancanza di una cultura della sicurezza è il primo incontestabile fattore di rischio, va ricordato che sempre più spesso l’infortunio è una conseguenza di eccessivi carichi di lavoro, dell’accelerazione dei tempi di lavoro e di una cultura delle prestazioni e della produttività che aumenta i margini di rischio e che, quando non causa un infortunio, in ogni caso, provoca un pericoloso aumento della condizione di stress. E ancora il fenomeno del precariato che si annida nelle false partite Iva, negli stage, nei tirocini, nelle false cooperative cosiddette spurie, nel ricorso fuorilegge ai contratti di tipo parasubordinato o, peggio, alle partite Iva fittizie, nell’assoluta assenza di formazione dei neoassunti: sono queste le condizioni che fanno aumentare i rischi-sicurezza sul posto di lavoro su cui si deve intervenire”, conclude Maestripieri