Mi arrendo. Sono cardiopatico,vecchio e stanco. Avevo giurato a me stesso che avrei speso il resto della mia vita a ridare la casa dei sogni a mia figlia che la sta perdendo per la malasorte, l’incuria e l’indifferenza perniciosa degli uomini. Ero partito con energia ed entusiasmo, collaborando con amici incappati nella stessa disavventura, che si adoperavano a cercare documenti, carteggi vari e progetti tecnologici.
Abbiamo scritto a tutti: alla Provincia, alla Regione, al Comune, alla Prefettura, alla Procura, ai Giornali. Ho messo nella bacheca del paese uno sfogo ironico e malinconico E’ ancora lì!Ho impugnato la penna come la spada di Zorro, scrivendo brevi considerazioni come affondi in un duello. Mi sono sentito un piccolo Che Guevara, orgoglioso di combattere per una causa giusta, con buon senso di civiltà. Ora mi arrendo.
Le risposte non sono venute o non erano esaustive e soddisfacenti.Ad un tratto ho percepito attorno a me un’aria di improvvisa cautela.Nel paese,la gente che all’inizio dei fatti ,si intratteneva in lunghe chiaccherate,ora rientrava frettolosamente nelle case,persino in quelle ferite come quella di mia figlia.Nelle dichiarazioni delle autorità competenti riportate dai media,ho scoperto che il “fenomeno interessa poche case di villeggianti estivi e di pochi immigrati.”Letteralmente il termine è giusto perchè io sono del paese vicino,ma con rispetto degli immigrati io credo che l’uso di questo aggettivo sia quantomeno inopportuno.
Ora pare si siano trovati i soldi e che siano iniziati i lavori,ma a certe domande mancano ancora le risposte.Io mi arrendo.Il giorno della festa c’erano tutti: il Prefetto, il Procuratore, il Sindaco , il vice Sindaco/Sindaco, i lecchini professionisti dell’adulazione, tutti i detentori del potere ufficiale e quelli del potere occulto, usciti dalla porta e rientrati dalla finestra.
Solo il tempo dissentiva con sordi brontolii , tuoni lampi e scrosci di pioggia. Mi sono sentito di colpo l’imputato di un kafkiano processo. Era come se mi rispondessero “noi non ci metteremo mai l’uno contro l’altro!Noi siamo il potere.Rassegnati!” Io mi arrendo. Chiedo scusa a mia figlia, sicuro che tra la casa e la salute di suo padre non avrà dubbi. Ho una moglie , due figlie ed una nipote, il poker di Regine vincente nella partita della mia vita. Chiedo scusa anche a loro per aver loro trasmesso nel DNA e con l’esempio i valori di onestà e dignità che oggi sono quasi un handicap nella vita. Mi arrendo. Non sono vile sono solo vecchio,cardiopatico e stanco. A vent’anni mandare a quel paese un Ammiraglio prepotente, incivile e dispotico non è stato un problema ed ho accettato le inevitabili conseguenze con la fronte alta e il sorriso sulle labbra.
Oggi ho paura del mio ardire e mi arrendo!Torno al mio orto, ai miei conigli, ai miei sogni. I sogni sono ancora liberi. Immagino un mattino di primavera con la natura pronta ad inneggiare alla vita. Poi immagino che la gente improvvisamente si divida un due schiere. Da una parte i buoni e dall’altra i cattivi,gli ignoranti cattivi,gli ipocriti,i criminali, i ladri.Vedo la moltitudine di gentaglia diventare di colore verde, li vedo agitarsi.
Qualcuno dice “Ma guarda, anche quello!L’avresti mai detto?! “Poi quella fiumana verde si muove , come i lemmy, verso il mare dove entra per sparire per sempre!Io mi arrendo .Torno ai miei sogni liberi dove io sono libero per poter vivere ancora un po’.
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