In Campania si può fare turismo senza dipendere dall’auto. E in altre regioni? Se stiamo ai resoconti dei media – televisioni, stampa e, soprattutto, siti web – la situazione dei trasporti ferroviari in Italia è semplicemente disastrosa: passeggeri abbandonati per ore in aperta campagna, vibranti proteste di comitati pendolari, treni soppressi senza preavviso. C’è anche un caso clamoroso e ignorato. A Certosa di Pavia è possibile attraversare il doppio binario a livello. Un cartello recita più o meno: “l’attraversamento è consentito quando non passano i treni” (sic!).
di Massimo Ferrari*
Ogni giorno, anzi, più volte al giorno siamo tempestati da queste impietose cronache. E, in effetti, tra corse saltate per carenza di personale o guasti al materiale rotabile, interruzioni programmate per lavori di potenziamento infrastrutturale che si susseguono per mesi, investimenti di pedoni (quasi sempre suicidi, purtroppo, che sembrano aumentare per effetto imitativo!), c’è poco da stare allegri.
Allora sarà che sono particolarmente fortunato, ma dei tredici treni che ho preso nelle prime tre settimane di marzo tutti hanno viaggiato in orario. Sia che si trattasse di regionali (sette corse tra Lombardia e Campania), sia di servizi “a mercato” (sei viaggi sulla direttrice Milano – Roma – Salerno, equamente ripartiti tra Frecciarossa ed Italo). E, quindi, forse le cose stanno un po’ meglio di come sono descritte, anche se, da che mondo è mondo, sono i disservizi a fare notizia. Mentre l’affidabilità percepita dall’utente medio non è poi tanto negativa. Prova ne sia che le vetture sono quasi sempre discretamente piene. E il traffico sembra in aumento (ma i dati precisi latitano).
Andiamo con ordine: sulla “Metropolitana d’Italia” (Torino – Roma – Salerno) si viaggia discretamente, anche se gli spazi disponibili a bordo fanno talvolta rimpiangere le carrozze a scompartimenti di una volta. Le tariffe variano in funzione delle giornate e delle fasce orarie e possono essere particolarmente convenienti se il biglietto è acquistato con un certo anticipo: 21.90 euro per un passaggio di quasi 900 km a bordo di Italo da Milano a Salerno (il 14 marzo) è davvero un ottimo affare. I Frecciarossa sono spesso più cari, ma non sempre: per il ritorno, il 18 marzo, Trenitalia risultava più conveniente (35,90 euro). In più la maggior parte delle sedute sono disposte “a salottino” (cosa gradita se si viaggia in quattro) ed è presente una carrozza bar in cui si può consumare anche qualche piatto caldo. Niente a che vedere con le vetture ristorante del buon tempo andato, ma sempre meglio dei distributori automatici presenti su Italo.
Vorrei soffermarmi, però, sui servizi regionali. In Lombardia, da anni, sono in forte sofferenza. Troppe cancellazioni all’ultimo minuto, vandalismi diffusi, personale a bordo quasi inesistente per la gioia degli evasori. Infatti, sulle due corse da Milano a Lecco e ritorno il 28 febbraio, i controlli non si sono visti; in compenso si è viaggiato in orario. Sul Milano – Pavia del 22 marzo, invece, si è presentata una gentile conduttrice. Che mi avrebbe anche potuto elevare una contravvenzione, visto che il biglietto lo avevo comprato il giorno prima (viaggiavo con una bicicletta al seguito). Ma, risultando evidente la mia buona fede, non ha mosso contestazioni. Per di più sono stato uno degli ultimi utenti lombardi ad acquistare un supplemento bici. Dal 1 aprile (e pare non sia uno scherzo) la Regione ha deciso che velocipedi, monopattini ed animali d’affezione potranno viaggiare gratuitamente. Un provvedimento teso ad acquisire nuove nicchie di clientela ed a favorire l’escursionismo ambientalmente sostenibile.
Ma è stato proprio il servizio regionale in Campania a suscitare un’ottima impressione. Ne avevo già avuto sentore in un precedente viaggio attorno a Napoli nel mese di dicembre: treni nuovi e pulitissimi, controlleria efficiente, informazioni puntuali. Preciso di aver utilizzato corse di Trenitalia e non della Circumvesuviana, il cui servizio, classificato tra i peggiori d’Italia, sembra da anni sull’orlo del collasso. Ma, comunque, temevo l’insidia dell’interruzione sulla linea “storica” intercorsa a fine gennaio in prossimità di Vietri sul Mare. Si tratta di una modesta frana che, tuttavia, tarda ad essere ripristinata perché comporterebbe la rimozione di un vecchio fabbricato pericolante, i cui proprietari, naturalmente, preannunciano ricorsi contro l’abbattimento.
Il traffico tra Nocera Inferiore e Salerno, pertanto, è interrotto da due mesi e non si sa quando potrà essere ripristinato. E’ stato istituito un servizio sostitutivo con autobus, sulla cui affidabilità, stante la perenne congestione delle strade amalfitane, c’è poco da fare conto. Come quasi sempre accade per gli autoservizi sostitutivi. Proprio in questi giorni, la circolazione ferroviaria tra la Bari e Napoli è interrotta da un’altra frana presso Ariano Irpino, oltre ad una presso Pozzuoli (“L’Italia è in tocchi”, come pare avesse detto il Re a Mussolini il 25 luglio 1943). Con gli autobus sostitutivi i tempi di viaggio si sono raddoppiati e gli autisti si sono persi nella viabilità locale, aiutati in qualche modo dai cellulari dei malcapitati passeggeri che cercavano di individuare la via giusta.
Avendo programmato una puntata agli scavi di Pompei, la circostanza poteva serbare qualche incognita, tanto più che su internet non riuscivo a trovare notizie precise sulle alternative previste. Invece, una volta approdato a Salerno, ho appreso con piacere che tutti i regionali venivano istradati nella galleria di base, normalmente destinata ai treni veloci, risparmiando addirittura tempo rispetto all’orario programmato. Informazione, per altro, comunicata gentilmente a voce alla biglietteria, senza che però venisse esposto alcun avviso in merito. Le comunicazioni cartacee sembrano abolite, quelle telematiche sono spesso irreperibili; solo sugli addetti, quando ci sono, si può contare. Stesso discorso per un’altra escursione in giornata da Salerno a Caserta, mentre per spostarsi sulla Costiera Amalfitana si può scegliere tra il servizio di battelli verso Amalfi e Positano in alternativa agli autobus della Sita, i cui abilissimi autisti affrontano lungo la strettissima statale incroci millimetrici che da soli giustificano la scelta di un percorso spettacolare. Almeno fuori stagione, perché in estate il traffico rischia la paralisi totale. Ma già adesso la frequentazione di turisti, soprattutto stranieri, è abbastanza sostenuta.
Quali insegnamenti trarre da questa limitata esperienza? Innanzitutto non bisogna mai generalizzare. I meridionali, giustamente, lamentano l’arretratezza dei collegamenti viari e ferroviari che penalizzano il Mezzogiorno e che l’ “autonomia differenziata” potrebbe addirittura aggravare.
Ma questo è valido soprattutto per la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. La Campania – almeno tra Napoli, Caserta e Salerno – (e, in parte anche la Puglia) sono , invece, tra le regioni meglio dotate di infrastrutture e, quindi, se non si abbassa la guardia sul vandalismo ed il degrado (come spesso è accaduto in passato), il servizio può essere di ottima qualità.
Utilizzare il treno, ma anche i bus ed i battelli, può rappresentare un’ottima alternativa, spesso vincente rispetto all’uso dell’automobile, trattandosi di aree spesso congestionate e dove il parcheggio è particolarmente problematico. Lo stesso dovrebbe valere per altre regioni a forte vocazione turistica, come la Liguria o la Toscana. Purtroppo, non sempre è così. In ogni caso, bisogna documentarsi attentamente prima di partire perché esistono molte alternative di spostamento e non sempre sono facilmente reperibili.
Un’ultima considerazione in merito ai regolamenti di sicurezza che spesso appesantiscono, quando non paralizzano, la circolazione dei treni, ma, come spesso accade nel nostro Paese, sovente sembrano ispirati più che altro dalla preoccupazione di sollevare il gestore da qualsiasi responsabilità. Succede, però, che sopravvivano, a macchia di leopardo, situazioni obiettivamente pericolose, sfuggite all’occhiuto controllo delle autorità preposte. Un esempio, tra i tanti. Mentre sono stati nel tempo realizzati costosi sottopassi anche lungo linee a binario unico nelle cui stazioni fermano tutti i treni (per esempio, a Bra), alla Certosa di Pavia è tuttora possibile attraversare il doppio binario a livello, sotto un cartello che recita più o meno: “l’attraversamento è consentito quando non passano i treni” (sic!). Il che è comodo, specie se ci si sposta con la bici al seguito, ma bisogna fare attenzione, visto che sulla linea Milano – Genova transitano anche convogli a 150 km/h. E, magari col buio o con la nebbia, la visibilità può essere tutt’altro che ottimale.
Massimo Ferrari
Presidente Utp/Assoutent
COMUNICATO STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA – TRASPORTI: DA SABATO AL VIA 26 COLLEGAMENTI IN PIÙ DALLA LOMBARDIA E 18 DAL PIEMONTE. ASSESSORE SARTORI: “TRENI DEL MARE OTTIMA ALTERNATIVA ALLE AUTO PER RAGGIUNGERE LA LIGURIA SENZA STRESS. LAVORI ULTIMATI AL SOTTOPASSO DI VERNAZZA”
GENOVA. “Tornano i ‘Treni del Mare’ in forma raddoppiata rispetto al passato come da un paio di anni. Ringrazio Trenitalia e le Regioni Lombardia e Piemonte per la consolidata collaborazione con Regione Liguria. La nostra è una meta gettonatissima e i dati sulle prenotazioni per Pasqua lo confermano: il prossimo weekend sarà solo l’antipasto in vista del 25 aprile e del 1° maggio che quest’anno cadono a metà settimana e consentiranno di fare delle brevi vacanze”. Così l’assessore al Turismo e al Trasporti di Regione Liguria Augusto Sartori sul ritorno, da sabato prossimo, 30 marzo, dei cosiddetti “Treni del mare” che garantiranno nuovi collegamenti in più per la Liguria con la Lombardia e il Piemonte.
Per quel che riguarda la Lombardia saranno ventuno i collegamenti aggiuntivi: dieci il sabato e undici nei giorni festivi grazie alla collaborazione fra Trenitalia, Trenord, Regione Liguria e Regione Lombardia. A questi vanno aggiunti anche i cinque nuovi collegamenti già annunciati effettuati a partire da sabato da Trenitalia e Regione Liguria, sempre sulla tratta Genova-Milano. L’azienda ha avviato anche la possibilità di acquisto di un unico biglietto ‘treno+battello’ per raggiungere le destinazioni di Punta Chiappa e Baia di San Fruttuoso con interscambio a Recco.
Per quel che riguarda il Piemonte, dal prossimo weekend saranno 18 i collegamenti “Ponente Line” programmati da Trenitalia con la Regione Piemonte tra Torino, Savona, Albenga e Imperia che si sommano ai 18 collegamenti giornalieri tra il capoluogo piemontese e Savona (di cui 6 proseguono fino a Ventimiglia con fermate nelle località della riviera di Ponente) e ai due treni in più per il 24 giugno tra Torino e Imperia .
“Il treno è un’ottima alternativa alle auto per venire in Liguria in maniera confortevole e senza stress – aggiunge l’assessore Sartori – e tra l’altro le stazioni liguri sono in fase di restyling. In particolare per i giorni di Pasqua e Pasquetta, domenica e lunedì, il sottopasso di Vernazza alle Cinque Terre aprirà in modalità provvisoria per poi chiudere nuovamente per qualche giorno così da consentire l’ultimazione degli interventi di finitura e decoro. La riapertura definitiva è prevista il 10 aprile”.