Le domande difficili. Caffeina come il Bignami. Diversamente scongelati. Il diavolo e lo stalliere. La più grande democrazia del mondo (non è l’Italia). Buon compleanno cavaliere. Diamanti o cocci di vetro? Papa Francesco.
LE DOMANDE DIFFICILI
E’ colpa di Berlusconi, per tutto il ‘casino’ ultimo che ha fatto, se l’IVA è aumentata?.
E (se) ci sarà da pagare l’IMU, Berlusconi ritirerà l’appoggio al Governo appena ricostituito per essere coerente con la parola data agli italiani?
E ‘Forza Italia’ è un’appendice del PdL, o un’appendicite da operare urgentemente?
E se ‘Dudù’ rifiuta di prendere la tessera di ‘Forza Italia’ lo abbandoneranno al canile?.
E ora la Santachè che fa, sparigliata da tutti, si farà monaca di clausura?.
CAFFEINA COME IL BIGNANI
Per i lettori di Caffeina, sfrastornati oltre che nauseati, da questo bailame burlesque dei nostri politici di questi giorni: che si sono sbracati e affumicati l’un l’altro, ‘comparse teleguidate dell’ultima ora senza un briciolo di coerenza e men che meno dignità’.
Sintezziamo tutto questo ‘gran casino’, per non perdere del tempo inutilmente, che il nostro ce lo sudiamo e paghiamo noi, non certo la politica, con le parole di Giorgio Gaber:
‘Gli italiani non ne possono più di politici che si scannano e poi non cambia niente’.
‘DIVERSAMENTE SCONGELATI’
Cari Amici di ‘Caffeina’ , quando queste noterelle vedranno la luce, scongelate a distanza di una settimana, molte cose potrebbero essere cambiate, in senso politico e non solo, magari con un finale a sorpresa come del resto è abituale nel teatrino della Commedia Italiana.
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Al nostro coordinatore di ‘Trucioli’, avevamo suggerito una finestra di aggiornamento continuo al blog, un flask, poche righe, tanto per essere come si suol dire ‘sulla notizia’, ovviamente aperto a tutti noi collaboratori se l’idea vi piace, fatevene portavoce.
IL DIAVOLO E LO STALLIERE
Prologo: Alcuni anni fa Massimo Dalema ebbe a dire a proposito di Berlusconi ‘spero di vederlo all’angolo di una strada a mendicare’
L’uomo appariva stanco, il passo lento, gli abiti impolverati, l’ampio capuccio sdrucito a coprirgli il volto.
Aveva girovagato per giorni in quel luogo della memoria, per viottoli secondari per non essere riconosciuto, cibandosi della frutta caduta dagli alberi e dissetandosi alla sorgente nel bosco.
Aveva intrappreso un viaggio doloroso, a ritrovare le radici in quel luogo del quale era stato padrone indiscusso, temuto e osannato, poco amato, molto invidiato: e dal quale due anni prima era fuggito nottetempo come un ladro di galline, dalle uova d’oro come accertato dalla Magistratura, per non essere arrestato e finire in galera.
La notte era buia, le ombre parevano ghermire l’uomo ad ogni movimento, poche luci indefinite in lontananza; imboccò il sentiero che ben conosceva delimitato dalle alte siepi di bosso e che conduceva all’ imponente cancello con gli stemmi traslucidi ottonati di famiglia su ambedue i lati; si soffermò a lungo, mille pensieri lo tormentavano, indeciso se proseguire o ritornare indietro e dileguarsi nel nulla: che i ricordi sono come le cicatrici, non spariscono mai.
L’ora era tarda e il silenzio oppressivo rotto soltanto dal gracchiare di qualche raganella, a tratti il soffio del vento portava il profumo delle magnolie ancora in fiore come a ricordare all’uomo che la natura attorno era sempre quella, incontaminata e bellissima.
L’uomo ebbe un sussulto, riprese coraggio, suonò con insistenza, quasi con rabbia, il campanello istoriato a fianco della targa in marmo dove un tempo era inciso il nome della dimora e che ora appariva malamente divelta.
Passarono attimi interminabili, poi un omone, uno stalliere per come appariva dall’abbigliamento e dal fucile a tracolla, gli si fece incontro, al di là del cancello e con voce burbera dall’accento spiccatamente siculo, chiese cosa mai volesse.
L’uomo, con aria mesta, raccontò di essere molto stanco, febbricitante e che necessitava di un giaciglio, sia pure sotto il porticato della dimora, dove riposare fino all’alba quando avrebbe ripreso il cammino.
Ancora attimi di silenzio, poi lo stalliere scoppiò in una clamorosa risata, spiegò che quella era una dimora lussuosa, un tempo residenza di un personaggio famoso e potente e ora prossima ad essere riaperta come Casinò per miliardari: di rivolgersi al convento dei frati capuccini per altro a breve distanza.
L’uomo restò immobile, come a meditare, disilluso e forse in cuor suo furibondo; si avvicinò ancor più alle sbarre del cancello, solo pochi passi lo separavano dallo stalliere: lentamente sollevò il capuccio, mostrò il volto, gli occhi di fuoco e la bocca scomposta in una smorfia cattiva, poi all’improvviso voltò la schiena e senza nulla dire scomparve nella notte.
Lo stalliere era impallidito, la fronte imperlata di sudore, aveva immediatamente riconosciuto l’uomo, il suo vecchio padrone: ma per tutta la vita, barando con se stesso, ostintamente si impose di credere che quell’uomo altro non era che il diavolo.
LA PIU’ GRANDE DEMOCRAZIA DEL MONDO (non è l’Italia)
La notizia, per noi italiani, appare come incredibile oltre che irrealizzabile, eppure è così: in India, in occasione delle prossime elezioni, oltre alla consueta scheda elettorale riferita ai partiti, ne verrà abbinata un’altra, comprensiva di tutti i nomi dei candidati con a fianco uno spazio per esprimere in forma anonima un giudizio sul loro operato, onestà, capacità e quant’altro.
A spoglio avvenuto, verranno resi pubblici solamente i giudizi negativi, nominativi compresi, allo scopo di dissudere tali personaggi dal ricandidarsi in futuro; già due anni fa la Corte Suprema dell’India aveva stabilito di rimuovere dalle loro cariche i deputati con condanne penali.
BUON COMPLEANNO CAVALIERE
77 anni portati ‘alla ventura’, il Cavaliere festeggia il compleanno con poche emozioni: di grane, come si suol dire ‘ne ha una per capello’ che tutto sommato sarebbe comune consuetudine, in fondo di capelli ne ha pochini, forse non tutti suoi, probalmente qualcuno in trasferta da Alfano.
A sollevarlo, nel bene e nel male, sempre e solo le donne; Maria Garfagna ‘Presidente, pensando a Lei mi è venuta in mente una frase di Albert Eisten <le grandi menti hanno sempre ricevuto violenta opposizione da parte delle menti mediocri> ‘.
E a buon peso, e chiarezza, la Signora Carpentieri, ‘su Silvio hanno inventato tutto e di più e poi meno male che va con le donne e non coi ricchioni’.
DIAMANTI O COCCI DI VETRO?
‘Il valore vero delle cose non si misura con il loro costo’.
Provate ad acquistare un abito da mille euro e uno da trenta, una volta usurati nessuno dei due varranno ‘una cicca’.
Ma non sempre: acquistate un diamante da centomila euro, se mai lo rivenderete per necessità, sarete fortunati se recupererete la metà di quanto speso che è pur sempre qualcosa rispetto al nulla di una pietra similare sintetica, un coccio di vetro: che comunque vi ha permesso di fare ugualmente bella figura, esibirlo ‘alla faccia degli invidiosi’, che ovviamente non immaginano se vero o falso, senza alcuna preoccupazione in caso di furto o di smarrimento.
Dalla scelta di queste due possibilità, due modi diversi d’intendere la vita, si può determinare qual’è il nostro intimo carattere: senza spendere quattrini e perdere tempo dallo psicologo.
PAPA FRANCESCO
Con un Papa così moderno e aderente al linguaggio di oggi, andrà a finire che le ‘parabole’ verranno chiamate ‘fiction’.