Legge 92 del 2004: 20 anni fa l’istituzione del ‘Giorno del Ricordo’. Quest’anno le celebrazioni sono molte, è la prima volta che accade. Deposizioni di corone col Silenzio d’ordinanza presso i rispettivi Monumenti ai caduti: a Savona (Sabato 10 h18), Vado L. (venerdì 9 h 10) e Loano (lunedì 12 h 10,30).
Nella cerimonia di Savona la Corale alpina savonese intona il Va’ Pensiero: particolarmente struggente, pensando che lo cantavano i Polesani dal piroscafo “Toscana” quando, poco a poco, la loro città si allontanava sempre più all’orizzonte. Pola: 27 mila su 33mila abitanti partirono, lasciando una città fantasma. Sempre a Savona in san Domenico (via Mistrangelo) alle 18,30 sarà celebrata la s. messa.
Poi domenica 11 Savona (sala rossa h 10,30) e Albenga (auditorium San Carlo, via Roma 70 h 17,30) il giornalista e scrittore Fausto Biloslavo, figlio di un esule e il cui nonno fu infoibato, autore di Verità infoibate, terra conferenze. A Loano, lunedì 12 in sala consiliare del municipio, il giornalista incontra gli studenti dell’Istituto Superiore G. Falcone.
Inoltre a Vado Ligure in Villa Groppallo una mostra sarà esposta dal 9 al 23 febbraio: lunedì-sabato 10-12 e 15-18; domenica 15-18. Altri Comuni (come Alassio) commemorano con affissione in città e nelle scuole di manifesti del Ricordo.
Infine a Savona in sala rossa, sabato 2 marzo h 18, Matteo Peirone, esule di seconda generazione, insieme con Linda Campanella, Arianna Menesini (violoncello), Andrea Albertini (pianoforte), G. Penna del’I.R.C.I. di Trieste e G. Bianchi voce narrante: L’ESODO DIMENTICATO, parole, suoni, immagini di chi abbandonò le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia; iI Magazzino 18; i ricordi di chi arrivò a Savona.
Ricordo di che cosa?- L’Italia i totalitarismi del ‘900 li ha conosciuti tutti. Per più di vent’anni ha subito il fascismo; per venti mesi ha sofferto, in modo diretto, il nazismo. E poi ha sperimentato il comunismo: in alcune parti del suo territorio, per periodi diversi. È successo agli italiani di quei territori poi passati alla Jugoslavia, è successo pure agli abitanti di Trieste e della attuale Venezia Giulia. Perché, non va mai dimenticato, non tutta l’Italia è stata liberata il 25 aprile: Trieste ha visto la libertà solo il 12 giugno 1945. In mezzo ci stanno i terribili 40 giorni, con le Foibe triestine e del Carso, Basovizza, Monrupino, Abisso Plutone e tante altre.
C’è motivo di parlarne, è opportuno e necessario celebrare il Giorno del Ricordo, molta gente queste cose ancora non le sa. O non vuole saperle. Perché riconoscere quel po’ di comunismo che abbiamo assaggiato ci costringe a fare i conti con TUTTI i totalitarismi, mentre a molti è più funzionale menzionarne solo alcuni.
Fa ancora comodo a certi ambienti giustificare (il giustificazionismo, appunto) il fenomeno delle Foibe come una reazione, per quanto riprovevole, alle malefatte del fascismo italiano sulle popolazioni slave. Da cui l’alibi «Non avremmo avuto le foibe se non ci fosse stato il fascismo». Ma è facilissimo smontarlo: non ci sarebbe stato un Esodo di 350mila persone solo per la paura di essere infoibati. Le Foibe, le sparizioni, le liste di proscrizione e le fosse comuni, le deportazioni e i lavori forzati, tutto questo dopo i primi mesi poco a poco si ridusse fino ad una normalità che sul lungo periodo poteva pur essere accettabile.
Perché allora l’Esodo? Perché rinunciare a tutti i propri beni, alla casa, al podere, all’azienda, alle relazioni, perché, insomma, accettare di perdere tutto? Si andava via anche e soprattutto per «la ripulsa verso le radicali trasformazioni introdotte nell’economia (…) per il deteriorarsi delle condizioni di vita, tipico dei regimi socialisti» (dalla Relazione della Commissione congiunta storico-culturale italo slovena, 1993). Meglio provare a ripartire da zero in un paese dove però vige lo Stato di diritto, la divisione dei poteri, l’economia di mercato, la proprietà privata, piuttosto che vivere nel socialismo. Scelsero l’Occidente, con tutti i suoi difetti.
Gli eventi sono organizzati da due soggetti, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e Federazione Italiana Volontari della Libertà. Vi aderiscono Associazione Nazionale Ex Deportati, Centro Pannunzio, DLF Albenga, Istituto Regionale per la Cultura Istriana fiumana e dalmata. Coi patrocini di Regione, Provincia, Comuni di Savona, Albenga, Loano, Vado L., fondazione Oddi, Ordine dei Giornalisti della Liguria. L’evento è accreditato per formazione giornalisti.