Bilancio di condivisione di civiltà evangelica a donne e uomini liberi, democratici, giusti e rivoluzionari, laici e credenti pensanti.
di Paolo Farinella, prete
Passata l’oscena rassegna natalizia, segnata dal consumo più sfrenato e superfluo possibile, satolli di noia e tristi per non avere provato alcuna gioia nella tradizione dei regali «dovuti», ci permettiamo di portare un refolo di vita reale, più un segno, un simbolo che un fatto eclatante.
Noi a Genova non organizziamo pranzi di Natale o distribuzione di pacchi a Natale o buonismi di pessimo gusto, più adeguati a tranquillizzare le nostre quiete coscienze che a fare scelte di vita civile e/o cristiana. Il mondo ingiusto del perverso capitalismo genera mostri e poveri senza fine ai quali riserviamo alcune ore il giorno di Natale, anche con presenze cardinalizie o episcopali, tanto tutto finisce in una mangiata di ore.
Gesù ci ha detto che i Poveri li avremmo avuti con noi tutto l’arco dell’anno solare, e nel 2024 un giorno in più, essendo bisestile. A Natale noi non vogliamo vedere Poveri né fare elemosine, né fare raccolte speciali perché riteniamo tutto ciò un insulto disumano.
Manca la Giustizia e la redistribuzione di chi siamo e ciò che abbiamo. Il governo combatte i Poveri come nemici parassiti, salvo poi servire come doni natalizi condoni agli evasori, premiando ladri e farabutti. Le Chiese cantano inni al Povero, ma si guardano bene dall’accoglierlo con pari dignità sociale ed eguale davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» (Cost. art. 3 §1).
L’orgoglio di cui qualcuno straparla non sappiamo dove alloggi e chi riguardi, forse le favole, forse la narrazione di una vita di un altro mondo.
Il mondo cristiano capitalista ha lasciato la religione, ma svuotata di Cristo Gesù; la Chiesa ha mantenuto la favoletta del presepe, ma senza il Gesù di Nàzaret, troppo ingombrante per i lustrini sgargianti che addobbano come cavalli bardati preti e vescovi e cardinali (Sant’Antonio di Padova, I Sermoni, trad. di Tollardo G., EMP, Padova 1996, qui Sermo Annunciationis 3,14).
Quando i poveri siederanno a mensa tutti i giorni, escluso Natale, solo allora Dio tornerà sulla terra e porterà il dono della Pace e della Giustizia. Solo allora «Giustizia e Pace si baceranno» (Sal 85/84,11).
A tutti gli amici e amiche di San Torpete in Genova diciamo: noi ci siamo e continuiamo a esserci, in silenzio, senza rumore, senza clamore, senza ostentazione, ma con ostinazione. Facciamo solo il nostro dovere, imitando il Signore che è venuto non per servirsi, ma per servire (Mc 10,45). È la logica del grembiule, senza distinzione di persone, ma testimonianza che vale la pena tentare, in piccolo, di dimostrare che un mondo nuovo è possibile perché se capita con una settantina di persone, può accadere anche a migliaia, a milioni, a tutto il mondo. Bisogna solo volerlo e viverlo.
A chi vuole accompagnarsi a noi nel nostro cammino, buon viaggio e benvenuti nell’umanità del futuro, nell’umanità della dignità di vita, la dove tutti sono uguali non solo davanti alla legge, ma davanti all’amore che, da solo, genera amore e non chiede perché.
Chi vuole darci una mano come segno di condivisione e compartecipazione, vogliamo essere un’occasione per pensare, sognare, decidere e agire. Senza paura, senza scopo. Ne vale la pena perché la Pace e la Fede passano per la Giustizia, altrimenti tutto è inganno o finzione.
A tutti un abbraccio. Se queste riflessioni vi danno fastidio, potete cestinare e cancellarvi da voi, oppure domandarvi dove siete e chi siete. Forse scoprirete un mondo diverso, e comincerete a sognare in bianco e nero e, anche, qualche volta, anche colori, come mai avete sognato in vita vostra. Felice di squilibrare il vostro equilibrio instabile, a tutte e a tutti un caro saluto senza auguri, ma carico di vita senza aggettivi.
Paolo Farinella, prete
(Il prossimo bilancio, speriamo di poterlo fare entro marzo 2023).