La depurazione non fatta comporta che il cittadino non deve essere obbligato a pagarla e se l’ha pagata lo stesso ha diritto ad averne restituiti gli importi fino a 10 anni indietro. Storia di azzardo, sciaratto e propaganda.
Polo di Centrodestra per Pietra
Lista Civica dei Pietresi
Gruppo Consiliare “Centrodestra”
Consigliere Mario Carrara
Ormai, dopo mesi che stiamo trattando la questione dell’inesistenza della depurazione delle acque reflue del 70% di Pietra Ligure e del 100% della Valmaremola, il “quadro” della situazione si sta ben delineando e consolidando in tutti i suoi aspetti.
Ci sono città come ad esempio: Loano e Borghetto o porzioni di città, come il 30% di Pietra Ligure dove la depurazione viene fatta in modo completo e i cittadini-utenti devono pagarne i relativi costi; e ci sono altre città come tutte quelle della Valmaremola e porzioni di città come il 70% di Pietra Ligure che NON usufruiscono del ciclo completo della depurazione biologica, ma solo di un pre-trattamento fatto di triturazione. E NON devono pagarla perché, altrimenti, pagherebbero per un servizio di cui non usufruiscono.
Il “solo” “pre-trattamento” o depurazione “primaria” NON deve essere considerato “depurazione” perché NON LO È. È solo triturazione, compattamento, “lavamento” (disoleatura) dei liquami e nulla più. I liquami cambiano forma ma non la loro “sostanza”: quella è e rimane con tutto il suo carico inquinante, tale e quale. È quello che si fa nell’impianto di Pietra Ligure. La risposta alla mia interrogazione del luglio scorso da parte di “Servizi ambientali” è eloquente anche se, e non si capisce perché, l’hanno scritta con risposte un po’ in italiano, un po’ in inglese.
In essa si legge che se è vero che l’impianto faccia il trattamento “primario” dei liquami (e lo sappiamo), NON fa il trattamento “secondario, NON fa “altri trattamenti”, NON rimuove l’azoto, NON rimuove il fosforo, ecc. Insomma, “Servizi ambientali” certifica che l’impianto di Pietra Ligure non fa alcuna operazione di vera depurazione oltre ad un pre-trattamento dei liquami. E basta. Ciò, per il 70% degli utenti Pietresi, che sono, invece, costretti a pagare la depurazione nelle bollette dell’acqua come se, invece, le acque reflue che essi producono fossero sottoposte ad un processo di depurazione completo.
Il Sindaco di Pietra Ligure Luigi De Vincenzi, nel consiglio comunale del 30 Luglio 2021 ha sostenuto “a spada tratta” che: “la depurazione va pagata…“, quando, invece, la Corte Costituzionale nella sua sentenza n⁰335 del 2008, chiariva in modo incontrovertibile che la “natura” della somma da pagarsi dagli utenti per l’attività di depurazione delle acque reflue urbane deve avere la natura giuridica di un corrispettivo contrattuale collegato all’effettivo servizio di depurazione dei reflui e NON alla sola presenza di impianti atti a svolgere un’attività di PRE-TRATTAMENTO o di depurazione PRIMARIA.
Com’è, invece, proprio nel caso di Pietra Ligure e Valmaremola. Questo è il testo dell’intervento di De Vincenzi, tale e quale, estratto dal verbale della seduta del consiglio comunale del 30 Luglio 2021, pag.7, riga dalla 4ª in avanti:
“La depurazione va pagata perché la depurazione ha dei cicli, a Pietra abbiamo per il 30 per cento completamente fatto il ciclo e per l’altra parte che va a momenti viene fatta tutta una parte della depurazione che viene fatta a Pietra. Che questa vuol dire vuol dire e ci impone di pagare la depurazione, che sia giusto o sbagliato non so purtroppo la norme non le faccio io, è chiaro che non esiste nessun comune nella nostra situazione o anche peggio che non paghi la depurazione. Albenga che si è appena collegata la sta pagando da tre anni perché faceva soltanto il primo ciclo e non credo che siano tutti così sprovveduti e che abbiano bisogno del suo intervento. Alla gente bisogna dire Consigliere Carrara le cose come sono, non fare soltanto della propaganda di questo tipo sapendo che dice delle cose inesatte“.
Ma De Vincenzi, accusando me di dire cose “inesatte” e di fare della “propaganda”, afferma che: 1) A Pietra Ligure si deve pagare la depurazione per il fatto dell’esistenza dell’impianto di via Crispi, che, invece, facendo esso “soltanto” pre-trattamento di tipo “primario”, NON si
deve pagare, perché quello che fa NON è depurazione. 2) Afferma che Albenga che fa il primo ciclo (anno 2021) sta pagando la depurazione “da tre anni“, ma questo NON è vero perché Albenga ha avuto stralciati i costi della depurazione dalle bollette fin dal 2017.
E del fatto che per il 70% del territorio di Pietra Ligure non venga effettuata la depurazione, è De Vincenzi stesso ad attestarlo quando il 30 Marzo 2021, rispondendo ad un’interrogazione consiliare, dichiara testualmente: “….ad oggi non siamo ancora collegati” al depuratore di Borghetto, “se non per quel 30% che riguarda Pietra“, confermando che il restante 70% maggioritario, NON essendo collegato, NON usufruisce della depurazione.
E, quindi, quel 70% di cittadini NON deve pagare la depurazione perché essa non c’è.
Le acque reflue di questo 70% di cittadini Pietresi oltre al 100% della Valmaremola vanno a finire per la maggior parte nel Mar Ligure, senza aver goduto della depurazione biologica, tramite le due condotte poste di fronte alla foce del torrente Maremola; due vecchie condotte: una del 1988, l’altra del 2005. La prima è lunga 1485 metri ed è posta ad una profondità di 42 metri; la seconda è lunga 180 metri ed è posta a 5 metri di profondità.
Quindi: le acque reflue del 70% di Pietra Ligure hanno solo il pre-trattamento di un vecchio impianto, che non fa “depurazione” e scaricano direttamente in mare in condutture già vecchie di ben 35 anni.
Ci si chiede, veramente, come in condizioni come queste si abbia la “temerarietà”, “l’azzardo”, se non proprio la sfacciataggine di ostinarsi a continuare a chiedere nelle bollette dell’acqua che venga pagata una depurazione che non c’è, per acque reflue che vanno a finire per la loro maggior parte direttamente nel mar Ligure.
C’è da chiedersi come De Vincenzi abbia potuto dire le cose che ha detto e sostenere, “sostanzialmente” le posizioni della “Servizi ambientali”, ma non certo quelle dei suoi cittadini. Supponiamo che l’abbia fatto solo per motivi politici o di “equilibri politici” da mantenere e non da “scuotere”, visto che “Servizi ambientali”, società al 100% pubblica, è soggetta a designazioni pubbliche fatte dagli schieramenti politici.
De Vincenzi la primavera scorsa ha minacciato “sfracelli” con ricorso a legali ed eventuali intraprese azioni giudiziarie contro le società idriche per le loro inadempienze, specie dopo che tra i Comuni e le stesse società vennero sottoscritti ben precisi atti giuridici con “Protocolli d’intesa” vincolanti e firmati per poi essere regolarmente “disattesi”; ora stiamo vedendone i risultati: il nulla.
Il 30 Luglio 2021 venivo accusato in pieno consiglio da De Vincenzi di “dire cose inesatte” e di “fare propaganda“, forse chi faceva dello “sciaratto“, tanto per fare della “propaganda” era proprio lui.
Mario Carrara, consigliere comunale
23/11/23