Intervento del geologo alassino Alessandro Scarpati dopo le dichiarazioni di SNAM (le mezze verità) a IVG.it. 2/Franco Zunino, segretario generale di AIW: “Scatenati per il rigassificatore di Vado Ligure, ma quasi tutti zitti per altre e serie minacce all’ambiente savonese e valbormidese”.3/Franco Astengo: Rigassificatore ‘laboratorio Savona’. 4/Angelo Berlangieri (aluglio): Rigassificatore occasione di sviluppo.
“Nell’intervista di Andrea Chiovelli su IVG.it SNAM dichiara l’impossibilità di posizionare la nave rigassificatrice più distante dalla costa, in quanto i fondali raggiungono profondità troppo elevate. Questo è vero solo in parte. Dalla carta batimetrica è possibile constatare che effettivamente davanti a Vado Ligure la scarpata continentale passa vicino alla costa, con presenza di fondali prossimi a 400-500 metri di profondità. Davanti a Savona invece è presente un “promontorio” sommerso che garantisce profondità di ancoraggio intorno ai 100 metri fino ad una distanza di almeno 5 km dalla costa.
Pertanto l’ancoraggio della Golar Tundra potrebbe teoricamente guadagnare altri 2 km verso il largo, presentando il fondale profondità analoghe a quello del progetto attuale. E non sarebbe uno spostamento da poco in quanto la distanza della nave dalla costa raddoppierebbe quasi. SNAM dichiara su IVG che “l’eventuale spostamento dell’area individuata per ormeggiare la Golar Tundra richiederebbe una verifica della fattibilità dell’intero progetto”. Bene, credo che la sicurezza dei savonesi meriti di fare immediatamente una tale verifica!” (Alessandro Scarpati geologo)
2/LE MINACCE ALL’AMBIENTE SAVONESE E VALBORMIDESE CHE MOLTI, TROPPI, IGNORANO ?
….”In Liguria si stanno scatenando per il rigassificatore di Vado Ligure. Ci sono altri i problemi che minacciano l’ambiente savonese e valbormidese, quello che dovrebbe restare ai posteri, ma per la cui difesa tutti tacciono o, peggio, acconsentono, magari ritenendo iniziative ecologiche: strade forestali e tagli boschivi ovunque, fruizioni in ogni angolo attorno e sopra le isolette di Bergeggi e Gallinara (anziché prevedere riserve integrali per rispetto alle loro fragilità!), piste da mountain bike ovunque ed “ecologiche”, torri eoliche lungo tutto il crinale ligure-piemontese! Nessuno che però spenga i propri riscaldamenti a gas, e ritorni a cucinare sulle vecchie stufe a legna! Not in my backyard! Che vuole dire, COERENZA ZERO! O che almeno ammetta di aver sbagliato quando votò NO al nucleare o almeno si dichiari favorevole a quello di nuova generazione!
Invece, tutti in spiaggia a protestare! Sperando che a qualcuno venga in mente di imitare il “Robin Hood” d’Inghilterra che, parrebbe per protestare “ecologicamente” per salvare il pianeta (o forse per il solito animalismo, come qualcuno ha ventilato!), ha abbattuto l’albero icona del film Robin Hood (perché in Valbormida, ne esistono di alberi simili fin troppo pubblicizzati dai media!). (Franco Zunino, segretario generale AIW).
3/RIGASSIFICATORE- 18 LUGLIO 2023. IL PRIMO ANNUNCIO UFFICIALE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOTI. LE PRIME REAZIONI DELL’UNIONE INDUSTRIALI E DEI SINDACATI. L’ARTICOLO DI IVG. A FIRMA DI FEDERICO DE ROSSI
“E’ una importante occasione di sviluppo economico per il territorio savonese – ha detto il presidente dell’Unione Industriali Angelo Berlangieri – Non dimentichiamo che l’impianto nasce in relazione alla grave crisi energetica che abbiamo vissuto negli ultimi tempi e che ha penalizzato tutto il nostro sistema produttivo”.
“Si aprono opportunità per diverse aziende del territorio legate alla filiera, penso al comparto dell’impiantistica e della manutenzione, ma non solo. E poi l‘indotto generato dalle opere compensative previste per legge e che andranno a generare effetti positivi sulle imprese locali” ha aggiunto Berlangieri.
“Stando alle prime indicazioni progettuale si tratta di una installazione non impattante e che userà le tecnologie in essere per l’impianto previsto e per la stessa rete di distribuzione”.
Infine il messaggio: “Oltre alla valutazione ambientale, auspico che gli interventi complementari che saranno stabiliti siano accompagnati da una adeguata pianificazione territoriale e urbanistica, efficiente e competitiva per tutta l’area industriale e portuale. E’ chiaro che come Unione Industriali chiediamo significative ricadute per la provincia di Savona sul fronte del sistema produttivo e sui livelli occupazionali” conclude il presidente degli Industriali savonesi.
E i sindacati criticano il metodo della Regione, con riferimento al loro mancato coinvolgimento prima dell’annuncio ufficiale: “Come per ogni cosa che si decide di fare o non fare in provincia, la Regione non ne discute mai con il territorio – dice Andrea Pasa della Cgil -. Non è stato fatto un incontro che sia uno con i sindacati e neanche un incontro pubblico per spiegare di cosa si tratta. Attendiamo che ci presentino in maniera più approfondita il progetto tenendo conto che noi sindacati avevamo chiesto un incontro alle società che dovrebbero costruire l’impianto e ci eravamo detti che alla fine dell’iter, che non era ancora finito, avremmo fatto un ulteriore passaggio. In quel momento non avevamo ancora espresso la nostra posizione: bisogna valutare impatto ambientale, occupazionale ed economico e se porta sviluppo sul territorio” conclude.
Per Simone Pesce della Cisl: “E’ una notizia che non mi sorprende ma nello stesso tempo mi sorprende il metodo sarebbe bene condividere con il territorio le decisioni piuttosto che annunciarle sui giornali. E’ un errore relazionarsi così sul territorio. Sull’impianto non possiamo dire nulla, perché non sappiamo nulla del progetto. Bisogna avere delicatezza per questioni di questo tipo così impattanti”.
Infine il commento di Sheeba Servetto della Uil: “Non possiamo venire a sapere queste notizie dai giornali. Noi rappresentiamo il territorio e quando ci sono azioni che lo coinvolgono che hanno anche conseguenze, siano esse positive o negative, ci deve essere una interlocuzione con le organizzazioni sindacali. Molto spesso si prendono decisioni senza avere un confronto preventivo, solo quando ci sono conseguenze che non si riescono a governare si chiede al sindacato di intervenire” conclude.
4/ RIGASSIFICATORE: LABORATORIO SAVONA
di Franco Astengo
La contrastata vicenda legata al ventilato – dalla Presidenza della Regione Liguria – spostamento a Vado Ligure dell’impianto di rigassificazione attualmente collocato nel porto di Piombino ha assunto aspetti di grande interesse anche dal punto di vista dell’analisi del rapporto tra base sociale e potere politico: ancora una volta Savona si dimostra sede di un possibile “laboratorio”.
Attraverso una (non usuale) concertazione tra forme rivendicative espresse da diversi soggetti a livello di territorio e il piano elaborativo messo a punto dalle amministrazioni comunali (con il concorso di contributi di assoluta validità scientifica) si sono ottenuti alcuni risultati di grande rilievo:
a) appare accertata l’insufficienza di spazi di consenso per l’operazione proposta dalla Presidenza della Regione. Un dato non quantificabile attraverso l’espressione di appartenenze politiche (notando anche l’assenza complessiva dei partiti locali e nazionali dall’arena del contendere) ma attraverso l’evidenziazione di un profondo (e trasversale) “sentire comune”. Si badi bene: non di un dato di mera rilevazione statistico – elettoralistico ma proprio di “sentimento collettivo”;
b) il palesarsi – come ha ben fatto rilevare nel suo intervento il Sindaco di Savona – di una capacità elaborativa e di una progettualità da parte del sistema degli Enti Locali del comprensorio che non può essere ignorata o messa da parte perché frutto di un lavoro di confronto non occasionale perché misurato alle reali esigenze dell’economia e della società;
c) si è posta in rilievo la debolezza di presenza di un Ente intermedio che funzioni da collettore di progettualità e di espressione di intenti comuni a livello superiore. Si tratta di un punto di carattere istituzionale che richiama direttamente all’esigenza di recupero di funzione da parte dell’ amministrazione provinciale,con una richiesta di modifica di termini di mutamento in quelle (ridotte) funzioni che erano state previste al momento di derubricazione come ente di secondo grado.
La questione nel suo insieme merita l’apertura di un capitolo nuovo che concorra anche alla messa in discussione della modificazione di ruolo che l’Ente Regione ha subito con l’elezione diretta del Presidente della Giunta (giornalisticamente appellato come “Governatore” usando una terminologia del tutto inappropriata) : l’Ente Regione, infatti, si è progressivamente trasformato con l’andare del tempo da Ente coordinante e legiferante a Ente di esclusiva funzione di nomina e spesa esercitando così un ruolo di tipo “clientelare” di grandi proporzioni, al punto di trasformarne l’elezione in una sorta di sagra dello “scambio politico”.
Dobbiamo così cogliere l’occasione per sviluppare una ipotesi di dibattito pubblico (posto nell’ambito di una “governance” deliberativa) che gli Enti Locali interessati potrebbe organizzare attraverso una serie di appuntamenti nei quali l’insieme del rapporto criticità/progettualità espresse dal territorio trovino sede di confronto.
Beninteso : non c’è soltanto il rigassificatore se pensiamo ai temi della sanità pubblica, delle infrastrutture, della crisi industriale, dell’ambiente, del recupero del territorio, dei progetti del PNRR.
Accantonando, com’è logico, l’idea del rigassificatore attraverso una presa d’atto dell’impraticabilità del progetto per ragioni di impostazione della proposta, di merito e di difficoltà nel riuscire ad esprimervi attorno un minimo di coesione sociale.