L’estate e la querelle sul rigassificatore hanno oscurato anche i problemi della sanità distraendo l’attenzione sulla nuova pesante problematica che interessa il futuro del territorio Savonese e Valbormidese.
Importanti sono state le azioni nel campo sanitario nel semestre trascorso a partire dalla manifestazione e dalla raccolta di firme in difesa del punto nascita del 19 novembre 2022 culminati poi con la manifestazione sul Pronto Soccorso del 18 Luglio 2023.
Le autorità regionali non hanno mai accettato di presentarsi invitati dal Consiglio comunale di Savona.
I gravi problemi e le incognite che la bozza di piano sanitario regionale pone alla sanità ligure sono stati obnubilati. Nulla si sa di che fine han fatto le richieste della giunta regionale al Ministero di oltre 40 deroghe alla legge Balduzzi .
Nulla si sa se la chirurgia della mano rimane al San Paolo, storica sede dove il Maestro Renzo Mantero l’ha creata. Nulla si sa se le strutture salvate nella precedente tornata legislativa richiedenti oltre 600.000 abitanti rimangono al San Paolo ( Nefrologia e dialisi, Malattie infettive, Radioterapia medica). Nulla si sa del futuro del punto nascita al San Paolo e della promessa partoanalgesia. Nulla si sa se Savona, città capoluogo di provincia, perde anche la sede del 118. Nulla si sa di un potenziale DEA2 farlocco rispetto alla proposta del Comitato di istituire un DEA2 diffuso (come da allegato) in analogia con altre strutture diffuse presenti nella bozza di piano: per altro è possibile , per la provincia di Savona no! Nulla si sa dei concorsi di direttore banditi e in fase di espletamento bloccati dallo scorso febbraio ( nefrologia e dialisi, chirurgia della mano). Nulla si sa sulla copertura del posto di direttore delle malattie infettive dopo il pensionamento del dott. Marco Anselmo.
Viene il dubbio che queste procedure non si facciano in attesa di sapere che fine fanno le deroghe e quindi che fine fanno le strutture.
Nulla si sa del progetto restart per abbattere le liste di attesa diagnostiche e chirurgiche che assillano migliaia di persone e i professionisti preposti.
…..apprendiamo però che il numero dei professionisti (medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti…..) che fuggono dalle nostre strutture aumenta (ortopedici, oculisti…) e nulla si fa in modo efficace per creare le condizioni di rimanere.
….che gli organici in diverse strutture sono ridotti al lumicino e i professionisti rimasti fanno i salti mortali per coprire i turni ed erogare le prestazioni.
…che il Gaslini diffuso è un fallimento come “coraggiosamente” dichiarato dal Presidente dell’ordine dei medici di Imperia (vedi articolo allegato) anche a Savona!
…che il modello hub & spoke anche per patologie comuni, vedi urologia e pediatria, ma anche chirurgia toracica e vascolare, etc, distrugge le periferie. I pazienti sono costretti a spostarsi e localmente non cresce nessun professionista. Tutti scappano! Genova non riesce a supplire in tempi utili.
Non andiamo avanti nella lista …Quanto sopra per non perdere la memoria. La gente comunque si arrabatta angosciata pagandosi se può le prestazioni e rimbalzando su muri di gomma.
In queste condizioni la prevenzione è una chimera e molti anziani rinunciano a curarsi.
Tenteremo di riprendere il filo della matassa invitando i legittimi rappresentanti dei cittadini (i sindaci ) , i consiglieri regionali, i sindacati e tutti i soggetti che hanno a cuore la salute della popolazione a ricominciare a rappresentare in regione i legittimi interessi sanitari della collettività!
Giampiero Storti
2/“Bonus trasporti”, misura importantissima per gli utenti del trasporto pubblico: necessario un intervento da parte della Regione presso il Governo, affinché venga rifinanziato.
Comunicato stampa congiunto WWF Liguria, Fridays For Future Genova, Associazione Mobilitagenova, Italia Nostra Sezione di Genova, Rete Famiglie senz’auto, Comitato SiTram, Triciclo, UTP-Utenti Trasporto Pubblico, Associazione Pendolari Novesi, in cui si sollecita la Regione Liguria ad intervenire urgentemente presso il Governo, affinché venga rifinanziato il fondo del Bonus Trasporti, attualmente esaurito.
Il “bonus trasporti” è una misura introdotta a suo tempo dal governo Draghi, poi rinnovata da Governo Meloni, come contributo economico per poter accedere ad un abbonamento del trasporto pubblico, selezionando un gestore di servizio di proprio riferimento (ad es: Trenitalia, ATC, AMT, TPL Linea, Riviera Trasporti, ecc. ecc.).
Il “bonus trasporti” ha permesso a centinaia di migliaia di cittadini e di pendolari, con il dato di quasi 2 milioni di bonus emessi, di poter accedere con un contributo al diritto alla mobilità in forma anche ambientalmente e socialmente sostenibile, visto che il contributo serve ad accedere agli abbonamenti al trasporto pubblico.
Il bonus si è dimostrato assolutamente importante in questa grave fase di crisi economica per i pendolari e tutti i cittadini economicamente più in difficoltà, che ne hanno potuto usufruire al fine di poter veder garantito il diritto a muoversi per lavoro e studio, e, va ancora una volta rimarcato,favorendo il mezzo pubblico, che è una cosa importante sempre, ma ancor di più in un momento di emergenza non solo economica, ma anche climatica.
Purtroppo, però, già circa a metà agosto il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha annunciato che si stava andando verso l’esaurimento del fondo, e dopo pochi giorni viene annunciato che la possibilità di richiedere il bonus sarebbe stata concessa “una tantum” venerdì 1° settembre dalle ore 08, per accedere ai (pochi) fondi residui dovuti ai bonus non utilizzati ad agosto.
Venerdì 1° settembre si è così assistito ad un vero e proprio “assalto” da parte di migliaia di utenti spesso in attesa dalla prima mattina ai fondi rimasti, a cui – con tutta probabilità – un numero significativo di utenti non ha potuto accedere: stando ai media la dotazione si sarebbe infatti esaurita in un’ora, lo “sportello” digitale richiuso e tutti …rimandati al 1° di ottobre, dove si ripeterà l’assalto di venerdì 1° settembre, ma ancora più “all’arma bianca”, perché se era pensabile un certo numero di bonus non impiegati ad agosto, quelli non impiegati a settembre saranno certamente molti molti meno.
Si possono naturalmente fare critiche legittime al bonus, sappiamo che per favorire il mezzo pubblico non basta che sia economicamente conveniente e porti alla fidelizzazione degli utenti, occorrono interventi per migliorare quantità e qualità del servizio, ferro e gomma, interventi che al momento mancano (e anzi vediamo progetti che vanno addirittura in direzione contraria) ma questa misura è stata in ogni caso estremamente importante per i pendolari e ha spinto certamente anche altri cittadini ad utilizzare il mezzo pubblico diventando abbonati.
Per questo è quanto mai necessario ed urgente che la Regione Liguria intervenga presso il Governo, affinché il fondo venga rifinanziato non solo con la dotazione precedente, ma anzi venga incrementato, alzando anche la soglia del reddito minimo, al momento a 20.000 euro, al fine di ampliare la rosa dei beneficiari, e venga presa in considerazione dalla Regione la possibilità di contribuire con fondi propri a favore di un bonus per i pendolari della regione.