Ricorrenza – Alex Langer nel suo messaggio, più che mai attuale, alla luce dello “ius scholae” , una legge di civiltà che ancora divide la politica italiana.
di Gabriello Castellazzi*
I “Verdi” finalesi e savonesi, come ogni anno, ricordano Alex Langer nella ricorrenza della sua scomparsa (3 luglio 1995), perché si riconoscono nell’attualità del suo pensiero profetico.
Di fronte all’attuale duro confronto politico sul tema dello “ius scholae” (la possibilità per un minore non italiano, ma nato in Italia, di avere la cittadinanza dopo il compimento di un ciclo scolastico di 5 anni), ancora riecheggiano le parole di Langer pronunciate al convegno sulla convivenza inter-etnica, e che i Verdi europei ritengono ancora oggi, dopo 30 anni, la base di un autentico pensiero “ambientalista”:
“La compresenza pluri-etnica sarà la norma più che l’eccezione; l’alternativa è tra esclusivismo etnico e convivenza. Situazioni di compresenza di comunità di diversa lingua, cultura, religione, etnia sullo stesso territorio saranno sempre più frequenti, soprattutto nelle città. Ciò non vuol dire, però, che questa sia facile o scontata, anzi. La diversità, l’ignoto e l’estraneo complicano la vita, possono fare paura, diventare oggetto di diffidenza e di odio, suscitare competizione sino all’estremo del “mors tua, vita mea”.
Le migrazioni e la mobilità che la vita moderna comporta rendono inevitabilmente più alto il tasso di intreccio inter-etnico ed inter-culturale, in tutte le parti del mondo. Per la prima volta nella storia si può – forse – scegliere consapevolmente di affrontare e risolvere in modo pacifico spostamenti così numerosi di persone, comunità, popoli, anche se alla loro origine sta di solito la violenza (miseria, sfruttamento, degrado ambientale, guerra, persecuzioni). L’alternativa tra esclusivismo (comunque motivato, anche per auto-difesa) e convivenza pluri-etnica, costituisce la vera questione-chiave nella problematica di oggi.
La convivenza pluri-etnica può essere percepita e vissuta come arricchimento e opportunità in più, piuttosto che come condanna: non servono prediche contro razzismo, intolleranza e xenofobia, ma esperienze e progetti positivi e una cultura della convivenza.
Ripercorriamo ancora brevemente il suo percorso di vita.
Langer, con altri protagonisti di associazioni ambientaliste organizzate in diverse regioni fondò a Finale Ligure, nel 1986, il partito dei “Verdi italiani” e si distinse subito per una intensa azione internazionale (facilitata dal fatto di essere poliglotta e di famiglia tedesca) e fu protagonista di una frenetica attività politica, prima in Europa poi in diverse parti del mondo.
Nell’Università di Firenze aveva frequentato le lezioni di Giorgio La Pira, leader pacifista molto seguito e intellettuale cattolico impegnato nel dialogo inter-religioso, che credeva in un mondo fondato su principi universali e sulla coesistenza tra civiltà e culture diverse.
Langer ne subì l’influenza e lo ritenne un costante punto di riferimento. Si dichiarò a sua volta “costruttore di ponti” con una affermazione perentoria: “sul mio ponte si transita in entrambe le direzioni” ed espresse il suo pensiero nel saggio: “Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica” .
Oltre all’amicizia di Giorgio La Pira, Langer ebbe la stima di padre Ernesto Balducci e collaborò con la sua importante rivista “Testimonianze”, scrivendo articoli allora “scomunicati”, che sarebbero giudicati in modo ben diverso nell’attuale stagione ecclesiale di papa Francesco. Conobbe personalmente don Lorenzo Milani e si dedicò alla traduzione in tedesco di “Lettere a una professoressa”: testo rivoluzionario che riuscì a far pubblicare in Germania grazie all’editore Wagenbach.
La sua vita politica ebbe una svolta seguendo le esperienze dei movimenti antinucleari della Germania federale (che dettero origine ai “Grunen”). Organizzò poi il convegno: “Un partito/movimento Verde anche in Italia”, al quale parteciparono esponenti dei Verdi tedeschi e austriaci. Da qui partì la formazione delle “Liste Verdi”in Italia.
Fu scrittore, insegnante, giornalista. Eletto rappresentante dei “Verdi” nel Consiglio Regionale del Trentino-Alto Adige, divenne poi parlamentare europeo insieme all’alpinista Reinhold Messner e fu come lui impegnato in azioni a difesa dell’ambiente. Colpito in modo grave da asma e depressione decise di lasciare questo mondo dopo aver scritto “Non ce la faccio più…continuate voi in ciò che è giusto”.
Il Cardinale Loris Capovilla dopo la sua scomparsa disse: “Langer ha perseguito ostinatamente la pace e, insieme, la custodia del creato. Ha inseguito con tenacia questi ideali, ne ha fatto la sua passione di vita”. Ricordando Langer e il suo impegno di una vita, nel pieno dell’ondata xenofoba e populista che ci attraversa, ci rendiamo conto di aver bisogno più che mai del suo insegnamento. Il concetto di conversione ecologica (stile di vita individuale e trasformazione della società) è stato centrale nel suo pensiero e nella sua azione. Non è con le paure e le chiusure che si risolvono i problemi. Famiglie intere fuggono dalle guerre, dalla fame, dai lager libici e migliaia di loro muoiono nel Mediterraneo. Di fronte a questa realtà non si possono chiudere i porti, erigere muri, stendere fili spinati, fomentare nazionalismi e sovranismi (la storia insegna che da loro sono sempre scaturite guerre e miseria).
Alex Langer oggi è ancora presente con il suo messaggio e certamente lotterebbe per lo “ius scholae”, una norma di civiltà che incredibilmente divide la politica italiana, ma che sarebbe capace di rendere cittadini a pieno titolo oltre un milione di ragazze e ragazzi.
*Gabriello Castellazzi
(Europa Verde – Verdi del Finalese)