Ormai ho abbandonato la politica attiva e la formazione di Europa Verde ma il 4 luglio sul quotidiano Domani dell’editore Carlo De Benedetti è apparso un articolo di Piero Ignazi sui Verdi.
Richiamava l’esperienza di governo dei due governi Prodi ed in particolare la nostra azione incisiva con le norme sui rifiuti tuttora in vigore per porre al centro la necessità del recupero di una azione di riforma sociale e di giustizia ambientale al fine di costituire il perno dell’azione della coalizione del governo di centrosinistra.
L’articolo oggi vi dovrebbe porre alcune domande:
a) dopo l’agitare di “cocomeri” di sabato 2 luglio 2022 (iniziativa a mio parere di poca originalità) e dopo l’intervento del responsabile del sondaggio che identifica la possibile area di interesse della lista “rossoverde“, precisando però che tutto si dovrà giocare sulle proposte programmatiche e sui progetti quando si potranno conoscere perché al momento purtroppo non sono stati neppure scritti i titoli dei capitoli (a mio modesto e sommesso parere)?
b) Come si pensa di legare, ad esempio, i temi del riscaldamento del mare,denunciato in questi giorni a gran voce dai miticoltori di Spezia con le necessarie misure di transizione sociale per combattere le ingiustizia sociali e il precariato?
c) Infine dopo la netta sconfitta del centrosinistra a Genova e Spezia, che avrebbero dovuto portare alle dimissioni della dirigenza regionale o almeno a porsi interrogativi su dove si dirigerà l’opposizione nei prossimi anni per creare una alternativa invece di essere contenti per risultati tutto sommato deludenti e di poco valore se non a conferma di quanto già ottenuto cinque anni fa a ranghi più ridotti, si comincerà a parlare su come difendere il lavoro e quali occasione si possono creare posti a tempo indeterminato anche nella transizione ecologica? Quale struttura di welfare si può mantenere perché si possa rispondere efficacemente ai diritti di tutte e di tutti? Il pubblico è ancora lo strumento per una efficace erogazione dei servizi o bisogna ragionare a integrazioni sempre maggiori con il privato sociale? Infine quali prospettive pensionistiche si aprono per le nuove generazioni dinanzi ad una aspettativa di vita in aumento e come si può fare a costruire un sistema dignitoso e solidale per il futuro?
Queste domande si intrecciano prepotentemente con almeno tre a livello locale da volgere piu’ direttamente ad Europa Verde:
1) Come ci si può opporre al raddoppio della ferrovia nel Ponente? Un conto infatti è sostenere lo sforzo delle organizzazioni degli agricoltori per ridurre al minimo l’impatto territoriale delle opere sulle superfici coltivabili mediando fra posizioni opposte, come sta facendo il Comune di Albenga, mentre diversa cosa è dire il solito secco NO ad una opera reclamata da oltre settant’anni dal territorio ?
2) Come si pensa di far uscire la valle Bormida dal suo storico isolamento poiché, oltre al raddoppio urgente del nodo ferroviario, si potrebbe riprendere il discorso almeno della Carcare-Predosa per avvicinare l’area interna savonese ai luoghi di potere economico italiano?
3) Quale è la posizione sul futuro dell’Ospedale di Cairo Montenotte poiché, mentre a livello locale nessuno mette in dubbio la capacità e l’onestà intellettuale dei Verdi valbormidesi a difesa e per il rilancio di adeguati presidi ospedalieri in valle, nulla giunge a livello provinciale e regionale in tal senso, forse perché nulla si ha da dire o si è interiorizzato il pensiero totiano ?
Mi scuso per il disturbo perché non ho più voglia di occuparmi di politica attiva e vi lascio, ricordandovi che tanti fa ho lasciato chi “agitava la lotta di classe” perché era fuori del tempo e sono contento di non partecipare ad alleanze con coloro che la agitano nuovamente senza essersi accorti forse che il secolo è cambiato.
Danilo Bruno