Accade un sabato di afoso giugno, vigilia del Corpus Domini la festa più solenne ed un tempo partecipata di Ormea. Eravamo giovanotti quando in Vespa si partiva dalla Riviera per non mancare e godersi tanto sano divertimento ed allegria, ma soprattutto buona cucina casalinga, quella vera, all’osteria Del Vapore che non c’è più.
Una semplice camminata primaverile, davvero speciale, per chi l’ha vissuta. Si parte dal ponte vicino al parco giochi e a Villa Craviotto per raggiungere a piedi Ponti di Nava, lungo l’amico, a volte ‘capriccioso’ e furioso Tanaro: con le sue devastanti e storiche piene.
Come documenta il fotoservizio, le immagini dicono assai di più di ogni commento. Due ore e mezza, dalle 10 alle 12,30, per ammirare il creato, respirare area salubre, in un clima di relax che spesso le Tv ci mostrano e decantano qua e la per il Bel Paese, dimenticando però di commentare cosa accade in questi angoli di paradiso dove si percorrono km in mezzo al bosco e capita di incontrare solo cinque persone ed un cagnolino. Le riprese televisive le riservano magari alle sagre, alle ‘passerelle’ della politica e dei suoi infaticabili e incalliti attori.
Una signora, forse abitudinaria frequentatrice, alla domanda perchè questo ‘deserto’ risponde: “E’ sempre così, solo in luglio agosto si anima di gitanti, ma preferisco questa solitudine rigenerante- aggiunge sorridendo”.
Ormea ‘baciata’ dal Tanaro, sorvegliata dalle Alpi, ricca di 100 piloni (nicchie votive), 39 chiesette, 10 frazioni, la zona carsica più importante d’Europa che un ‘villeggiante per caso’ (non è proprio così perchè qui ha una seconda casa) Filippo Bonfiglietti, ingegnere, scrittore, esperto di marketing, descriveva anni fa nel libro “I tesori di Ormea“. Oppure i racconti nel libro ‘Il cuore di Ormea‘. ‘Le Dolomiti delle Alpi Liguri’. E la storia forse poco approfondita dei castagni secolari
Un camminata salutare dove oltre al fruscio delle foglie, al venticello che accarezza, al ‘silenzioso’ gorgoglio dell’acqua, si può essere accompagnanti da canti gioiosi e armoniosi di fringuello, cardellino maschio, verdone. Si incontrano due fontanelle, un prato riservato alle mucche. Una malandata, purtroppo, nicchia votiva con immagini-ricordo lasciate da viandanti. Insomma il ‘cielo’ incontaminato in terra, dopo aver lasciato una Riviera con strade intasate, l’accavallarsi del sibilo di sirene delle ambulanze, i pedoni ad attraversare l’Aurelia per recarsi su una spiaggia che già di prima mattina indica il gran pienone. Con tratti affollati come sardine. Folla asspieta che si ritrova con la sera nei centri storici delle cittadine più blasonate.
Che fortuna aver scoperto le belle sorprese di Ormea ! Quelle che il veterano ing. Bonfiglietti indicava come “una miniera da valorizzare, promuovere, per rigenerarsi e rigenerare il paese, sfruttare senza distruggere le sue impagabile risorse naturali”. Fare turismo e promozione intelligente, confrontare soprattutto obiettivi, mete e risultati raggiunti. Ma sarà proprio così ? O il ‘paradiso terrestre immaginario’ è solo un devoto desiderio ?
IL BENVENUTO DI UNA COPPIA DI ASINI LUNGO IL TANARO