Giovanna ci vuoi parlare della tua famiglia?
di Alberto Venturino
Sono Giovanna nata a Pietra Ligure, ma vivo a Celle Ligure con la mia famiglia, cellasca da sempre. Mio papà si chiama Bruno, diplomato in ragioneria, e a tutt’oggi commerciante di frutta e verdura. Attività condotta in Celle da oltre cent’ anni dai nonni e dai padri con sacrificio e dedizione. La mia mamma è Laura, diplomata magistrale nella scuola «Maria Ausiliatrice» in Varazze e dopo aver svolto per un periodo di insegnamento all’interno dell’istituto stesso, si è sposata e siamo venuti al mondo mio fratello e da allora si sono dedicati alla nostra crescita fisica e spirituale. Con Alberto, mio fratello, abbiamo frequentato la scuola materna fino alla terza media all’Istituto “Maria Giuseppa Rossello” gestito dalle “Figlie di N.S della Misericordia“, dalle quali abbiamo fatto tesoro dei valori umani, sociali, morali e religiosi. Alberto frequenta il liceo classico statale Chiabrera Martini.
Sono il fratello migliore?
Ebbene sì, Alberto è stato ed è il fratello che ognuno di noi vorrebbe desiderare. Fin dalla sua nascita mi sono sentita protettiva nei suoi confronti, essendo primogenita, mi avvicinavo alla culla, lo accarezzavo e gli davo i bacini. Ci siamo capiti fin da subito semplicemente con uno sguardo, un’intesa profonda che nessuno potrà mai scalfire. Ricordo perfettamente gli anni della scuola materna, io col grembiulino rosa e lui con quello azzurro, sono stati tre anni spensierati. Richiamo alla memoria l’emozione di quando salivamo sul palco per la recita di Natale ed i nostri genitori ci guardavano con gli occhi lucidi e noi orgogliosi di renderli fieri.
Quando è giunto il momento di frequentare la scuola elementare, essendo io più grande di un anno e quattro mesi, dovetti salire al piano superiore e lasciare Alberto al pian terreno e ciò segnò il primo stacco tra noi due. Ogni volta che suonava la campanella dell’intervallo mi affacciavo a salutarlo con grande gioia e gli chiedevo come stava e lui mi rispondeva che andava tutto bene, ma gli mancavo.
Da questo momento in poi le nostre strade hanno iniziato a dividersi: studi, interessi e amicizie diverse, ma non per questo l’affetto profondo che ci unisce è mutato. Come tutti i fratelli e sorelle si litiga, si hanno opinioni contrastanti, ma l’affetto che ci lega e la stima reciproca ci fa ritrovare in un abbraccio.
Che ti ricorda l’8 febbraio 2020?
L’8 febbraio è una data importante per me, poiché è il giorno in cui mi sono fidanzata con il ragazzo col quale sto insieme ormai da due anni e mezzo. Si chiama Gabriele ed è per me una delle persone più importanti, che ci è sempre stato per me, mi ha sempre sostenuta e supportata, anche nei momenti più difficili, senza lasciarmi mai sola. Come in tutte le coppie anche noi litighiamo e discutiamo, poiché è normale avere pensieri diversi, ma ciò nonostante riusciamo sempre a trovare un punto d’incontro, creando ogni volta un legame sempre più forte. Tra tutti i ragazzi ho scelto lui perché è una persona seria, determinata, che studia e si impegna in quello che fa, non si lascia condizionare dalle altre persone e insegue sempre i suoi obiettivi. Penso che tutti meriterebbero una persona come lui al loro fianco, che non ti abbandona, ti rispetta e che ti aiuta in qualsiasi circostanza.
In questi cinque anni di liceo linguistico che cosa ti è sembrato più fruttuoso?
Di sicuro è stato più fruttuoso e utile per me gli scambi culturali all’estero. Di fatti ho trascorso a settembre 2019 due settimane nella città di Salamanca e a ottobre dello stesso anno in Savoia, a Chambery, ed entrambe sono state due occasioni importanti per praticare e migliorare la lingua, per conoscere la cultura e la gastronomia locale e sono state molto utili a migliorare i rapporti interpersonali con i miei compagni.
Nel corso degli studi quale insegnante ti ha colpito di più sia a livello culturale sia umano?
La professoressa che sicuramente ha segnato il mio percorso scolastico delle superiori e della quale mi porterò sempre dentro il ricordo è sicuramente quella di chimica e biologia. Sia a livello scolastico sia a livello umano mi ha donato tanto, poiché ha sempre saputo insegnare al meglio e nel dettaglio una delle materie che mi servirà per il mio percorso universitario, ovvero la medicina. Nonostante fosse severa, esigente e minuziosa nelle spiegazioni e nelle interrogazioni, la sua materia al giorno d’oggi è una di quelle che so meglio e che a distanza di anni mi ricordo, inoltre ci ha sempre spronati al nostro meglio, a studiare con costanza, volta per volta e a credere sempre in noi stessi.
Come ti stai preparando per l’esame di stato?
Per quanto riguarda l’esame di stato mi sto concentrando molto sull’ordinare e sistemare tutti gli appunti presi durante l’anno, perché essendo un programma abbastanza vasto penso sia necessario schematizzare tutti i concetti più importanti per poter così avere le idee chiare all’esame orale e cogliere ogni possibile collegamento. Inoltre i nostri professori ci stanno programmando le interrogazioni per valutare il nostro livello e farci giungere preparati al meglio all’orale.
Com’è nata la tua passione per la medicina?
Fin da bambina la passione per la medicina, in particolare per la odontoiatria, mi ha sempre affascinata. Capii esattamente che avrei voluto far da grande quando i genitori mi portarono alla prima visita dentistica. Entrata nello studio rimasi colpita dagli strumenti usati dalla dottoressa e dal suo camice bianco. Oserei dire che è stata spontanea e naturale questa scelta, riuscire a migliorare la vita delle persone curando e rendendo migliore il loro sorriso e migliorando quindi la qualità della loro vita.
Durante la cattività profilattica hai potuto attuare qualche progetto?
Durante la cattività profilattica ho cercato di trasformare la pausa forzata in un’opportunità, ho usato molti libri sia quelli della scuola sia quelli inerenti al test di medicina e ho iniziato a studiare in autonomia, dal momento che è necessario dedicare tanto tempo alla preparazione e cercare di dare sempre il meglio di sé.
Un incontro che ti ha particolarmente colpita?
La persona che di più mi ha colpita e resa migliore l’ho riconosciuta subito nel preciso istante in cui ci siamo incontrati: mio cugino Gian Luigi. E’ lui che entrando a far parte del mio percorso esistenziale, lo ha reso davvero prezioso non soltanto a me, ma a tutta la mia famiglia. Quando penso di non farcela e la stanchezza prende il sopravvento penso a tutti i suoi insegnamenti e valori profondi che mi ha trasmesso. E sì, lui per me è davvero speciale.
Alberto Venturino