Le soluzioni più soddisfacenti non sono volutamente prese in considerazione da chi ha facoltà di decidere. Purtroppo. Ho il dovere morale e civile di rendere noto ciò che si è dimenticato e molti oggi ignorano nel dibattito – confronto dell’ultimo progetto dei binari a monte. Con stazioni in centro città soppresse (Laigueglia, Ceriale, Loano, Borgio), altre trasferite (a Bastia d’Albenga) e ridotte a semplici fermate (come Alassio, Borghetto-Loano, Pietra) con tutto ciò che comporta tale scelta.
di Gian Luigi Taboga
Sembra ieri, ma sono trascorsi quasi 30 anni (3 agosto 1994 ) da quando presi contatto con l’architetto Ferdinando De Simone delegato in Italia della FORTIFIKASJON Cosulting Engineers di Oslo in Norvegia. Dopo aver letto un suo articolo sulle costruzioni di tunnel ferroviari sotterranei costruiti in Norvegia, scrissi una semplice lettera autografa recapitata per posta chiedendogli consigli e collaborazione per un’adeguata soluzione riguardo lo spinoso caso di un eventuale trasferimento della linea ferroviaria Finale Ligure /Andora.
Da profano quale ero pensai anche di rivolgermi a qualificati esperti del settore dell’Università Genovese che si dichiararono gentilmente disponibili a dare suggerimenti e consigli.
Dopo aver avuto sufficienti rassicurazioni informai l’Amministrazione Comunale di Loano che per mano dell’allora vice sindaco prof. Pietro Oliva invitò l’architetto De Simone, con lettera scritta in norvegese, alla FORTIFIKATJON Consulting per chiederne ufficialmente la consulenza.
In un memorabile conferenza nella sala del Consiglio Comunale di Loano, De Simone illustrò le innovative tecniche di costruzioni sotterranee già realizzate in Europa e adatte a risolvere il raddoppio del tratto di ferrovia da Finale Ligure a Loano con un passaggio in sotterranea; sarebbe stata la soluzione più idonea per eliminare la servitù dei binari in superficie e i passaggi a livello, mantenendo in loco le stazioni di Borgio Verezzi, Pietra Ligure e Loano. La possibilità, inoltre, di una fermata davanti al Santa Corona ed al porto turistico di Loano e quella di destinare l’area di risulta dalla liberazione dei binari ad un asse di scorrimento alternativo alla via Aurelia, a pista ciclabile e spazi di verde in una invidiabile posizione sul mare. La proposta progettuale suscitò unanimi consensi anche in altre occasioni di incontri, allargati a Borghetto Santo Spirito ed Albenga.
Naturalmente il tratto Loano/Albenga, già a doppio binario, avrebbe dovuto essere conservato tale e quale così come la stazione e lo scalo merci di Albenga e Ceriale.
Il mancato spostamento del tratto Loano/Albenga e il relativo risparmio avrebbe finanziariamente contribuito alla costruzione del tunnel Finale Ligure/Loano mantenendo il migliore servizio per gli utenti senza sottrarre un solo metro di terra all’agricoltura e preservando l’ambiente. Mentre da parte nostra si mirava ad una soluzione soddisfacente nelle “Alte Sfere” si procedeva in maniera diametralmente opposta, provocando una presa di posizione netta e decisa in tutto il territorio albenganese.
Su proposta di ASSOUTENTI e per iniziativa locale nascevano ad Albenga, nelle varie frazioni, i Comitati territoriali organizzati (con la disponibilità logistica delle varie Parrocchie), per contestare e contrastare il progetto di spostamento a monte della linea ferroviaria. A Leca, Bastia, Campochiesa, San Fedele, Lusignano la mobilitazione portò all’elaborazione di un documento unitario nel quale erano esposte tutte le ragioni di un’opposizione ben motivata e documentata.
In seguito in data 13. 10. 95 i Comitati delle frazioni di Albenga, la Coldiretti sezione di Albenga, il Comitato intercomunale, la Confederazione Italiana Agricoltori – zona di Albenga, l’Unione Provinciale Agricoltori, ASSOUTENTI di Loano e quella Circondariale , la Lista civica “Proposta per Albenga” , il WWF di Albenga, Lega Ambiente di Albenga, i Verdi di Albenga, Italia Nostra di Albenga, il Movimento Giovanile Coldiretti di Albenga , il Partito Popolare Italiano di Albenga, Lega Nord di Albenga, Lega Italiana Federalista, lista Civica ” Uniti per la Città” scrivevano al Presidente del Consiglio Dott. Lamberto Dini, ai Ministri dei Trasporti e dell’Ambiente e ai Presidenti di Regione e Provincia specificando i motivi del proprio dissenso allo spostamento a monte perché, si specificava : “ non esiste motivo valido per questa scelta, infatti la stazione di Albenga è adeguata nelle strutture e nelle attrezzature, con doppio binario, posizione centrale e comoda per gli utenti”. Nella lettera furono elencate tutte le altre ragioni a giustificazione del dissenso all’epoca espresso, ma senza ricevere risposta alcuna.
In data 3/02 / 20 presso la IV Commissione Territorio e Ambiente della Regione Liguria ASSOUTENTI Savona, unendosi alle prese di posizione dei vari Comitati Territoriali degli Utenti e di WWF Regionale Liguria, tornava a ribadire i motivi di dissenso allo “spostamento a monte” depositando una lettera memorandum, per la quale non ha ricevuto alcuna risposta.
Ad oggi è mancata da parte dei responsabili ogni preventiva consultazione degli utenti (come invece sarebbe previsto dalle norme esistenti) di un servizio essenziale, con un progetto che ipoteca negativamente il futuro di un intero territorio.
Per ASSOUTENTI Savona, Gian Luigi Taboga
Costruzioni sotterranee per resistere ai terremoti- La proposta dell’architetto Fernando De Simone per L’Aquila. 14/05/2009 – Costruire un edificio “sul” suolo, e non “nel” sottosuolo, ha gli stessi problemi. Quindi una costruzione sotterranea, resiste molto meglio agli effetti distruttivi delle onde sismiche P, S, ed a quelle superficiali, R e L. Da questa considerazione nasce l’idea dell’ architetto Fernando De Simone, esperto di costruzioni sotterranee, di realizzare a L’Aquila e negli altri Comuni colpiti dal terremoto del 6 aprile, delle abitazioni antisismiche, eco- compatibili, prefabbricate, o sotto le esistenti, con la sola zona notte sotterranea.
Negli ultimi terremoti americani e giapponesi – spiega l’architetto De Simone – sono crollati molti edifici e viadotti, costruiti secondo le norme antisismiche; le metropolitane sotterranee, invece, hanno resistito molto bene. Perchè nelle città italiane a rischio sismico non si costruiscono alcuni edifici pubblici strategici (coordinamento, protezione civile, ospedale di emergenza, scuole, palestre, piscine, auditorium, impianti di potabilizzazione, energia elettrica), nel sottosuolo? In tutto il mondo, quando si devono realizzare costruzioni in grado di offrire la massima resistenza ai sismi o ad eventuali attacchi con bombe termonucleari, le si collocano nel sottosuolo. A tutte le latitudini, da millenni, a partire dalle caverne preistoriche, sono state realizzate moltissime costruzioni sotterranee che si conservano benissimo.
De Simone rappresenta in Italia il gruppo norvegese Norconsult , specializzato in costruzioni sotterranee, con il quale collabora da 20 anni e a Como ha co-progettato il primo impianto italiano sotterraneo, di potabilizzazione. Norconsult detiene tre record mondiali di costruzioni sotterranee:
1) la caverna-palazzetto dello sport di Lillehammer, con 5400 posti a sedere, lunga 91m larga 61m ed alta 25 m;
2) Hitra tunnel, il tunnel automobilistico sottomarino più profondo, 264 m. sotto il Mare del Nord ed una lunghezza di circa 6 Km;
3) Laerdal tunnel, il tunnel automobilistico più lungo del mondo, 24,5 Km.
A L’Aquila – afferma l’architetto De Simone – si potrebbero realizzare rapidamente anche dei complessi di abitazioni antisismiche, eco- compatibili, prefabbricate, o sotto le esistenti, con la SOLA zona notte sotterranea. Quando si dorme in zona sismica, è meglio avere la finestra nella stanza da letto, o le massime garanzie sulla stabilità della casa? Per un ulteriore isolamento, è previsto anche l’utilizzo di dissipatori elettro-induttivi, per dissipare l’energia meccanica in calore, e dei dissipatori fluido-meccanici. Resisterebbero senza problemi, anche a terremoti molto forti, e non ci sarebbero rischi di incendio come per gli edifici in legno. Inoltre, grazie la volano termico del sottosuolo si risparmierebbe circa il 40% dell’energia occorrente per il riscaldamento ed il raffrescamento. I supermercati, i cinema, gli auditorium, i palacongressi, non hanno finestre. Perchè non farli nel sottosuolo? Un supermercato di medie dimensioni, oltre ad essere più protetto dalle onde sismiche, con l’energia risparmiata, potrebbe riscaldare e raffrescare circa 200 appartamenti.
In Italia il rischio sismico riguarda anche il patrimonio artistico. Il 90% dei più importanti musei italiani – avverte l’architetto De Simone – è a rischio. Gli interventi per rendere antisismici manufatti che spesso hanno superato il secolo di vita, sono molto costosi e riducono di poco il rischio. L’inserimento di pannelli isolanti, impedisce solo parzialmente il trasferimento di energia, e non è sufficiente a garantire che le scosse telluriche non facciano danni.
La soluzione migliore è quella di realizzare, in ogni città che possiede dei capolavori, un nuovo museo in grado di resistere ad i terremoti di intensità estrema, altrimenti si rischia di perdere un patrimonio di opere d’arte che tutto il mondo ci invidia. Il museo sotterraneo, essendo “nel” terreno e non “sul” terreno, è in grado di offrire la massima protezione, riducendo notevolmente le onde sismiche. De Simone ha progettato un museo antisismico, che è stato presentato all’Assessore alla Cultura della Regione Toscana nel 2008.
Per concludere, il fine della proposta è quello di trovare soluzioni che proteggano al massimo le persone, con il minimo possibile di sacrifici. In un territorio a rischio sismico, gli ospedali, le scuole e tutti gli edifici pubblici strategici devono avere una zona sotterranea dove potersi rifugiare e dalla quale coordinare i soccorsi. Una volta al mese devono essere fatte delle esercitazioni preventive. Negli ospedali, le sale operatorie, per i raggi X, Tac, Risonanza Magnetica, non hanno finestre. Se sono collocate nel sottosuolo, restano agibili anche dopo il terremoto e contribuiscono notevolmente a salvare molte vite umane.