Tempo addietro avevo già scritto una nota su cosa stava succedendo a Portovenere (SP) dove la destra di Toti e una parte di discutibile imprenditoria stavano ormai progettando un modello di governo del territorio, fondato sulle privatizzazioni degli spazi pubblici e a sostegno del “ricco è bello e porterà benefici a tutte e a tutti”.
di Danilo Bruno
Riepilogando velocemente:
a) Toti e il suo Capo di Gabinetto Matteo Cozzani, attuale sindaco di Portovenere, hanno in primo luogo progettato una sorta di Masterplan per l’isola Palmaria, che sostanzialmente porterebbe a creare una specie di club privee di alto livello mentre gli altri e le altre o guarderanno da fuori o potranno sempre andare a lavorare nella struttura ;
b) Sopra il castello di Portovenere il Comune ha cercato di vendere in ogni modo l’area della Crocetta, sede di un uliveto con muri a secco ciclopici e strutture di archeologia industriale su cui oggi è ancora in corso una causa giudiziaria.Vi sono state proposte per l’utilizzo dell’area a fini culturali e collettivi ma nulla è stato esaminato dal Comune ,
c) Il Comune ha dovuto rinunciare tempo addietro a cedere l’unico affaccio sulla grotta di Byron a causa della giusta battaglia di numerosi cittadini,che hanno impedito l’ennesimo caos di spazi pubblici ceduti a favore di privati senza alcuna ragione;
d) Ora proprio in questi giorni viene annunciata la cessione a privati della Torre Capitolare cittadina ove verrà aperto un albergo d’elite poi forse, a stare alla proprietà, lasciato a disposizione in periodo invernale per attività culturali e sociali.
In questo contesto sorgono due elementi:
1) Toti e il Sindaco Cozzani annunciano che nulla si vuole considerare poiché, a quanto ho capito, essi sostengono che, avendo vinto le elezioni, sono legittimati a fare ciò che vogliono perché godono del consenso popolare in base forse al principio: “padroni a casa nostra”;
2) Essi poi hanno ritenuto necessario ricorrere a tutte queste iniziativa a favore di strati selezionati e molto ricchi della popolazione poiché forse pensano che, attirando queste fasce alte nel comune con servizi esclusivi e di altissima qualità una parte della ricchezza cadrà su tutta la città.
Io credo che la lotta intrapresa dalle associazioni popolari e soprattutto da molte organizzazioni sociali sia di enorme importanza poiché si tratta di scegliere su alcuni principi ineludibili:
a) Chi vince le elezioni non è il “padrone del mondo” ma solo un soggetto, che deve operare nell’interesse collettivo, tenendo conto il parere e le proposte delle minoranze. Questa è sostanzialmente l’essenza della democrazia liberale su cui tutte le formazioni politiche dovrebbero essere d’accordo poiché diversamente non esiste neppure una minima forma partecipativa e basterebbe un “ funzionario”, che da un balcone chiede ad una folla cosa volete: si o no e conseguentemente votare si o no.
b) questa è ovviamente una battuta espressa in forma estrema ma vi è una visione del mondo, che invece va fermata poiché Toti & Cozzani,… e tutta questa destra non liberale esprimono l’antico motto della Thachter:” arricchitevi” per cui tutto deve essere basato su uno sfrenato individualismo ed egoismo personale e chi è più ricco deve ottenere maggiori vantaggi .
Un vantaggio può alle volte o per sbaglio o per beneficenza cadere alle persone meno fortunate, che però devono stare il più possibile lontane dai luoghi dei ricchi.
Io credo però che ci sia una diversa Italia: quella della sobrietà,come aveva ipotizzato, ad esempio, Enrico Berlinguer nel suo discorso sull’austerità, ovvero pensare che il pianeta è ricevuto in eredità dai nostri figli e che la cifra di azione individuale e collettiva deve essere l’assunzione delle responsabilità verso la collettività e la solidarietà verso le persone più deboli.
Si tratta di due idee, che si scontrano e che pure a Portovenere chiamano al godimento esclusivo per pochi ricchi (Toti e Cozzani) o ad un godimento limitato, controllato ma collettivo e soprattutto rispettoso della storia, della cultura e della natura delle nostre città.
Danilo Bruno