“Io non avrei mai sposato un nazista. «L’amore fu più grande di tutto e i miei genitori antifascisti rivalutarono Hans Wiedemann». Trucioli.it ha ritrovato nell’archivio un ‘documento’ originale che la pietrese Angela Ghiglino aveva consegnato al giornalista Luciano Corrado, primi anni ’90. Il titolo: “Un fatto inedito sulle sorti di Chioggia e Venezia nell’ultima Guerra Mondiale”.
7 MARZO 2007- da Il Vostro Giornale: Pietra Ligure. Sono iniziati da poco nella basilica di San Nicolò i funerali di Angela Ghiglino, 86 anni, scrittrice pietrese, autrice del romanzo autobiografico “Al di là delle frontiere”: dal libro della Ghiglino è stato tratto lo sceneggiato televisivo di Maurizio Zaccaro con Sabrina Ferilli, Johannes Brandrup, Giuseppe Battiston, Gisella Burinato, Olivia Magnani, Laszlo Kish e Leo Gullotta.
Osserva Mario Carrara, consigliere comunale, interpellato da trucioli.it: “Su di lei ricordo molte cose ed aneddoti perché abbiamo vissuto per alcuni anni nella casa a fianco… Ed ho assistito alle fasi della prima stesura di quel suo racconto… Lei era una gioielliera, di famiglia di gioiellieri… Suo fratello Ligetto era il proprietario della gioielleria Ghiglino, nel centro storico di Loano. nei pressi dell’orologio… L’altra sorella Tina aveva una gioielleria a Pietra con il marito Pino Orso. Lei stessa ne aveva una in Germania a Koenigstein, vicino a Francoforte che gestiva con il suo ultimo marito ed il figlio…”.
TESTO DI MAURIZIO ZACCARO REGISTA – La storia di un amore folle, incredibile, inspiegabile, sbocciato durante la seconda guerra mondiale tra una ragazza italiana, antifascista, legata ai partigiani, e un maggiore tedesco, ligio al suo dovere di soldato ma che odia gli orrori della guerra, è raccontata dal film ‘Al di là delle frontiere’, con Sabrina Ferilli protagonista, in onda in due parti domenica 2 e lunedì 3 maggio alle 20.45 su Raiuno.
Il soggetto del film è liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Nini Wiedemann, ovvero Angela Ghiglino, di cui rievoca la vera storia. Lei è una giovane di Petra Ligure che durante l’occupazione nazista conosce casualmente il maggiore della Wehrmacht Hans Wiedemann. Non potrebbero essere più diversi e distanti: Angela odia il fascismo e collabora con la Resistenza in Liguria, lui è un ufficiale dell’esercito nemico che calpesta il suolo della patria, ma i due s’innamorano perdutamente.
In realtà Hans è un uomo colto e intelligente, appartenente alla borghesia intellettuale di Francoforte, ufficiale tedesco fino in fondo, ma consapevole della tragica inutilità della guerra. E all’inizio è proprio lui a salvare Angela dalla brutalità fascista e sua sorella dalla fucilazione. I due sentono una forte attrazione l’uno per l’altra, ma il loro amore è inaccettabile dalla famiglia Ghiglino e dalla cerchia dei suoi amici, mentre lei stessa teme di essere tacciata di tradimento e di prostituirsi all’invasore. Altrettanto dall’altra parte, dove i commilitoni disapprovano il comportamento del maggiore, che ha assunto Angela come interprete, e gli alti gradi della Wehrmacht gli ordinano di partire per una missione suicida. La storia si fa sempre più drammatica, come quando Angela, arrestata dai fascisti e spedita in un lager, viene liberata dall’attendente del maggiore che la spinge a raggiungere Hans al fronte. Qui la ragazza fa la scelta che decide la sua vita: abbandona la famiglia, rischia il linciaggio e sfida la morte pur di stare accanto all’uomo che ama. La guerra infuria, ci sono battaglie, bombardamenti che seminano morte e distruzioni, finché l’avanzata degli eserciti alleati non costringe i tedeschi a ritirarsi e Hans e Angela giungono a Venezia.
A questo punto si pensa che la guerra stia per finire e Angela fa di tutto per convincere Hans ad evitare ulteriori sofferenze e distruzioni per la città della Serenissima e ad arrendersi. Finalmente arriva la pace e dopo tante traversie e tanti pericoli i due innamorati possono unirsi in matrimonio. Accanto a Sabrina Ferilli nel ruolo di Angela, Johannes Brandrup è il maggiore Hans Wiedeman, mentre il cast della miniserie, diretta dal regista Maurizio Zaccaro sul soggetto e la sceneggiatura di Paola Pascolini e Mauro Caporiccio, è stato completato con Giuseppe Battiston, Gisella Burinato, Olivia Magnani, Laszlo Kish, Pier Giorgio Bellocchio, Antonello Fassari, Hary Prinz e con Lino Capolicchio e con la partecipazione di Leo Gullotta. Secondo gli autori, “Al di là delle frontiere”, che si ispira alla storia vera di Angela Ghiglino, essendo un’opera di fiction, contiene anche momenti e personaggi di fantasia, resi necessari dall’adattamento cinematografico. Senza però mai perdere di vista l’obiettivo di rappresentare con fedeltà, se non il singolo dettaglio, le emozioni e lo spirito di quella storia e di quei tempi. “Al di la’ delle frontiere” e’ una produzione Rai Fiction – Rizzoli Audiovisivi.
IL QUOTIDIANO ‘IL TEMPO’ DI ROMA IL 26 APRILE 2004 – Angela Ghiglino vive a Pietra Ligure, sua città natale in cui è tornata dopo la morte dell’uomo per il quale ha sfidato la famiglia ed ha rischiato il linciaggio e la morte. È lei stessa che ci racconta la sua vicenda: «Ho conosciuto l’ufficiale Hans Wiedemann quando sono stata assunta come interprete al comando tedesco. Per passare inosservata tra gli ufficiali mia madre mi costringeva a nascondere la mia bellezza con abiti insignificanti ed orribili pettinature. Ma l’amore tra me ed Hans fu più forte di tutto. Più tardi mia madre, che aveva osteggiato quel rapporto, da antifascista convinta, ha rivalutato Hans proveniente da una delle migliori famiglie tedesche, apprezzandone l’intelligenza ed il coraggio».
La Ghiglino, oggi ultraottantenne, rivela che quell’ufficiale tedesco odiava la guerra, pur non essendo antifasacista. «Ha sempre servito il suo paese ma sono riuscita a convincerlo a passare dalla parte degli italiani», dice la signora che ha incontrato la Ferilli per parlarle della sua vicenda e l’ha trovata credibile nell’interpretazione di se stessa. Ha svelato persino l’esistenza di una somiglianza fisica tra lei a trent’anni e l’attrice.
La Ghiglino, nel sottolineare la fedeltà della fiction alla sua storia, spiega di aver avuto un figlio dal suo grande amore tedesco al quale è stato dato il nome di Vittorio in omaggio alla vittoria di italiani e tedeschi sulla dittatura. Dopo la morte del marito ha sentito però il bisogno di ritrovare le proprie origini e di tornare al paese natio. «Sono orgogliosa di aver interpretato questa vicenda, per l’intensità della storia che unisce ragione e sentimento – ribatte la Ferilli – Ho capito che sarei stata credibile perché la conoscenza di Angela e le sue parole mi hanno aiutato ad entrare nel personaggio». Alla domanda se avesse potuto essere lei stessa protagonista di una storia analoga a quella della partigiana, la Ferilli risponde: «Penso che in una situazione come quella della Ghiglino avrei tentato di controllarmi facendo appello alla ragione». Tra la signora che sfidò la morte per seguire il suo uomo e l’attrice che la interpreta, due donne apparentemente così lontane, ci sono però molti punti in comune. «Abbiamo lo stesso carattere, la medesima caparbietà, gli stessi ideali – dice la Ferilli – E tra di noi è nata una splendida amicizia fatta soprattutto di complicità femminile, sin da quando ci siamo incontrate la prima volta nella valle di Comacchio dove si sono svolte le riprese».
DAL MEMORIALE SCRITTO DA ANGELA GHILINO
‘UNA FATTO INEDITO SULLE SORTI DI CHIOGGIA E VENEZIA
NELL’ULTIMA ‘GUERRA MONDIALE’