Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Genova sacerdote chiede aiuto: Sono povero, non posseggo nulla e precipitato nel burrone…


Sono Paolo Farinella, prete in San Torpete a Genova. Mi trovo in una gravissima difficoltà cui non riesco a dare soluzione, da solo. È con grande tristezza che mi rivolgo a voi, non sapendo più dove sbattere la testa.

Non ho mai avuto vergogna a stendere la mano per aiutare altri, ma oggi alla tristezza si aggiunge anche l’amarezza di quanto sto vivendo, nel tentativo di aiutare gli altri. Chi mi conosce sa che non ho il «mal» di denaro, che uso con parsimonia come strumento e non come fine.

Sono povero e non posseggo nulla. Per aiutare una famiglia,rientrata in Italia per perdita lavoro, a recuperare un investimento pregresso a rischio, ma garantito dalla BCE, mediante banca con uffici a Londra, mi sono trovato sprofondato in un processo che si è rivelato un abisso. In una corsa contro il tempo e la crescita degli interessi passivi, ho dato fondo a tutto, non solo del mio conto (rimasto a zero), ma ho fatto debiti nel tentativo di salvare il salvabile, e adesso non so come risanarli, né so se posso.

Sono precipitato in un burrone senza risalita. Stendo la mano a voi, chiedendo l’elemosina, come se io fossi all’angolo della strada e voi i passanti. Ogni giorno che passa il danno aumenta e io non posseggo nulla di mio da vendere o impegnare. Chi mi conosce, sa che mai ho fatto passi avventati o solo imprudenti, perché sono un buon amministratore, ponderato e coscienzioso.

Non ho mai lasciato debiti dietro di me, solo operazioni temporanee sempre per gli altri. Anche questa operazione era certa, per cui, pressato dalla fretta e dalla paura di perdere quello che volevo salvare, ho finito per perdere tutto, schiacciato dalla potenza delle banche, sorvegliate dalla BCE.

Se ritenete che sia degno della vostra elemosina (nel senso più altro del termine: «avere misericordia affettiva»), non mi sentirò umiliato perché non si può cadere dal letto, quando si è coricati per terra. Prima di dare qualche spiegazione, devo dire qualcosa di me (lo faccio con ritrosia).

Ho sempre aiutato chi chiedeva aiuto: ho salvato decine di famiglie da pignoramenti; ho trattato con banche per riformare mutui; ho litigato con finanziarie per abbassare interessi strozzini; ho salvato esercizi commerciali e aiutato persone a sopravvivere,tutelando la dignità e il nome di chi, da un giorno all’altro, era caduto nell’abisso dell’indigenza. Se una persona o famiglia«note», cioè conosciute, chiedono aiuto, non interviene l’Ass.Ludovica Robotti-San Torpete, ma me ne occupo io direttamente, per tutelare la dignità del loro nome.

A volte in collaborazione con la Caritas. Forte della mia esperienza con banche e finanziarie, in questo caso estremo, ho sopravvalutato le mie capacità, e, credendo di potere risolvere tutto in pochi giorni, sono stato spinto in un vortice che mi ha portato in un abisso senza uscita.

Una famiglia disperata e senza vie di uscita con un pregresso investimento estero a rischio di essere perduto: è tutto quello che ha e teme il pignoramento della casa. Le scadenze sono a breve termine. Contatto la mia banca a Genova e mi assicura che la banca in questione è di livello mondiale, quotata a New York ed è sotto il controllo della BCE. Contatto allora il mediatore che tranquillizza:«tutto si risolve».

Il contratto è «aperto», cioè si può svincolare «in qualsiasi momento». C’è solo da pagare la tassa sui profitti maturati (26%) subito il denaro è libero». Per semplificare e accorciare le trattative e le procedure legali, ne assumo la responsabilità. Non l’avessi mai fatto. Pressato dalla fretta e dal terrore di perdere tutto, pago dal mio conto, attingendo a un «fondo vincolato in custodia fiduciaria» di chi si fida di me.

Pago in trasparenza con bonifici da banca a banca. Pagato il 26%, aspetto di prelevare quanto investito e restituirlo. Interviene un altro ufficio di controllo che invia la ricevuta del versamento, ma anche la richiesta della tassa governativa inglese del 18%poi il capitale è libero». Se non pago tutto si blocca.

Poiché la questione si risolve in poco tempo, non avendo la somma, coinvolgo la Parrocchia. Non immaginavo di precipitare in un pozzo senza fondo. Scopro, troppo tardi,che le banche internazionali lavorano per algoritmi e a compartimenti stagno: un settore non sa cosa fa l’altro, per cui sono incomunicabili. Non si sa più con chi parlare. Pagato il 18%, chiama l’ufficio controllo della BCE: «Abbiamo monitorato tutti i suoi movimenti di banca e tutto è in regola, ma per sbloccare il capitale bisogna pagare alla BCE il 10% e la tassa del 18% per il trasferimento estero». Mi sciorina tutte le operazioni fatte con la mia banca con date, ore e importi.

Resto allibito. Chiedo di parlare col direttore che mi chiama nel pomeriggio. «Mi dispiace che lei non sapesse di questi passaggi, ma sono le regole della BCE –aggiunge–messe il vostro Dott. Mario Draghi. Qui ogni ufficio ha la propria competenze non sa quello che fa l’altro».

Un sistema fatto apposta per fregare la gente. Chiedo di pagare tutte le tasse restanti, detraendole dal capitale e di ritirare quello che resta. «Non si può, noi non possiamo modificare le impostazioni dell’algoritmo. Lei deve pagare prima, e subito disporrà del suo capitale»(è la quarta volta che mi sento dire la stessa cosa). Dico che non pago più nulla perché non ho più nulla.

Chiama un altro direttore: «Lei ha pagato correttamente, ma la BCE per il trasferimento di valuta dall’Inghilterra all’Italia «vuole una garanzia del 16,51%  (disposizione antiriciclaggio) che le verrà restituita nel giro di uno o due mesi». Rispondo che non può esserci riciclaggio perché tutto è avvenuto tramite banca ufficiale.

Risposta: «È vero, ma sono le regole». C’è ancora in atto un tentativo del mediatore che si è impegnato a tentare di trovare una soluzione, ma ormai sono passate 4 settimane. Pensavo di potere aiutare una famiglia in forza della mia esperienza e competenza e invece sono affondato. Ora sono qui a chiedere l’elemosina a voi, se potete, perché ho perso tutto e devo restituire i prestiti.La cifra perduta è ingente, ma spero che vogliate avere pietà e venirmi incontro, secondo le vostre possibilità e buon cuore. Grazie.

In questi giorni, per la prima volta, ho negato l’aiuto a chi lo chiedeva.Di seguito il mio Iban perché da lì devo rifare i bonifici di restituzione per dimostrare la trasparente correttezza.

CF: FRNPLA47E11L959X –: (BNL-PARIBAS: P.zza Matteotti, 21R –16123 Genova) Iban: IT43Z0100501407000000011932SWIFT/BIC: BNLIITRRCAUSALE: Soccorso a Paolo Farinella prete

IL SECOLO XIX DEL  27 GENNAIO 2021-

NEI CONTI CORRENTI DEI LIGURI 31 MILIARDI


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P. Farinella

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