Ceriale 12 gennaio 2022, alle ore 13,37, il sindaco Luigi Romano “proclama ufficialmente la figura della ‘Bella Anthia’, personaggio storico, culturale e leggendario, creatura eterica, tratta dalle ricerche e narrazioni storiche del territorio della frazione di Peagna curate dalla consigliera delegata Rosanna Gelmini”.
Seguiamo l’annuncio redazionale di Ivg.it il quotidiano on line ‘da 200 mila lettori’ più amato dai savonesi: “Da Anthia prende il nome anche il noto premio della storica rassegna culturale e letteraria “Libri di Liguria”, organizzata ogni anno dall’associazione “Amici di Peagna”. A Peagna, infatti, nasce la leggenda della fonte di Anthia, che in greco significa fiore: una bella e ricca fanciulla che era innamorata di Abrocome. I due giovani contavano di unirsi in matrimonio al più presto, ma la loro storia fu improvvisamente interrotta per la cattiveria di un’altra donna, anch’essa innamorata di Abrocome, ma senza alcuna speranza, che, inviperita alla notizia delle imminenti nozze, accusò il giovane di averle usato violenza.
L’infamia era grave ed il giovane impaurito fuggì. Quando si sparse la voce della morte di Abrocome Anthia si apprestò a seguirlo nell’aldilà facendosi seppellire viva con i doni nuziali ed i gioielli. La notte del suo sacrificio, il richiamo di tutte quelle cose preziose spinse alcuni ladri a profanare la tomba. Mentre stavano rubando monili e preziosi si accorsero che Anthia era ancora viva e, immaginando di ottenere un congruo riscatto dalla vendita della fanciulla, i malviventi la rapirono e la imbarcarono su una nave diretta ad Alessandria.
La ragazza alla fine fu venduta alla famiglia del ricco Petilio Ceriale, che possedeva una bellissima villa nei pressi di Albenga. II dolore e la nostalgia ebbero il sopravvento sulla psiche di Anthia che lentamente si lasciò morire. Ed ecco che gli Dei Amore e Morte, mossi a compassione per la fine della ragazza, compirono il miracolo e nel momento della morte la trasformarono in una fonte, permettendole cosi di raggiungere con la propria acqua il mare e compiere il lungo viaggio fino alla terra lontana dove avrebbe potuto congiungersi al suo amore.
Si racconta che chi andava a prendere l’acqua alla fontana di Anthia diceva: “Chi beve l’oiva de Anthia ú se ghe maìa”, proprio in relazione alla novella. Nonostante la narrazione si riferisca al periodo greco, si è scelto di adottare per questa Ninfea un vestito più vicino ai giorni nostri. È un abito impreziosito da dipinti che rappresentano il borgo di Peagna e le peculiarità della zona: fiori, fossili, l’orchidea selvatica, la natura circostante e la trasformazione della giovane in fonte.
Le pittrici Marinella Azzoni, dell’associazione “Torchio e Pennello” di Albenga, e la professoressa Renza Merlo sono le artefici del dipinto realizzato sull’abito e sul copri spalle, uno scorcio raffigurativo della frazione cerialese. “Non è ancora stato ultimato l’intero quadro, ma siamo certi che avrà il suo impatto culturale nel mondo delle maschere” afferma la consigliera Gelmini. “E ringrazio il parco vacanze “Alì Babà” per aver ospitato le due artiste nella stesura dell’opera pittorica”.
IL SECOLO XIX DEL 19 GENNAIO 2022 TITOLA:
La ‘Bella Anthia.’ La nuova maschera ambasciatrice del carnevale di Peagna. La frazione di Ceriale rende omaggio alla novella inventata dal prof. Gallea….
Trucioli.it il blog di volontari senza condizionamenti o ‘debiti’ di riconoscenza per la pubblicità commerciale o elettorale dei politici di turno, senza ricevere soldi da Comuni, enti pubblici, si è invece affidato a Belfagor che “attira le anime degli uomini e li seduce promettendogli scoperte e geniali invenzioni che li renderanno ricchi. Ma anche il demone che rappresenta il peccato mortale dell’accidia”.
Peagna la nostra lotta della memoria contro l’oblio del passato. Peagna con la sua generazione (anni’30’-’40) che ha vissuto il periodo post bellico. Quando era paese di agricoltori e di braccianti, dei pastori delle Alpi Liguri, della prima famiglia di immigrati dall’Abruzzo e la seconda dalla Sicilia.
Il paese con una sola fontana d’acqua potabile nella piazza della chiesa. Un abbeveratoio per animali da stalla nell’altra ‘piazza nuova’. Un solo gioco di bocce, realizzato su una strada, dove i capifamiglia si ritrovavano la domenica e nelle feste, i bambini da spettatori. Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista si celebravano con solennità i riti del Corpus Domini (le strade infiorate), le processioni di preghiera, canti e lodi sacri in occasione della ricorrenza del santo patrono e della solennità della ‘Madonna di Capriolo’ (ora nuovo Santuario Madonna delle Grazie), il falò in strada la sera di San Giovanni Battista (24 giugno), i riti pasquali con la chiesa adornata di festoni e campane mute. Le raganelle dei chierichetti (solo maschietti). Una frazione che era senza una strada asfaltata, con una rivendita di ‘sale e tabacchi’ in un alloggio sovrastante la stalla del mulo.
Negli anni è fiorita l’Associazione Amici di Peagna, di pari passo con la valorizzazione di ‘Casa Girardenghi’ che dal 1922 al 1974 era abitata da una famiglia di pastori di Mendatica. I nonni, la figlia, i nipoti Pelassa-Corrado. A quella porta bussavano i ‘viandanti poveri’ che raggiungevano il paese per le più svariate ragioni. Per loro sempre un piatto di minestra la sera, pastasciutta a mezzogiorno, caffè latte al mattino, il pane cotto nel forno a legna. Il giaciglio nel fienile dell’ampia stalla (in quella delle pecore un vecchio frantoio in disuso per olive). Quei magazzini trasformati, con sapienza, in prestigiosa biblioteca, sede di convegni ed attività culturali. Un fiore all’occhiello per Ceriale e la sua frazione. Una nomea oltre i confini regionali in occasione degli appuntamenti più importanti.
Casa Girardenghi, nome di signorotti a cui era subentrata nella proprietà la famiglia genovese Lertora.
A Peagna di pari passo, alla ribalta, è finita l’ormai ‘mitica’ fontana di Anthia. Come la ricordano gli ultimi peagnoli della vecchia generazione ? La rustica fontana era divisa in quattro piccole aree. C’era il lavatoio dove le massaie facevano il bucato; ora quello spazio risulta demolito e trasformato in vasca leggermente abbassata rispetto al piano strada. Come è stato ‘demolito’ lo spazio in origine utilizzato da abbeveratoio per le bestie dei pastori.
Ma merita di essere illustrata la ‘cartolina edizione 2022′ di Anthia (nome della località terriera con i sovrastanti Cavaissi) che si presenta a Belfagor sfizioso e indomabile reporter che raramente lascia il suo villone sulle alture di Alassio, la ‘città dei Baci e dell’assai più mitico Muretto, della spiaggia finissima e gallina dalle uova d’oro per i Balneari.
La ‘cartolina Anthia 2022‘ descrive un paesaggio che più ‘trascurato’ di così non si può. Intanto via Anthia che dopo il primo tratto di ciottolato lungo un breve percorso costeggiato da edifici ristrutturati, si presenta in tutto il suo ‘splendore’ di abbandono e desolazione ambientale. Si percorre l’antica stradina tra ciottoli, pietrame, selciato dissestato e a tratti sconnesso, terrapieno, muri a secco che hanno resistito nel tempo ma con qualche falla franosa; i roveti, l’edera infestante, sterpaglie sempreverdi che ‘adornano’, ‘decorano’ accompagnano abbondanti e rigogliosi.
Anche la ‘bella Anthia‘ in uno stato pietoso, in parte trasformata in acquitrino per rane, rospi, zanzare. muschio. E oltre, verso il Castellaro, sentieri ostruiti ed in balia della boscaglia. Eppure oltre un ponticello che somiglia ad uno di epoca romana e che sovrasta un rio infestato, si poteva percorre una mulattiera dove transitavano i carri. Qui non arrivano le provvidenziali ‘pulizie’ di associazioni di volontariato che solitamente curano i sentieri abbandonati. Tutto è quasi ostruito, rii inclusi.
La ‘fontana di Anthia’ giace senza che da anni, si direbbe, qualcuno si prenda cura di rendere l’ambiente un luogo da ‘paese civile’, decoroso; invece neppure in coerenza della promozione e della propaganda organizzata dai signori e gentili signore che siedono in Municipio.
E si perché a leggere il comunicato stampa del Comune (affidato ad un ex direttore, ora redattore di Ivg.it, la determina indicava 500 € mensili fatturati) l’inno alla fontana ‘Anthia‘ si dovrebbe trasformare in un ‘possente’ messaggio promozionale per lo sviluppo turistico e culturale. Così immaginiamo che migliaia e miglia di lettori di fronte a cotanta solennità giornalistica finiscano per assiepare il borgo nei giorni a venire. In attesa che Comune e Pro Loco decidano le sorti dell’unico bar e WC chiuso da fine estate 2019. Una processione di visitatori che raggiungono il ‘monumento Anthia’ vestito da fiaba, che interroga quale “ambasciatrice del carnevale di Peagna”.
Gli ultimi articoli letti documentano, ce ne fosse bisogno, la pratica di una diffusa scuola di giornalismo che dispensa i suoi cronisti dal consumare le suole delle scarpe come accadeva in altri tempi. Ora si può stare comodamente alla scrivania, al desk, al cellulare, descrivere, magari con pathos, ciò che non si vede e non si vive in prima persona, deformando o amplificando, affidandosi pure all’immaginazione. La fonte preminente diventa la velina, comunicato stampa.
Belfagor e il suo servizio fotografico a corredo ed ‘orgoglio’ di quanto esaltato dall’Amministrazione comunale di Ceriale-Peagna (maggioranza e minoranza unite sembrerebbe). La formidabile narrazione di cosa rappresenti ai nostri giorni una fontana che si vorrebbe trasformare in veicolo di propaganda fiabesca, turistico-culturale e storica.
C’è voluto Belfagor per mostrare cosa c’è dietro e dentro il vero omaggio alla ‘novella sposa’. Per sapere che il percorso comunale di via Anthia è una sorte di terra di nessuno dove solo con la buona volontà di un cittadino del paese si provvede alla pulizia ‘fai da te‘, evitando che i rovi raggiungano i pedoni e che l’erbaccia più resistente invada il dissestato terrapieno Senza che qualcuno descriva una ‘favola’ di cui ci si dovrebbe almeno vergognare, arrossire, ci riferiamo a chi occupa gli scranni degli eletti dal popolo ed in rappresentanza della società civile. Non c’è solo la matrigna Ceriale a meritare ordine, pulizia, investimenti comunali per rendere la città accogliente a chi la vive, al turista ed esibire comunicati e post sulla discarica di facebook.
E grazie a Belfagor non siamo purtroppo su ‘Scherzi a parte‘. Ne ad una trasmissione televisiva di Striscia la Notizia o con Ficarra & Picone, duo comico italiano. ‘Vien dal mare a visitare la bella….abbandonata tra i roveti’. (Belfagor)
DAL SITO DEL COMUNE DI CERIALE: QUALCUNO HA MAI LETTO UN’INTERPELLANZA, UN ORDINE DEL GIORNO, UNA MOZIONE AFFINCHE’ LA FONTANA DI ANTHIA ED IL SUO PERCORSO PER RAGGIUNGERLA NON SINO DA TERZO MONDO ? E LA ‘PROPAGANDA’ NON SIA UN INSULTO ALL’INTELLIGENZA UMANA.
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