Chi mi conosce sa che da anni mi occupo sia di ricerche in storia del movimento risorgimentale mazziniano e un tempo anche di antropologia storica, ma negli anni ho provato ad occuparmi pure di divulgazione storica con l’intento di far conoscere ai residenti e non solo, il valore del nostro patrimonio culturale pure ampio e disperso, non per questo di minore importanza.
di Danilo Bruno
Io peraltro faccio parte della Direzione nazionale di Europa verde -Verdi e in tale veste mi sono anche spesso interrogato su quale risposta la politica,intesa come “ gestione del bene comune” , intenda dare al nostro paese per assumere il patrimonio culturale come valore fondante di una coscienza civile della nazione e soprattutto proprio il patrimonio nel suo insieme e non i singoli monumenti come avveniva ancora con le Leggi Bottai durante il periodo fascista..
Questo elemento dovrebbe portare poi alla definizione del diritto alla “memoria storica” delle future generazioni in modo da poter comprendere il futuro, utilizzando anche gli strumenti e le conoscenze del periodo passato.
A queste enunciazioni di principio generale seguono poi alcune domande, scelte tra le tante:
Perché, se i beni culturali sono così importanti,la cifra del lavoro nel settore è solo il precariato o un volontariato deleterio, che spesso maschera da esperienze educative forme di sfruttamento del lavoro giovanile?
Perché le ricerche nel campo delle scienze umane sono adeguatamente finanziate in tutti i paesi europei e non in Italia,inducendo all’emigrazione senza ritorno una intera generazione di giovani?
Perché la “politica”,quando sente parlare di “musei” e “beni culturali” è solo capace a rispondere con “sbuffi, frasi ad effetto (con la cultura non si mangia”) e valutazioni fra numero di ingressi ai musei e turisti mobilitati?”.
Questi elementi,come l’inutile “mostrificio” (Tommaso Montanari), messo in piedi in questi anni in Italia ha ridotto i beni culturali e i centri storici in una sorta di Disneyland in cui si ritrovano solo torme di turisti vocianti e pochi residenti ovvero i monumenti divengono centri di attrazione di persone,che vedono solo una opera o un monumento di corsa senza porre alcuna attenzione al contesto intorno .
Qui si potrebbe rivelare il ruolo di “patrimonio culturale” nel suo complesso per cui le persone devono essere educate a conoscere e rispettare i luoghi e questi ultimi possono continuare a vivere solo e soltanto se la vita quotidiana vi continua come è avvenuto per secoli.
In particolare si potrebbe poi spiegare come i beni culturali muovono anche altre attività economiche e creano un indotto di ospitalità,ricerca, studi,restauri,…su cui bisognerebbe riflettere ed investire.
Stiamo parlando di battaglie epocali, che vedono associazioni di tutela in prima fila (Italia Nostra ad esempio) in testa per impedire che intere città storiche divengano solo “air B&B” ovvero solo appartamenti per vacanze e nulla piu’ e ciò vale per Venezia, Firenze e anche Roma dove però bisogna dare atto a molte amministrazioni di aver intrapreso una battaglia importante contro venditori di panini e oggettistica da poco allo scopo di restituire una adeguata dignità e soprattutto vivibilità dei centri storici.
La pandemia ha rimesso in discussione tutto questo discorso e le risorse del PNRR potrebbero costituire uno strumento per mutare la situazione.
Io credo che Europa Verde-verdi debba costituire un forum, aperto a studiosi e cittadini o cittadine interessate, allo scopo di delineare una politica diversa, che riesca finalmente a dare una proposta, che ponga al centro le rivendicazioni di chi crede nel valore fondante del patrimonio storico e culturale della nazione .
Si tratterebbe di cominciare un cammino diverso e condiviso,che veda per la prima volta al centro cittadine e cittadini allo scopo di delineare una proposta politica,che possa fornire risposte a chi vive nel continuo precariato (es. l’esperienza del Collettivo Mi Riconosci?) e continua a lavorare in un settore molto difficile.
Nel contempo bisogna pure delineare una politica nuova, che porti le persone a vivere e abitare i centri storici come è sempre stato nei secoli e non a ridurli a sorte di Disneyland metropolitane .
Si tratta alla fine di iniziare a lavorare dal basso per costruire una nuova proposta politica innovativa e condivisa per provare a cambiare le cose.
Danilo Bruno